Un mercoledì grigio e piovoso può prendere una piega migliore se in programma c’è un concerto. E il concerto in questione è la tappa italiana (16 ottobre 2024) del tour europeo da solista di Duff McKagan, iconico bassista dei Guns N’ Roses (e anche dei Velvet Revolver). Un live interessante non solo per i die hard fans della leggendaria band, ma anche per chi apprezza vedere un artista già noto sotto una luce diversa, una luce propria, senza “l’ingombro” di una band di fama mondiale, ma solo Duff, con la sua voce e chitarra protagonisti.
Sale sul palco silenzioso come un gatto, prende la chitarra e, non appena le luci illuminano il palco, saluta il pubblico che lo accoglie con un applauso. Ecco Duff McKagan, occhiali scuri e abito nero, elegantissimo per questa data milanese. Il primo pezzo è “Forgiveness”, brano tratto dal suo ultimo lavoro solista uscito lo scorso anno, “Lighthouse”. La voce di Duff ha uno stile un po’ Bowie e un po’ Cobain, che ben si presta a brani lenti, un po’ blues e molto rock vecchio stile. Lui stesso, durante il live, definirà la sua musica come abbastanza impegnata nei testi, politicamente e sentimentalmente, e lo notiamo con canzoni come “Tenderness”, dedicata a una giovanissima fan che combatte contro una malattia, o la romanticissima “Fallen”, dedicata a sua moglie Susan. Siamo quindi lontani (oltre 30 anni) dal mood anni ’80 e festaiolo degli amati Guns, dalle canzoni che parlano di party, liquor store e spogliarelliste. E infatti, in scaletta, troviamo solo “You’re Crazy”, che rompe il mood introspettivo e alza il volume. Così come le cover eseguite di “I Wanna Be Your Dog” degli Stooges e “I Fought the Law” dei The Crickets, che danno una sferzata di energia all’atmosfera e al pubblico.
Quest’ultimo merita una noticina di merito: un pubblico attento e accogliente, ma con pochi telefoni alzati per riprendere (a differenza del solito andazzo degli ultimi anni, dove si fa quasi fatica a vedere il palco tra tutte le braccia alzate). Tornando al Signor McKagan e la sua musica, spicca nella setlist “Just Another Shakedown”, uno dei pezzi dell’ultimo disco. È interessante vedere, attraverso la musica, il cambiamento di Duff come artista e come persona: ha fatto un grande salto, da membro fondatore di una delle più grandi rock band americane, che ha vissuto eccessi all’estremo (e lui stesso negli anni ’90 ne è quasi morto), ad arrivare al musicista completo e sofisticato che abbiamo visto sul palco.
Ci avviciniamo alla fine con la title track “Lighthouse” e altre due cover sapientemente scelte, cioè “You Can’t Put Your Arms Around a Memory” di Johnny Thunders e “Heroes” di David Bowie, eseguita in modo eccepibile proprio grazie alla “somiglianza” vocale e di stile tra il nostro Duff e Bowie. Tributi graditissimi dal pubblico, perfetto congedo di una performance distinta e senza sbavature, ma comunque molto emozionante.
SETLIST
1. Forgiveness
2. Chip Away
3. This is the song
4. I saw God on the 10th Street
5. Tenderness
6. Holy Water
7. I wanna be you Dog (The Stooges)
8. I just don’t know
9. Fallen Ones
10. Fallen
11. Wasted Heart
12. Longfeather
13. Just another Shakedown
14. I fought the Law (The Crickets)
15. You’re Crazy (Guns n’ Roses)
16. Lighthouse
17. You can’t put your arms around a memory (Johnny Thunders)
18. Heroes (David Bowie)
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