Una serata all’insegna del divertimento, quella svoltasi all’Alcatraz di Milano ieri sera. Due band che hanno saputo, nonostante le diversità stilistiche, trovare una dimensione comune, in un’atmosfera soffusa, spezzata da luci dirompenti.
Elder
Alle 20:00 in punto la serata si apre con gli Elder, band identificabile nel doom metal e psychedelic rock, nata in Massachusetts nel 2006.
Il gruppo porta a casa una performance di 40 minuti, carica di intensità emotiva e arrangiamenti di chitarra fenomenali. La voce di Nick DiSalvo è un tutt’uno con la melodia processata dagli strumenti: non spicca, ma rimane ingranaggio ben oleato di un meccanismo che funziona perfettamente.
Nonostante l’hype generale fosse da destinarsi all’attesa per gli All Them Witches, gli Elder sono stati in grado di rendersi grandi opener della serata, suscitando grande entusiasmo e applausi sinceri e sostenuti da parte del pubblico. Non a caso, la band negli Stati Uniti è stata scelta per aprire alcuni concerti dei Tool nel 2024.
Peccato non ci sia stato spazio per Lore, terzo album in studio della band, rilasciato nel 2015, che tutt’oggi risulta uno dei più apprezzati e che avrebbe posto la ciliegina sulla torta.
All Them Witches
Alle 21:10 arrivano i veri protagonisti della serata: gli All Them Witches, rock band di Nashville, Tennessee, formatasi nel 2012. Definirli unicamente come rock band è riduttivo. Il gruppo interseca nelle sue melodie sonorità blues e stoner, rendendo il quadro, già di per sé ammirevole, di uno stupefacente astratto.
Il pubblico, variegato, va dagli storici affezionati alla band a una componente più hipster composta dalle nuove generazioni. Questo mix crea un effetto visivo simpatico ma allo stesso tempo consapevole di come questa band riesca ad arrivare a un pubblico decisamente ampio. L’Alcatraz stracolmo, le luci si spengono e la folla va in visibilio all’uscita dei componenti della band.

Lo stacco tra un brano e l’altro si nota solo dopo circa 40 minuti di spettacolo, rendendo le prime cinque canzoni quasi un componimento unico, dritto ma allo stesso tempo morbido e trascinante. Le melodie blues e a tratti country richiamano uno scenario rurale, composto da vecchie fattorie e corse tra cavalli.
Sicuramente Diamond, When God Comes Back, 1×1 e la chiusura con Alabaster risultano i pezzi più apprezzati e “paparazzati” della serata.
Il tempo scorre in fretta anche durante See You Next Fall, il brano più lungo della scaletta meneghina (circa 10 minuti), ripartendo a circa due o tre pezzi dalla fine. Band energica, che tiene il palco con compostezza e grinta per un’ora e mezza.
Promossi a pieni voti.
Tracklist
- Enemy Of My Enemy
- When God Comes Back
- Culling Line
- Workhorse
- Aethernet
- Diamond
- 1×1
- Hold Up Say What?
- The Marriage Of Coyote Woman
- Angel On The Wayside
- Charles William
- Blood And Sand / Milk And Endless Water
- See You Next Fall
- Bulls
Encore
15. Alabaster
Foto di Moira Carola

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