Continua il minitour italiano di Gilby Clarke: nel mezzo della celebrazione del cinquantesimo anniversario dalla nascita dei Ramones, previsto nelle serate dell’1 e del 4 Novembre all’Home Rock Bar di Treviso assieme al collega e amico Marky Ramone, l’ex Guns N’ Roses approda al Crossroads di Roma per uno show solista affiancato dai nostrani Wardogs in apertura, presenti con lui anche per le date successive nel Regno Unito.
La tribute band ufficiale italiana dei Ramones scalda i motori proponendo i classici della band punk rock di New York, e il resto è lasciato a Gilby Clarke: tatuaggi in vista, Gibson alla mano e bandana annodata ai pantaloni, tutto ci riporta esattamente a una Los Angeles lontana, perfettamente in stile hard rock anni ’80.
Lo stile infatti non è mai cambiato: il concerto inizia con la sua Monkey Chow e ripercorre la carriera solista di Gilby, seguita da Under The Gun e Motorcycle Cowboys, inno dedicato all’amore per le moto.
Si prosegue con pezzi del disco The Gospel Truth; c’è del blues nell’aria e i partecipanti ascoltano attenti, finché Gilby non annuncia di voler suonare un po’ di sano heavy metal: il resto della band parte con una canzone che gli spettatori conoscono bene e con cui tutti si scatenano, proprio It’s So Easy dei Guns N’ Roses.
La seconda parte del concerto prevede altri pezzi della sua carriera solista come Tightwad, registrata in compagnia degli amici Nikki Sixx e Stephen Perkins, ma anche Rock ‘n’ Roll Is Getting Louder, che continua a far ballare i presenti. Gilby però si prende anche il tempo necessario per ricordare amici scomparsi come Brit Turner, batterista dei Blackberry Smoke, e Wayne Kramer, chitarrista dei leggendari MC5, dedicando loro Knockin’ On Heaven’s Door.
Il repertorio di cover continua con una menzione speciale ai Rolling Stones e alla loro Dead Flowers e si chiude con una versione suggestiva di Patience.
Il finale in grande stile è lasciato alla sua Tijuana Jail per un ultimo ballo in stile blues rock ma non solo: i più attenti captano il riff di Mr. Brownstone, spiazzati da una simile sorpresa.
Los Angeles non è mai stata così vicina. Tutto è diverso, eppure sempre uguale: la nostalgia riesce ancora a stupirci e a farci ballare in un mondo di rock’n’roll rimasto immutato e vivo come non mai.
testo di Martina L’Insalata
fotografie di Tommaso Notarangelo
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