All’Alcatraz di Milano va in scena un duo esplosivo che difficilmente poteva essere più azzeccato… gli Airbourne e i Blues Pills tornano in Italia con l’intenzione di farci vivere una serata all’insegna del rock più puro e più energico che ci sia. Gli Airbourne li conosciamo ormai benissimo… sono la band che incarna l’essenza dell’hard rock! Quella band capace di trasmettere energia e adrenalina come nessun altro… e se qualcuno dice che il loro pezzi sono tutti uguali e che sono una cover band degli AC/DC, si sbaglia di grosso! Perché l’ispirazione alla leggendaria band australiana c’è e nessuno lo mette in discussione, ma gli Airbourne hanno ormai ampiamente registrato il loro marchio di fabbrica con un hard rock devastante, veloce e assolutamente carismatico. Hanno soprattutto il merito di riuscire a produrre pezzi sempre caratterizzati dal loro inconfondibile timbro musicale senza mai cadere nella routine, trovando ogni volta il modo di non farci mai avere abbastanza della loro musica. Ad accompagnare i mitici Airbourne troviamo una band che è senza alcun dubbio tra le migliori band live in assoluto, se non addirittura la band di riferimento per le performance dal vivo dell’intero panorama rock attuale, i sensazionali Blues Pills!

Blues Pills

 

Ed iniziamo la serata proprio con la straordinaria band svedese capitanata dalla fantastica cantante Elin Larsson. La band di Örebro sta per farci vivere un esperienza musicale unica nel suo genere, di un livello stratosferico che difficilmente ho mai visto raggiungere dal vivo da altre band. Il loro sound è ancorato alle radici blues rock ma allo stesso tempo amplificato all’ennesima potenza da una ritmica e una potenza che ha davvero dell’affascinante. Già nelle versioni studio dei loro pezzi si percepisce un inventiva sopraffina e una componente “addictive” molto pronunciata, ma dal vivo questo aspetto viene esaltato da una tecnica di esecuzione impeccabile e una carica adrenalinica irresistibile. Salgono quindi sul palco Kristoffer Schander (basso), André Kvarnström (batteria), Zack Anderson (chitarra) ed infine Elin Larsson sulle note del singolo del loro ultimo album “Proud Woman”. Elin è un tornado! Oltre a sfoderare una performance vocale che ha dell’incredibile, per potenza vocale e qualità strabiliante, non sta ferma un attimo! Corre, balla, salta e interagisce moltissimo con il pubblico creando un coinvolgimento e una simbiosi con i fan che è qualcosa di straordinario. Ipnotica oserei dire! Neanche il tempo di finire il primo sensazionale pezzo che parte uno dei brani più energici della discografia dei Blues Pills, “Low Road”, anch’esso tratto dal loro ultimo album uscito nel 2020 “Holy Moly!”. Kris & Zack macinano ritmiche e armonie che dispongono di una componente catchy sensazionale, di quelle su cui è impossibile non farsi prendere dall’headbanging continuo, il tutto orchestrato dai bpm supersonici di André. Che spettacolo e che atmosfera! L’adrenalina prosegue a mille sulle armonie blues rock pronunciate di “Kiss My Past Goodbye”, che combinano delle chitarre cariche di wah pedal e effetti fuzz estremamente avvolgenti. Elin si rivolge seguentemente al pubblico chiedendo di aiutarla battendo le mani sul prossimo pezzo, una colonna portante della discografia dei Blues Pills come “High Class Woman”, dove Elin mostra di poter raggiungere note altissime con una facilità disarmante. Dopo esserci goduti una chicca storica come “Bliss”, giunge l’highlight di serata con una versione live da capogiro di “Black Smoke”, un pezzo che ha la caratteristica di essere in crescendo in quanto la prima parte è molto più dolce per poi esplodere per il resto del brano, che in questo caso gode di una versione live potenziata e allungata davvero da sogno! Ed è proprio questo che fa dei Blues Pills una live band fuori categoria, perché hanno il merito di aver praticamente rivisitato tutti i loro brani per i concerti live, potenziandoli magnificamente per le performance dal vivo con sonorità ancora più heavy e parti strumentali allungate psichedeliche che possono davvero essere considerate magnetiche da quanto si rimane affascinati. Pura goduria dal primo all’ultimo secondo! “Bye Bye Birdie” inizia con un ritmo che ricorda le radici blues più profonde della band per poi esplodere ancora una volta in un rock condito da energia pura, dove a metà brano Elin scende dal palco, scavalca la transenna e si fa strada in mezzo al pubblico per cantare al centro dell’Alcatraz… puro atteggiamento rock ‘n’ roll! Giunge il momento di una ballad commovente, “Little Sun”. Emozionante sotto ogni punto di vista… il testo malinconico che tratta di solitudine e dei momenti più bui che uno possa vivere è davvero intenso e toccante. Elin si destreggia in una performance vocale stellare che sa trasmettere un emozione unica nel suo genere da vera pelle d’oca. Il set si chiude con il botto su “Devil Man”, il brano di maggior successo dei Blues Pills, con Elin che ci delizia ancora una volta con una performance vocale divina cantando anche una prima parte a cappella prima di far esplodere tutta l’energia di questo brano. Straordinari sotto ogni punto di vista! Non c’è modo migliore per esaltare quella che è stata una performance magistrale di una band senza uguali. I Blues Pills incarnano alla perfezione quella che può essere considerata la vera essenza del rock!

Setlist

Proud Woman
Low Road
Kiss My Past Goodbye
High Class Woman
Bliss
Black Smoke
Bye Bye Birdie
Little Sun
Devil Man

 

Airbourne

 

E’ il momento in cui vengono scoperti i grandi teloni che erano posti su due giganteschi blocchi presenti sul palco… per chi è abituato ai concerti degli Airbourne non è una sorpresa cosa fosse nascosto sotto questi teli… 16 amplificatori Marshall disposti in due blocchi da 8 su entrambi i lati del palco con al centro la batteria di Ryan O’Keeffe, co-fondatore della band insieme al fratello cantante/chitarrista e frontman Joel O’Keeffe. Per che si trova in prima fila questo crea un sensazione mista tra un entusiasmo a mille e una piccola preoccupazione per i timpani… ma questo non ci importa, e come direbbe una leggenda del rock (e grande fonte di ispirazione per gli Airbourne) come Lemmy Kilmister, l’unico pensiero che ci interessa è che questo set sia “Everything Louder than Everything Else”! Con il muro di Marshall accesi possono quindi entrare sul palco correndo i fratelli O’Keeffe insieme al bassista Justin Street e al chitarrista ritmico Jarrad Morrice, sull’esplosiva e mai più azzeccata “Ready to Rock”. Joel è come sempre indemoniato, torso nudo, con i jeans neri strappati e sfodera la sua Explorer bianca che vista da vicino ormai mostra i chiarissimi segni del tempo conditi dai vari utilizzi estremi di cui ne ha sempre dato prova. Ricordiamo infatti che Joel si è spesso esibito in arrampicamenti vari sulle strutture laterali del palco anche abbastanza alte, tutto questo ovviamente sempre esibendosi in assoli e riff devastanti di continuo. Che dire, i timpani sono già più che sollecitati fin dal primo pezzo, ma più che altro, per un set degli Airbourne, è davvero un piacere aver un suono definito dove le chitarre sono molto ben bilanciate in quanto spesso mi è capitato di non avere un suono ottimale ai loro concerti… sempre e comunque heavy, ma quasi raramente ben settato. Stasera invece la storia è diversa e ci possiamo quindi pienamente godere il set degli Airbourne. Dopo l’iconica “Too Much, Too Young, Too Fast”, giunge il momento di “Firepower” dove Joel sale sulle spalle di un roadie e si lancia con il suo fedele compagno attraverso il pubblico rimanendo sulle spalle a suonare senza fermarsi un attimo, attraversando tutto l’Alcatraz fino a risalire dalla parte opposta del palco, il che è ormai un classico immancabile nei loro concerti. Dopo una sfilza di pezzi uno più devastante dell’altro, in cui Joel si dimostra anche abbastanza in forma alla voce, il che non è scontato visto la difficoltà dei toni acuti che deve tenere per tutto il tour, arriva il momento dell’omaggio al mitico Lemmy Kilmister dei Motörhead all’interno del pezzo dedicatogli dagli Airbourne “It’s All for Rock n’ Roll”. La crew porta sul palco un bancone da bar con un enorme logo dei Motörhead su sfondo nero con 4 bicchieri pieni di ghiaccio, 4 Coca-Cola e 1 bottiglia di Jack… tutti gli ingredienti per preparare quindi un “Lemmy”, ovvero un classico Whiskey & Coke a base di Jack, esattamente come piaceva a Lemmy. Joel prepara i quattro cocktail (utilizzando un intera bottiglia di Jack per soli 4 drink) e li distribuisce ai membri della band che, dopo aver fatto il brindisi al cantante dei Motörhead, offrono i drink al pubblico. Un bel gesto di fratellanza e memoria in onore dell’artista che è stato è sarà sempre un’icona assoluta del rock. Scorrono i pezzi e Joel & Co. macinano riff a ripetizione, giocando con il pubblico e lanciando bicchieri di birra da prendere al volo… entertainment allo stato puro! La band si ritira quindi per alcuni minuti dietro il palco per poi iniziare la volata finale sul trittico composto da “Live It Up”, “Rock ‘n’ Roll for Life” e ovviamente l’immancabile “Runnin’ Wild”. Joel ringrazia tutto il pubblico dell’Alcatraz per essere accorso così numeroso un Lunedi sera e chiude con quello che è ormai il famoso mantra degli Airbourne : ”As Long as we are alive… and as long as you are all live… rock ‘n’ roll will never ever die!”.

Un concerto stratosferico all’insegna del rock più puro, dell’energia e dell’adrenalina più sensazionale che si possa avere ad un concerto! I Blues Pills hanno tirato fuori una performance eccezionale che ci ha davvero entusiasmato come nessun altro e gli Airbourne hanno cavalcato quest’onda nel migliore dei modi facendo esaltare tutto il pubblico presente all’Alcatraz fino all’ultimo pezzo. Non potevamo davvero chiedere di meglio!

Setlist

Ready to Rock
Too Much, Too Young, Too Fast
Firepower
Girls in Black
Back in the Game
Burnout the Nitro
Boneshaker
Bottom of the Well
Breakin’ Outta Hell
It’s All for Rock ‘n’ Roll

Encore

Live It Up
Rock ‘n’ Roll for Life
Runnin’ Wild

Si ringrazia Vertigo Hard Sounds

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