The boys are back e anche stavolta lo show è stato davvero memorabile. Quello che si è creato tra i Dropkick Murphys e il numeroso pubblico accorso nella loro unica data italiana, giovedi’ 13 Giugno 2024 al Carroponte di Sesto San Giovanni (Milano), è davvero da annoverare. Pochissimi concerti hanno il potere di unire cosi’ fortemente, band e pubblico. Ormai sono affezionati al loro pubblico italiano e periodicamente vengono a trovarci. Questa volta accompagnati dagli inglesi Chisel e dagli italianissimi (per la precisione di Busto Arsizio) Uncle Bard and The Dirty Bastards, che hanno già accompagnato la band di Boston in altre occasioni. Anche a questo giro,il cantante della band Al Barr e’assente per motivi familiari, sostituito alla stragrande da Ken Casey,che proprio non si è risparmiato.
Lo show è stato aperto alle 20 circa dagli inglesi “The Chisel“. In verità ,non c’è ancora tanta gente presente all’interno della struttura e molti preferiscono mangiare qualche prelibatezza presso i vari chioschi street food o bersi qualche bella birra ghiacciata. Show molto carico e durato circa una mezz’oretta abbondante. Il loro genere è sicuramente punk d’annata con contaminazioni oi ed hardcore. Il cantante Cal Graham non si è certo risparmiato e ha cantato con una grinta incredibile i vari pezzi. Consiglio -per farsi un’idea- di ascoltarsi e vedere il video di “Cry your eyes out“, due minuti e mezzo di totali schiaffi ben assestati e che ti scatena senza possibilità di fuga.
THE CHISEL
Tempo di un assai rapido cambio palco ed è la volta degli attesi ed osannati “Uncle bard and the Bastards“. Molto eleganti nelle loro uniformi,con camicia bianca e gilet,il combo di Busto Arsizio ha dato vita ad una prestazione molto energica e che ha davvero coinvolto la stragrande maggioranza dei presenti. Un pubblico molto svariato, dai bambini ad ultrasessantenni, tutti pronti a farsi spazzolare per bene le orecchie. Molto coinvolgenti il cantante Guido Domingo e il chitarrista Silvano Ancellotti, che hanno coinvolto ed aizzato per bene il pubblico. Il resto della band si è limitata ad accompagnare con maestria il duo sopracitato e a immergere senza via di scampo il pubblico,nelle tipiche atmosfere irish della band. Flauto,banjo,mandolino e persino un uillean pipe hanno fatto la loro comparsa durante il loro set che ha trattato i loro principali successi ed è stato chiuso da una riuscitissima cover dei “The Pogues” e soprattutto un omaggio doveroso al loro indimenticato leader Shane McGowan, senza il quale ,la band che ormai viaggia spesso in tour per tutta l’Europa ,specie nell’amata Irlanda, non sarebbe qui.
UNCLE BARD & THE DIRTY BASTARD
Scenografia scarna,allestimento che richiede qualche tempo ed ecco alle ventidue in punto, accolti da un boato, i mitici Dropkick Murphys. Sulle note di “The Boys are back“, sono cominciate le prime danze,con diversi spettatori che surfavano sulla testa della gente ed atterravano vicino al palco. “Smash shit up” e la sua fisarmonica, hanno fatto pogare moltissima gente e l’urlo di rabbia del ritornello ha fatto tremare Sesto San Giovanni e limitrofi. “Good as a child” e “Climbing chair to bed“, sono altre canzoni che hanno letteralmente spaccato e alcuni spettatori giovani delle prime fila,sono stati invitati sul palco da Kevin,per poter assistere dal palco al loro spettacolo. La minipasserella posta ad inizio palco sono state sfruttate alla stragrande dal cantante , per stare vicino ai proprio ai fans e cantare da vicino le canzoni che hanno accompagnato la storia della band. Stasera,la scaletta è stata incentrata perlopiu’,su pezzi del passato. Boati hanno accompagnato letteralmente l’esecuzione di “Johnny,i hardly knew ya ” e “Rose tattoo” e piu’ volte Kevin ha ringraziato il pubblico e l’Italia e sottolineato quanto la band di Boston sia legata alla nostra penisola. Un singalong incredibile ha accompagnato l’esecuzione di “You’ll never walk alone“,cover di Gerry and The Peacemakers, storico inno di Anfield Road e dello stadio del Liverpool. “The state of Massachusetts” e la cover di “The Irish Rover” hanno chiuso la prima parte del concerto, esaltando il pubblico. I bis di “Shipping up to Boston” e “Until the next time” hanno chiuso il concerto. La prima,con un fan salito sul palco che ha duettato con Kevin. Uniche pecche del concerto: un volume insolitamente basso e un mixaggio dei vari strumenti non perfettamente riuscito. Inoltre è andato via fin troppo in fretta, anche se comunque è durato un’ora e mezza. Non poco.
DROPKICK MURPHYS
Testo di Mauro Brebbia
Foto di Monica Ferrari – La Dame Blanche Photography.
Si ringrazia Hub Music Factory.
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