È passata una vita e mezzo dall’ultima volta che ho assistito ad un concerto al TPO di Bologna, e durante questa vita e mezzo mi è capitato spesso di elogiare tale locale durante discorsi dedicati alla musica live. Avevo un buon ricordo dell’acustica, della gestione e del posto in sé e aspettavo giusto giusto una serata come questa per tornarci e godermi buona musica in un luogo ameno! Ospiti al TPO questa sera gli AMENRA, da me molto apprezzati e già recensiti un paio di anni fa, e Gnaw Their Tongues, per me assoluta novità…

 

GNAW THEIR TONGUES

Premetto che di questo solista olandese non sapevo assolutamente nulla e non avevo neanche avuto tempo di ascoltare qualche brano prima di assistere ad una sua esibizione. Sono andata totalmente alla cieca quindi, o meglio, alla sorda… Comunque… Gnaw Their Tongues è un progetto solista di Maurice de Jong che ha attirato l’attenzione della critica e degli appassionati per la sua musica particolare e molto sperimentale; ha uno stile abbastanza unico che non si lascia etichettare in nulla di conosciuto, ma fonde più generi e li combina in maniera appunto sperimentale e un po’ stressata, a tratti quasi cacofonica. È una musica estrema e abbastanza disturbante in cui si ritrovano elementi di black metal, noise, industrial e dark ambient, con influenze sinfoniche ed elettroniche. Non saprei dire se mi è piaciuto o meno, ho apprezzato le atmosfere cariche di tensione e a tratti opprimenti che ha saputo creare in più momenti, ma ho anche avuto l’impressione in vari momenti quasi di un sovraccarico sonoro, un po’ stridente e un po’ eccessivo. Non troppo nei miei gusti, ma assolutamente da ascoltare se si apprezza l’estrema sperimentazione.

 

AMENRA

Un po’ in ritardo sulla tabella di marcia salgono sul palco gli AMENRA, band belga caratterizzata da uno splendido mix di post-metal, sludge e doom, che io apprezzo moltissimo. Non perdono tempo in convenevoli. L’esibizione inizia non appena la band prende posto, accompagnati come al solito dal simbolico visual in bianco e nero, con immagini contrastate e cupe, a tratti invadenti e sconcertanti ma fondamentali per creare quell’atmosfera che entro poche note ha già avvolto il pubblico.

I concetti di “rituale” e “spirituale”, e tematiche affini, sono spesso legati a sonorità di questo genere, ma gli AMENRA in qualche modo trascendono questi dogmi e li portano verso un piano più autentico e incisivo; è un incontro tra arte, rumore, espressione di sofferenza e dolore che genera introspezione, confusione, ed è anche stranamente redentivo. Sul palco si profondono in riff e beat da pugno allo stomaco con passione e arroganza, creando vortici monocromatici di distorsione che lasciano a bocca aperta, corpo inerme e mente abbandonata. Non è giusto chiamare i loro pezzi “solo” canzoni, perché combinando tutto ciò che viene offerto risultano veri e propri pezzi d’arte, “creati per creare”, per generare emozione, sia per gli astanti che per la stessa band sul palco. La passione infusa in ogni accordo da tutti i membri è evidente e, unitamente alla voce, traspare la volontà e la positiva capacità di lasciare qualcosa al pubblico, ma anche di lasciarsi qualcosa, in un dare e ricevere emotivo di grande impatto.

Un gran concerto, di quelli di cui non riesco più a fare a meno, un’esperienza immersiva annichilente e pesante che coinvolge e fa riflettere, che ti svuota di ciò che hai dentro ma che in compenso ti riempie di molto altro…

 

SETLIST

 

Salve Mater

Razoreater

Plus près de toi (Closer to You)

De evenmens

Forlorn

A Solitary Reign

Terziele

Am Kreuz

Silver Needle. Golden Nail

 

 

Fotografie di Luca Randi
Testo di Giada Barbieri

 

Si ringrazia Hardstaff Booking Agency 

 

Giada B.
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