La seconda giornata di sabato 21 Giugno del festival “La Prima Estate 2025” a Lido di Camaiore, vede l’alternarsi di nomi di spicco e nuove promettenti proposte della scena elettronica e indie-rock.
Malgrado un’interessante e varia line-up, il pubblico per questa giornata è minore delle aspettative, infatti la prima artista, Le Nora si esibisce davanti ad un pugno di persone. Salendo sul palco in punta di piedi, apre il suo show con un set minimal, accompagnata solo dal tastierista che costruisce il tappeto sonoro con i synth. Una chitarra, pochi innesti elettronici e una voce che sembra arrivare da una stanza chiusa troppo a lungo.
Sospesa tra un dream pop minimale e un cantautorato disilluso, Le Nora costruisce un set intimo, i brani, raccontano una quotidianità malinconica, ma non cercano l’abbraccio consolatorio del pubblico.
La cantautrice ci congeda con il brano “Memoria” il quale, spiega:
è l’immagine di quelle finestre, dalle quali guardavi da bambina, aspettando che accadessero cose meravigliose, come questa di oggi
Non cercano approvazione e non puntano all’effetto facile. Anche La Prima Stanza a Destra, calca il palco della Bussola Domani con una formazione minimale.
Il loro è un progetto emergente italiano, selezionato tramite il contest Next Stage: La Prima Estate, che valorizza talenti under 30, e proviene dalla scena alternativa digitale e sperimentale.
Questa giornata coincide con il loro esordio che li vede affiancare artisti come Air, St. Vincent e Calibro35.
Quando suoni come un colpo secco su una porta chiusa, non hai bisogno di molte parole. Ed è esattamente così che sono saliti sul palco i Calibro 35, nell’afa sospesa del tardo pomeriggio a La Prima Estate.
Nessuna presentazione, i Calibro irrompono sulla scena con quel groove torbido che, da quasi vent’anni, fa da colonna sonora immaginaria per tutti i noir mai girati.
La band milanese, composta da Massimo Martellotta, Enrico Gabrielli, Fabio Rondanini, Roberto Dragonetti e Tommaso Colliva alla regia del suono, ha dimostrato ancora una volta perché è considerata una delle migliori realtà strumentali d’Europa. In bilico tra funk poliziesco anni ’70, psichedelia, jazz e spirito da jam band, hanno conferito al pubblico la giusta dose di carica per l’arrivo dell’eclettica St.Vincent.
Con un basso profondo, batteria incalzante, synth analogici che sporcano e restituiscono l’eco delle colonne sonore, il loro set è potente, attuale, e anche se è musica strumentale, la comunicazione è diretta, viscerale, fisica.
Il pubblico, si è progressivamente lasciato andare, trascinato dalle ritmiche serrate e dai crescendo psichedelici che la band maneggia con naturalezza.
Il live dei Calibro 35 a La Prima Estate è stato un viaggio tra inseguimenti immaginari, funk metropolitano e spirito cinematografico applicato al rock.
Un live che non solo si ascolta, ma si guarda come un film.
St. Vincent irrompe sulla scena con il suo carisma e presenza scenica, con la quale trascina il pubblico in una spirale di groove, chitarre distorte e sensualità inquieta.
Apre con “Reckless”, una bella intro evocativa che esplode con sonorità post rock, seguono “Fear the Future” e “Los Ageless”, due bombe che alternano riff abrasivi e arrangiamenti da palcoscenico teatrale, tutto è millimetricamente orchestrato: ogni luce, ogni passaggio di chitarra, ogni coreografia minima.
La band che la accompagna è impeccabile, ma è lei a tenere il timone con un carisma che fonde la furia di Prince con l’intelligenza aliena di David Byrne.
St. Vincent, recita, danza, comanda, duetta col chitarrista Jason Falkner con il quale scambia più volte baci ed effusioni. Il suo show è una performance totale, a tratti disturbante, sempre provocatoria.
Il gran finale è affidato a “Sugar Boy”, con il suo beat pulsante e “All Born Screaming” che rappresenta uno dei momenti più intensi e sperimentali.
Lo show di St. Vincent è stato un’opera d’arte viva, un manifesto sonoro che urla indipendenza, visione e potenza femminile. Dove altri si limitano a suonare, lei trasforma il palco in un esperimento emotivo ad alta tensione.
Nella cornice rarefatta della costa toscana, il duo francese Air è pronto a trasformare la seconda serata de La Prima Estate in un’esperienza sensoriale fuori dal tempo.
Dopo aver allestito il palco con il grande cubo che conterrà sia l’esibizione visiva che la performance strumentale degli Air, Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel si sono presentati in scena con eleganza essenziale, il montaggio scenico comprende sequenze ambient-glitch, visual minimalisti in “floating box stage” e volume contenuto, tutto in perfetta sintonia con lo spirito dreamy-electro del progetto.
Ripercorrendo il fortunato album Moon Safari, l’opening act del loro live si apre con pezzi iconici della loro carriera, “La Femme d’argent”, “Sexy Boy” e “All I need”. Gli Air, con la loro performance unica e sospesa, si sposa perfettamente con lo spirito contemplativo del festival: musica di qualità, ascolto consapevole, “vacanza culturale” più che kermesse mainstream.
Dopo aver aperto con i loro pezzi più celebri, il duo si ritira successivamente in un minimalismo da colonna sonora, offrendo un’esperienza live che non cerca il picco, ma lavora in sottrazione, di dettagli, di atmosfera.
Il Live degli Air, volgendo alla conclusione, verrà ricordato come un concerto che sussurra per non farsi dimenticare, terminando in un caldo e avvolgente “diminuendo”.
Testo di Lucilla Sicignano
Setlist:
- La femme d’argent
- Sexy Boy
- All I Need
- Kelly Watch the Stars
- Talisman
- Remember
- Ce matin?là
- New Star in the Sky (Chanson pour Solal)
- Le voyage de Pénélope
- Venus
- Cherry Blossom Girl
- Run
- Highschool Lover
- Dirty Trip
- Don’t Be Light
- Alone in Kyoto
- Electronic Performers
Si ringrazia Gdgpress e d’Alessandro e Galli
Comments are closed.