La piazza Ariostea di Ferrara ospita il Summer Festival che nella giornata di giovedì 4 luglio 2024 vede esibirsi 3 band Hard Rock.

ECLIPSE

Aprono gli svedesi Eclipse da Stoccolma che suonano un Hard Rock molto melodico, ritornelli orecchiabili di facile presa. La giornata è molto calda ma I componenti della band non si risparmiano. Il cantante, chitarrista ritmico nonché mastermind della band Erik Mårtensson corre da una parte all’altra del palco senza sosta, coinvolge il pubblico in numerosi botta e risposta. Erik è una persona molto solare, sempre con un bel sorriso stampato sul volto e con la sua positività trasmette allegria.

Brani classici e recenti dell’ultimo album vengono alternati incontrando il gradimento del pubblico che, ahimè non è particolarmente numeroso ma comunque caloroso e partecipe.

Apocalypse Blues, Got it, This is an emergency, The hardest part is losing you e Spark fanno cantare il pubblico. Anthem parte acustica per poi decollare in un ritornello elettrico molto coinvolgente. Arriva poi Saturday night halleluya, uno dei brani di maggiore successo.

Il chitarrista solista Magnus Henriksson ha uno stile molto classico ed ha una bella presenza on stage con pose plastiche ed il suo inconfondibile cappello. Black rain ha un riff metal bello pesante con un incedere quasi marziale,  smorzato dal solito ritornello melodico. Ma quando vuole Mårtensson riesce anche a ruggire in modo convincente. 

Seguono Runaways, Twilight (con riferimento a Inno alla Gioia Beethoven) e Viva la Victoria che chiudono in bellezza.

 

 

H.E.A.T

La seconda band a calcare il palco sono gli H.E.A.T sempre dalla Svezia.  Suonano anche loro un Hard Rock piuttosto melodico anche se di stampo più NWOBHM. Dal 2020 è tornato a far parte della band il cantante originale Kenny Leckremo dotato di una bella timbrica oltre che di una notevole estensione vocale. Le chitarre intrecciano assoli in stile neoclassico ricordando a tratti gli Iron Maiden degli anni ’80 mentre in altri brani come Rock your Body lo stile è molto più simile agli Europe.

Tastiere in evidenza, riff di chitarra Hard Rock anni ’80 e capelli al vento! A differenza degli Eclipse che hanno uno stile più adolescenziale gli H.E.A.T scaldano i cuori di noi che eravamo adolescenti negli anni ’80, cori da arena che coinvolgono tutta la platea, che nel frattempo si è fatta più numerosa. Leckremo è una potenza sul palco,  sia come presenza scenica sia come vocalist.  Coinvolge il pubblico facendolo cantare i ritornelli, saltare ed urlare al cielo. 

 

 

EXTREME

Con il calare della notte arriva il turno degli headliners Extreme che presentano il nuovo album Six pubblicato nel 2023 a distanza di 15 anni dal precedente Saudades de Rock, alquanto deludente. Six invece ha presentato una band in buona forma con una vena ritrovata, siamo distanti dal funk metal degli anni ’90 ma comunque propongono un valido Hard Rock moderno. Gli Extreme partono forte con un paio di classici dal loro acclamato secondo album Pornograffitti: It (‘s a Monster)Decadence Dance.

Per il chitarrista Nuno Betterncourt il tempo sembra essersi fermato agli anni ’90, è ancora in forma splendida  sia fisicamente che tecnicamente sullo strumento, i suoi assoli lasciano sempre il segno. Il cantante Gary Cherone non è mai stato particolarmente accurato nella performance vocale dal vivo preferendo l’apparenza scenica, muovendosi molto in lungo ed in largo per il palco ed ancora predilige questa scelta che sicuramente risulta molto coinvolgente.  La voce ha perso un po’ di pulizia ma la grinta c’è tutta.

Anche i brani nuovi non sfigurano al cospetto dei classici. Il bassista storico Pat Badger, un po’ sovrappeso,  ha mantenuto una bella voce di supporto per i cori e controcanti che contraddistinguono da sempre i brani degli Extreme.

Anche alcuni estratti dal terzo album III Sides to every story hanno gasato molto il pubblico, ma è sempre la performance di Nuno ad esaltarlo con una tecnica eccezionale. La sezione ritmica è completata dal batterista Kevin Figueiredo che pesta forte sulle pelli ma che si trasforma in percussionista nel classico Hole Hearted, molto coinvolgente col suo ritmo un po’ country.

I brani funk degli anni 90 hanno una spinta incredibile che fa venire una gran nostalgia! Bello risentire queste canzoni dal vivo. Quando basso e chitarra suonano all’unisono poi è pura apoteosi. Cupid’s dead su tutte. Bella la citazione ad Eddie Van Halen da parte di Nuno con Eruption! Non tutti possono suonarla. Am I Ever gonna change, forse il brano più bello del loro terzo album, parte soft con un riff di sola chitarra per poi sfociare in un ritornello molto epico di grande impatto, tempi dispari  ed assoli sparati a mitraglia. 

Arriva poi l’immancabile momento acustico, seduto su uno sgabello, nel quale Nuno sfoggia tutta la sua classe e raffinatezza. More than Words produce un momento magico, con tutti i cellulari accesi al posto degli accendini di una volta. Le voci armonizzano ancora alla grande, anche con un accenno di Fat Bottom Girls dei Queen che però solo introduce la nuova Banshee, molto ritmata con un giro di chitarra in slide davvero efficace.

Il volo del calabrone precede la mitica Get the Funk Out (al posto di He-Man Woman Hater  su disco) che manda in visibilio l’audience, brano eseguito magistralmente… energia pura! Small Town Beautiful dall’ultimo album riporta un po’ di romanticismo, con tanto di mash-up finale con Song for Love da Pornograffitti.

Ma dura poco perché ecco che i nostri sparano la nuova Rise a manetta  brano che racchiude la tecnica dei vecchi successi ma con riff e ritornello più moderni. Brano che chiude il concerto, concerto che chiude il tour mondiale.  Gran bella performance, coinvolgente e convincente. Grandi artisti. Bello siano tornati. 

 

 

Report a cura di Andrea Pascucci

Fotogallery a cura di Emanuel Giordani

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