Serata da abito scuro e modi forbiti oggi al Traffic.

Gli headliner sono gli inglesi Benediction, per la prima volta a Roma (almeno per quanto mi risulti).
A supporto i soliti trenta gruppi in apertura, con annesso inizio live alle ore 21, come se andare a letto di giovedì prima delle due non sia un problema… ma quando mai? Figuriamoci, lavorare è per i borghesi, non ci abbassiamo a tanto (sarcasmo portami via).

Ok, lo ammetto: esprimere delle critiche non ha mai spaventato il sottoscritto… anzi; quando succede, però, c’è sempre dietro una motivazione e in questo caso specifico credo d’interpretare il pensiero di molti. Oltretutto, quando poi si fanno sessanta presenze o poco più- come stasera – occorrerebbe riflettere bene su certi dettagli organizzativi non di poco conto.

Chiusa la polemica, veniamo alla musica.

I Necrofili vengono da Rieti e propongono un extreme metal con influenze heavy piuttosto semplice nelle strutture, ma gradevole all’ascolto. Strumentalmente solidi, riescono a far diventire i pochi presenti. Un punto in piùin quanto, dal vivo, le vocals risultano decisamente meno irritanti rispetto all’ultimo ep “Immaculate Preconception“. Piacevoli, anche se forse avrebbero fatto meglio a rimanere sul death old school degli esordi. Opinione personale.

Successivamente salgono sul palco i Bloodshed Walhalla, da Matera.
Dove vadano a parare è facilmente intuibile: Bathory del secondo periodo – quello viking – con tanto di cori campionati, intro con nitrito di cavalli e alternanza scream/clean vocals. Ognuno può farsi la propria idea riguardo una proposta del genere, la mia è ben chiara.
Il sound troppo saturo, poi, non li ha certo aiutati nella resa live: specialmente all’inizio, la voce era totalmente coperta dai campionamenti. Il genere proposto non mi dispiace, tutt’altro, ma ci vorrebbe perlomeno personalità .

In verità , quest’ultima occorrerebbe anche ai parmigiani Distruzione: apprezzabile il loro utilizzo dell’italiano, ma per il resto sembra di ascoltare un qualsiasi gruppo death metal svedese con occasionali influenze di quello statunitense. Per quanto mi sforzi, non riesco davvero a trovare qualche soluzione che non mi suoni già  sentita e risentita. La noia prende presto il sopravvento, spingendomi ad uscire per prendere una boccata d’aria.

Inutile prendersi in giro, o fare gli ipocriti: quando salgono sul palco i Benediction, si sale di due livelli rispetto a quanto ascoltato sinora in tutta la serata.
Il rientro in formazione del loro storico cantante Dave Ingram (simpaticissimo e alla mano, oltretutto) ha decisamente rivitalizzato il gruppo inglese, autore di una performance semplicemente strabiliante dal punto di vista dell’intensità . Un applauso, ovviamente, va anche alla giovane sezione ritmica… praticamente perfetta.

La setlist pesca dall’intera discografia, con diversi brani dai primi tre album della band (i migliori, secondo chi scrive).
Inutile cercare tastierine, assoli melodici e amenità  simili: qui c’è solo death metal vecchia scuola e growl, suonato con intelligenza: il punto di forza degli inglesi infatti non è pestare sempre e costantemente, ma rallentare ogni tot e prendersi delle pause per poi riaccelerare. Questo evita l’appiattimento del sound, e il conseguente calo dell’attenzione dello spettatore.
Per quanto non possano essere annoverati tra i nomi di punta del genere, stasera i Benediction mi hanno piacevolmente sorpreso; onestamente le mie aspettative non erano molto alte, e sono contento di essermi ricreduto.

Qualcuno dovrebbe prendere appunti…

Si ringrazia Etrurian Legion Promotion e Traffic Live

 

Setlist:

– Divine Ultimatum
– Unfound Mortality
– Vision in the Shroud
– Nightfear
– The Grotesque
– Suffering Feeds Me
– I Bow to None
– The Dreams You Dread
– They Must Die Screaming
– Rabid
– Tear Off These Fucking Wings
– Jumping at Shadows
– Subconscious Terror
– I

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2 Comments

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    C’erano ben piu di 60 persone, anche io mi aspettavo maggiore affluenza, ma l’indomani c’erano anche i dark funeral sempre a pagamento.. Dire poi che ci si annoia ai concerti dei distruzione, una delle band di punta del metal estremo nostrano… Mah! Ps il concerto è terminato all’una, non ho fatto le 4 benché venissi da fuori Roma

  2. Avatar
    Nicolò

    Un po’ in controtendenza con alcune parti del report (e in accordo con altre) dico la mia.

    Prima cosa: magari sbaglio, non li ho contati uno ad uno, ma mi sembra ci fossero ben di più di sessanta persone. Non era il traffic stracolmo fino al bancone visto in occasioni di nomi (e di generi) più blasonati, ma il locale era bello pieno, tanto che ne sono rimasto piacevolmente sopreso (pensavo peggio).

    Quattro gruppi sono ok, specie se si inizia presto. Si da la possibilità di conoscere qualche altra realtà a chi vuole. Nessuno ti costringe ad arrivare alle 20. L’unica pecca è che rispetto al running order annunciato, si è iniziato ad accumulare un po’ di ritardo dal secondo gruppo in poi, credo per qualche problema tecnico. Nulla di drammatico comunque, all’una e qualcosa ero in macchina verso casa. Il giorno dopo lavoravo, ma vabbé, per una data del genere va bene. Non vorrei vedere i benediction da soli alle 21 e di andare a dormire alle 23. Preferisco vedere più gruppi e fare un pochino più tardi.

    Per quanto riguarda le singole esibizioni.

    Necrofili: originali ma adatti lo stesso al contesto, divertenti sul palco e capaci di intrattenere, canzoni veramente molto valide. Si sente e si vede che non sono esordienti (ci hanno anche scherzato su). Per me, voce ottima tanto su disco quanto live, sicuramente particolare, o piace o fa cagare, mezze misure mi sa che non ce ne sono. Recuperato l’ultimo EP mi è piaciuto molto. De gustibus.

    Bloodshed Walhalla: giovani e capaci, buono show nel complesso, anche se forse erano il gruppo meno in linea con il resto della serata, tanto che pur suonando per secondi hanno fatto meno pubblico dei Necrofili. Ammetto di aver fatto dentro/fuori più volte mentre suonavano loro, ma comunque non mi sono dispiaciuti.

    Distruzione: immensi. Anche qui, de gustibus, ma non si può non riconoscere le capacità da un lato ed il ruolo storico dall’altro. Tacciarli di essere una fotocopia di altre band non è condivisibile. Ripeto, de gustibus, ci mancherebbe altro, però forse chi scrive non li ha affrontati con la preparazione necessaria rispetto al loro operato.

    Benediction: qui sono d’accordo in toto, grande show, anche per me una sorpresa in positivo. Ero andato lì per loro (e per i Distruzione), ma hanno veramente surclassato le mie aspettative.