Frontiers Music Srl ”“ 2022
E’ una recensione difficile da fare questa. Già perché inevitabilmente quando mi trovo davanti al nome dei Giant, la mia mente da nostalgico amante dell’hard rock melodico, ritorna al periodo 1989/1992, ossia ai dischi ‘Last Of The Runaways’ e ‘Time To Burn’, due autentici capolavori che ancora oggi mi suscitano diverse emozioni e mi scaldano il cuore.
In quei dischi c’era tutto, melodie, tecnica, feeling, elementi che oggi è difficile trovare nella stragrande maggioranza degli album immessi sul mercato.
Dopo l’insuccesso inspiegabile di vendite di ‘Time To Burn’, una carriera che sembrava ben avviata e destinata a durare a lungo, si spense prematuramente, e così anche il sogno di molti di noi.
Dieci anni dopo, nel 2001, per merito della Frontiers Records, i Giant ritornano in pista con ‘III’, orfani del tastierista Alan Pasqua, un disco discreto che certamente non poteva competere con gli album menzionati sopra.
Poi ancora una lunga pausa e nel 2010 un nuovo inizio con ‘Promise Land’, una nuova formazione con Terry Brock (Strageways, Seventh Key) alla voce e John Roth (Winger, Jimi Jamison Band) alle chitarre. Però manca lui, Dann Huff, un chitarrista come pochi, una voce strepitosa e un musicista unico nel suo genere, nonché produttore dal gusto raffinato.
Molti si sono chiesti se aveva senso continuare senza un personaggio così carismatico e fondamentale. La risposta a mio avviso sta un po’ nel mezzo, e tra dubbi e perplessità arriviamo ai giorni nostri e a ‘Shifting Time’ sempre pubblicato con Frontiers, e ancora una volta registriamo un cambio dietro al microfono con l’entrata nella band di Kent Hilli (Perfect Plan).
Il disco in questione si presenta con una bella copertina d’impatto, ma in fondo quello che piùinteressa è la musica.
Intro “spaziale” e poi via con il primo pezzo, ‘Let Our Love In’ che alterna momenti graffianti a dei break melodici, e sin da subito bisogna dire che il nuovo singer dimostra di essere un ottimo acquisto e un valore aggiunto.
‘Never Die Young’ rievoca i Dokken migliori e anche questo caso tutto funziona alla grande, il fulcro sono le melodie e gli arrangiamenti, e il risultato finale è pregevole.
Diciamo che pur con le dovute proporzioni, anche per quanto riguarda la produzione, la partenza è decisamente buona, quasi sorprendente.
Continuiamo con ‘Don’t Say A Word’ che parte bene ma stecca quando si arriva al refrain, un po’ fiacco e privo di mordente, non un passo falso, ma un’occasione sprecata a metà .
‘My Breath Away’ può sembrare anacronistica in un contesto musicale odierno, semplicemente per un fatto: questo tipo di melodie non si scrivono quasi più, è un tipo di scrittura che chi ha vissuto l’epoca d’oro di questo genere può capire in pieno, ottimo brano uno dei migliori del lotto.
‘Highway Of Love’ inizialmente sembra indecisa su quale strada intraprendere, ma poi quando si arriva al ritornello tutto è piùchiaro e limpido, non ci sono deviazioni fuorvianti.
Ci vuole proprio un bel lento, e i Giant ci accontentano con ‘It’s Not Over’, ottimo Kent Hilli, la sua è una prova maiuscola, pathos da vendere e un timbro pulito e caldo.
Per un attimo, ascoltando ‘The Price Of Love’ mi è sembrato di tornare a ‘Time To Burn’, l’atmosfera che la band è riuscita a ricreare è proprio quella, brano di gran classe.
‘Standing Tall’ cresce con gli ascolti, e pur non essendo memorabile, è godibile soprattutto quando si arriva all’inciso, vero punto di forza.
Altra ballad, e questa volta ‘Anna Lee’ raggiunge un livello altissimo di pathos, insomma se ascolti un disco dei Giant ti aspetti una canzone di questa portata, una delle migliori dalla reunion ad oggi.
A ‘Don’t Wanna Lose You’ e ‘I Walk Alone’ spetta il compito di condurci alla fine di questo lavoro, ed entrambe lo fanno in modo convincente, in particolar modo l’ultima, altro brano che fa salire le quotazioni del disco, aor allo stato puro, come non sentivo da tempo.
Che dire, ‘Shifting Time’ non segnerà un’epoca come i suoi due illustri predecessori del periodo 89/92, ma si è dimostrato un album molto buono che almeno per quanto mi riguarda non finirà nel dimenticatoio.
Dal punto di vista tecnico tutti i musicisti coinvolti hanno dato il massimo e si sente, le canzoni funzionano bene, con alcuni picchi che danno nuovo splendore a una band mai dimenticata e ancora oggi amata.
Bentornati Giant!!!
www.facebook.com/Giant.The.Band
Tracklist:
1.Shifting Time
2.Let Our Love Win
3.Never Die Young
4.Don’t Say A Word
5.My Breath Away
6.Highway Of Love
7.It’s Not Over
8.The Price Of Love
9.Standing Tall
10.Anna Lee
11.Don’t Wanna Lose You
12.I Walk Alone
Band:
Kent Hilli – voce
John Roth – chitarra
Mike Brignardello – basso
David Huff – batteria
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