I Faun tornano in Italia nel contesto del “Pagan Tour” Europeo a promuovere il loro ultimo album dal medesimo titolo “Pagan”. In apertura troviamo le due band Italiane Lingalad ed Emian, quest’ultimi chiamati a rimpiazzare una band di un certo spessore come i Nytt Land, costretta purtroppo a rinunciare a questo tour a causa della situazione politica attuale in Russia.

Il Live Club si veste per una sera dei colori delle tradizione pagane, con un pubblico che indossa con fierezza sia i tradizionali e bellissimi costumi delle civiltà celtiche che gli iconici gioielli fatti di pietre ed elementi naturali. Ovviamente, non potevano neanche mancare le maestose capigliature pagane e anche qualche face painting tribale. Tutto veramente stupendo, a simboleggiare quanto sia importante il tramandare delle tradizioni per questa cultura affascinante sotto ogni aspetto, nel segno della trascinante musica folk pagana.

In apertura di serata troviamo come prima band gli Emian, un duo Italiano composto da Anna Cefalo all’arpa ed Emilio Antonio Cozza alla ghironda, con entrambi alla voce, alternandosi ad ogni pezzo. Lo stile è quello della musica folk tradizionale, richiamando sia le origini celtiche che le influenze di ballate medievali, con la piacevole particolarità di sentirli cantare anche in italiano. Il loro set si dimostra molto ben collegato allo stile dei Faun, sia per presenza scenografica (entrambi indossano vestiti pagani tradizionali) che per stile musicale, in quanto gli strumenti portati sul palco sono simboli immancabili nelle sonorità celtiche.

Peccato soltanto per il fatto che ci siano alcuni pezzi che presentano delle basi di synth (specialmente sull’ultimo brano) che non trovo ben associate allo stile musicale tradizionale dei due strumenti principali, portando un contrasto forse troppo forte a quella che è la dolcezza e l’autenticità della musica folk. Visibilmente emozionati per la tappa di casa in un tour di tale importanza, Anna e Emilio parlano molto con il pubblico deliziandoci con i loro interessanti racconti delle origini dei brani suonati stasera. Storie che però, allo stesso tempo, portano via tempo prezioso per suonare i pezzi del loro set in quanto il tempo a disposizione era di soltanto 30 min… rimaniamo quindi con la sensazione di aver sentito davvero poca musica degli Emian purtroppo… un vero peccato. Avrei davvero voluto approfondire di più la discografia di questa band e sentire più brani tradizionali con l’esclusivo canto dei due musicisti accompagnati dai loro strumenti, senza basi aggiunte in sottofondo. Rimane sicuramente una performance valida e del tutto ben associata al contesto della serata. Ribadiamo inoltre che non era facile prendere il posto di una band estremamente carismatica come i Nytt Land e che quindi gli Emian hanno riempito l’arduo compito con una performance sicuramente più che discreta.

Passiamo quindi ai Lingalad, altra band Italiana di musica folk, di cui i testi si ispirano alla letteratura de “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, con una particolare enfasi legata al mondo della natura. In questo caso, sono rimasto un po’ spiazzato… perché l’aspetto poetico di questo progetto è senza alcun dubbio molto interessante e davvero valido, ma la parte puramente musicale l’ho trovata davvero troppo dissociata dal contesto puramente pagan folk della serata. Mi spiego, il genere dei Faun è un pagan folk molto tendente al folk metal e alla darkwave, con elementi che si legano alla perfezione anche al melodic death metal (non a caso i Faun hanno avuto collaborazione fantastiche anche con gli straordinari Eluveitie, band simbolo del celtic metal e del melodic death metal) e quindi parliamo di una band che compone pezzi trascinanti, con tanta energia e vigore, associati ad un carisma estremamente pronunciato. I Lingalad, prima di tutto, almeno stasera sul palco, non hanno portato strumenti della tradizione celtica come possono essere l’arpa, la ghironda e le cornamuse… giusto per citarne alcuni… ma solo strumenti classici come chitarra acustica, flauti, tastiere, basso e percussioni… il che purtroppo non poteva che creare un suono lontano da quello che sono le pure sonorità celtiche. Inoltre, i musicisti si sono presentati sul palco senza nessun costume tradizionale celtico… il che però è alla fine coerente, proprio a causa del fatto che la loro musica è un genere musicale sicuramente distante dal genere dei Faun, o anche degli Emian.

Li ho quindi trovati sicuramente eleganti e fini nella loro esibizione, con storie davvero avvincenti tratte dal mondo de “Il Signore degli Anelli” (in particolar modo per le chicche dei racconti e dei personaggi tratti dai libri e non dalle adattazioni cinematografiche), ma allo stesso tempo musicalmente troppo leggeri e troppo poco carismatici per il tipo di serata capitanato dalla musica dei Faun. Trovo che sia un progetto dove il concetto narrativo dei brani è davvero singolare ed originale ma dove la parte strumentale è troppo calma e pacata per far parte di un genere che ha chiaramente tendenze metal… detto questo, è da apprezzare sia la qualità di esecuzione dimostrata stasera dai musicisti che l’aspetto poetico delle narrazioni.

Giunge finalmente il tanto atteso momento dei Faun, l’icona di quella che potrebbe essere definita la fusione perfetta del folk medioevale e del folk metal. E qui si cambia marcia… dall’utilizzo costante di favolosi strumenti della tradizione celtica così come dagli stupendi costumi indossati da tutti i membri fino ad un palco decorato in modo davvero maestoso e scenografico! Il loro set è un misto perfetto di brani da danzare, cantare e dove rimanere ammaliati dai momenti più epici che ricordano a tratti anche il dark folk dei Wardruna. Ghironda, nickelharpa, bouzouki, cornamuse, tamburelli… c’è un esplosione di suoni pagani che è una pura goduria per le orecchie!

Il frontman della band Oliver s. Tyr, piazzato al centro del palco, è estremamente carismatico ed impeccabile con le note trascinanti del suo bouzouki, così come le melodie ipnotiche della ghironda di Stephan Groth e la maestosità delle cornamuse di Adaya. Ma c’è un membro particolare che ruba la scena… Laura Fella! Non potremmo definire in altri modi che divina la sua voce! Si rimane ammaliati davanti alla bellezza del suo canto, che raggiunge l’apice su “Galdra”, un pezzo malinconico affascinante dove Laura si destreggia su note altissime con una facilità disarmante! Letteralmente da pelle d’oca! Altro fatto strabiliante dei Faun, sentire pezzi in moltissime lingue diverse! Tedesco, Inglese, Latino, lingue Scandinave… c’è una varietà impressionante che ha davvero del notevole! Il pubblico balla per quasi tutto il set, lasciandosi trasportare da un ritmo che ti entra nel sangue e che porta tanta allegria e buon umore. E sui pezzi più malinconici si percepisce invece una capacità singolare di far viaggiare la mente, come trasportati da qualcosa di epico e di maestoso, come una colonna sonora di un film tratto da eventi storici che ritraggono battaglie e lunghi viaggi attraverso distese di paesaggi immersi nella natura. Anche il fatto che ci siano addirittura quattro musicisti capaci di apportare il loro canto è una vera forza di questa band… perché rende ogni brano unico e diverso dal precedente! Oliver, Stephan, Adaya e Laura sono infatti costantemente in prima fila sul palco e si dividono tanti tratti di canto in modo alterno, raggiungendo un equilibrio davvero ben studiato ed estremamente ben riuscito. Il pubblico si dimostra estremamente affettuoso e caloroso verso la band che apprezza moltissimo e che ricambia con continui ringraziamenti verso i loro fan.

Molto toccante tra l’altro il discorso di Oliver quando ringrazia il pubblico presente malgrado ci siano le difficoltà economiche che tutti stiamo attraversando in questo post-pandemia e l’incertezza della guerra, sottolineando come il fatto che la gente sia presente qui stasera significhi tutto per loro e che ne sono estremamente grati. Discorso per niente scontato e da apprezzare moltissimo, anche perché si sentiva come Oliver avesse la voce che tremava dall’emozione nel dire queste parole.

Si chiude un serata davvero piena di felicità e buon umore, con la capacità dei Faun di creare un atmosfera bellissima, come immersi nella natura lontano da tutti i pensieri negativi e le preoccupazioni che ci circondano. I colori dei costumi, la particolarità del suono degli strumenti celtici, la condivisione per la passione di un genere musicale legato alle tradizioni e al passato, con la giusta carica di adrenalina e di energia apportata da un genere che a tutti gli effetti è sempre collegato alla grande famiglia del metal, hanno permesso ai Faun di regalarci un serata di musica straordinaria davvero memorabile.

Setlist

Andro
Nacht des Nordens
Diese kalte Nacht
Walpurgisnacht
Baldur
Odin
Qwydion
Tamlin
Iduna
Halloween
Galdra
Feuer
Rhiannon

Encore

Hymn To Pan
Thalia

Si ringrazia Vertigo Hard Sounds

Guarda la Gallery a cura di Monica Ferrari

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