Ci siamo, la band più ambita del momento torna a Milano: dopo una data a Bologna e una a Roma, i Fontaines D.C. arrivano al Carroponte per una data giovedì 19 giugno 2025 da tutto esaurito in supporto al loro ultimo disco, Romance, uscito lo scorso agosto.
Ad aprire le serate italiane, la band band inglese Shame: il loro set è breve ma intensissimo e ricco di chitarre e attitudine post-punk, proprio come ci si aspetta in giornate come queste. Il loro set si divide tra brani dal disco Songs of Praise, come le canzoni d’apertura Tasteless e Concrete, e canzoni da Food for Worms, come Six Pack e Adderall. Riempiono il palco alla perfezione e scaldano molto bene il pubblico che, in effetti, tra un crowdsurfing e l’altro, ne vorrebbe di più. “Ciao Milano, ci vediamo il 3 novembre ai Magazzini Generali”, concludono in italiano dopo l’ultima Cutthroat, lasciando gli spettatori in attesa del prossimo appuntamento sottopalco.
L’attesa per i Fontaines D.C. è breve: eccoli sul palco, attesissimi, aprono con Here’s The Thing, seguita da Jackie Down The Line. Un tuffo nel passato con Televised Mind a quando, in tempi di pandemia, la maggior parte di noi li scopriva con A Hero’s Death.
Su Boys in the Better Land il pubblico inizia davvero a scatenarsi: è post-punk nudo e crudo ma condito con una nota mainstream, ormai accessibile a tutti. Non riesco ancora a spiegarmi il fenomeno finché non realizzo quanto siano effettivamente instagrammabili, tra outfit ben pensati e luci scenografiche perfette per qualunque tipo di post social da un punto di vista estetico. Ad ogni modo, la band ha davvero un tiro da tipica band da grande festival: il loro nome è ormai degno di posti come il Primavera Sound, dove non a caso hanno suonato poco prima di arrivare nel nostro Paese.
Su Roman Holiday c’è chi si abbandona totalmente al crowdsurfing, mentre su Before You I Just Forget e It’s Amazing to Be Young ci si dondola in preda a un momento unico e suggestivo. Momento che dura abbastanza finché non parte Hurricane Laughter, assieme a un nuovo circle pit pieno d’energia. Dopo Bug, Nabokov e l’omonima A Hero’s Death, è il momento romantico di Favourite: quella canzone del loro ultimo disco, Romance, un po’ spezzacuori e un po’ The Cure che fa cantare tutti.
L’encore non tarda ad arrivare e non è così breve come di solito ci si aspetta: Romance, title track del disco, è seguita da Desire e In the Modern World. Sugli schermi messaggi sul genocidio palestinese a ricordarci quanto l’arte sia politica – e questo il punk lo sa bene, in tutte le sue sfaccettature, assieme a bandiere che dal pubblico si alzano a sostegno del messaggio condiviso dal palco. Il finale è affidato a I Love You, dove il suono della cassa diventa un tutt’uno col battito delle mani del pubblico, e Starbuster che ogni singolo spettatore balla come se non ci fosse più certezza del domani.
Le luci si riaccendono, riparte la musica di sottofondo. Una ragazza accanto a me si guarda attorno e fa “ma l’ultima? Non la fanno l’ultima?”, un suo amico risponde “ma era questa l’ultima”. I Fontaines D.C. sono un sogno da cui nessuno vuole svegliarsi: non ci basta mai, siamo già in attesa della prossima data.
Live report per la data di Milano a cura di: Martina L’Insalata
Photo report per la data di Roma a cura di: Tommaso Notarangelo
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