Milano, aprile 2025 — Sembra incredibile ma è tutto vero: siamo nel 2025 e ci troviamo ancora a discutere se la musica, in particolare il rock e il metal estremo, vada censurata o addirittura vietata. L’ultima scintilla di questo acceso dibattito si è accesa a Milano, dove una petizione lanciata da CitizenGO contro il concerto dei BEHEMOTH, SATYRICON e ROTTING CHRIST, previsto per il 9 aprile all’Alcatraz, ha superato le 30.000 firme.
Sì, avete letto bene: trentamila persone chiedono l’annullamento di un concerto perché considerato “satanico”.
La petizione, intitolata “Fermiamo il concerto satanico”, accusa apertamente i BEHEMOTH di “glorificare Satana”, “profanare le Scritture” e “corrompere il cuore dei giovani”. L’attacco non si limita alla musica: per i promotori, si tratta di una battaglia culturale ed esistenziale. “Non qui. Non ora. Non a Milano e in nessun altro luogo d’Italia!”, si legge nel testo finale.
Ma la vera miccia che ha acceso la polemica è arrivata dalla politica. Il consigliere comunale Michele Mardegan di Fratelli d’Italia ha scritto direttamente al sindaco Giuseppe Sala, chiedendo di intervenire per annullare l’evento.
“La libertà di espressione ha un suo limite da tutti condiviso nel rispetto dell’altro ed in particolare nel rispetto della dimensione religiosa di ogni essere umano”
scrive Mardegan. E rincara:
“L’invito all’odio che traspare dalle esibizioni di questa band non può certamente essere tollerato”.
Il rock sotto processo, di nuovo.
Il tutto suona come un déjà-vu grottesco per chi ha vissuto le crociate moraliste contro MARILYN MANSON nei primi anni 2000. Anche allora si parlava di “rock satanico”, di concerti da fermare per proteggere la sensibilità dei cittadini. Ma nel frattempo sono passati vent’anni, la società si è evoluta, eppure rieccoci: nel mirino c’è di nuovo il palco, la musica, l’espressione artistica.
E non mancano nemmeno i riferimenti apocalittici. Secondo padre Francesco Bamonte, esorcista e vicepresidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti:
“ogni grande concerto dei Behemoth è una parodia della Santa Messa: è il suo contrario”.
Aggiunge che questi show
“sono rituali satanici mascherati” e che “chi vi partecipa può essere assorbito dalla corrente oscura che parte dalla band”.
Libertà d’espressione o censura religiosa?
La domanda che aleggia tra le righe è semplice: davvero nel 2025 siamo ancora qui a decidere se una band possa suonare perché il suo immaginario dà fastidio a qualcuno? È accettabile usare argomenti religiosi per chiedere l’annullamento di uno spettacolo culturale?
I BEHEMOTH, band polacca attiva dal 1991, sono noti in tutto il mondo per i loro testi provocatori e la loro estetica anticristiana. I titoli dei loro album parlano chiaro: “Satanica”, “The Apostasy”, “Antichristian Phenomenon”. Ma è tutto dichiarato, tutto pubblico. I fan sanno cosa aspettarsi, così come chi compra un biglietto per il tour “The Unholy Trinity 2025”, che vede in scaletta anche i norvegesi SATYRICON e i greci ROTTING CHRIST.
E allora cosa c’è da “fermare”? Non si tratta di una trappola per minori inconsapevoli. Il pubblico è informato, l’evento è legalmente approvato, i biglietti sono venduti tramite canali ufficiali come Vivaticket.
Dietro lo scandalo, una battaglia ideologica
La realtà è che questa nuova crociata contro il metal estremo ha poco a che vedere con la musica e molto con una visione del mondo. Una visione che rifiuta la provocazione, la trasgressione, il simbolismo artistico, in nome di un moralismo totalizzante. Lo dimostra il tono della petizione stessa, che chiude con un appello drammatico:
“Vogliono l’anima dei nostri figli. È una guerra pianificata contro i nostri ragazzi, la nostra Fede e la nostra cultura”.
Nel frattempo, il concerto del 9 aprile resta confermato. L’Alcatraz ha fatto sapere che l’evento si svolgerà regolarmente. La musica, almeno per ora, non si fa mettere il bavaglio. Ma una domanda resta: fino a quando dovremo ancora difendere la libertà d’espressione dal tribunale dell’oscurantismo?
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