A marzo i torinesi Five Ways to Nowhere hanno pubblicato l’album ‘Bite Hard’. Un lavoro dalle sonorità moderne ed attuali che possono aprire le porte a questa band dell’uderground musicale italiano. A causa dell’emergenza in cui il nostro paese sta vivendo i tanti piani della band sono cambiati e allora approfittiamo per fare quattro chiacchiere con Teo Lassandro, chitarrista con la cresta e uno dei di questo potente quintetto…
Ciao Teo e grazie per la collaborazione, è un piacere averti qui fra le nostre pagine.
Ciao! Grazie a voi per lo spazio e per continuare a sostenere il Rock’n’Roll, soprattutto quello underground! Sono Teo, chitarrista ed uno dei membri fondatori della nostra band…
Prima di tutto grazie per la collaborazione al messaggio a tutti i lettori di longliverocknroll.it”… è stato un piacere per noi. Ma come state vivendo questo periodo di clausura forzata”… e cosa vorreste aggiungere o dire nuovamente a proposito delle vostre sensazione di questo assurdo momento”…
E’ stato un piacere, anzi grazie a voi! Questo periodo è assurdo per tutti, ma dobbiamo necessariamente conviverci. Noi, come moltissime altre band, abbiamo avuto un danno enorme: avendo un disco appena uscito e molte date, a partire da metà marzo, già confermate, è stato un duro colpo. Non abbiamo nemmeno avuto la possibilità di fare il release party (previsto originariamente per il 7 Marzo al Supermarket di Torino), ma non ci vogliamo abbattere. Ci riprenderemo tutto: è solo questione di tenere duro ancora per un pò. Non ci siamo comunque fermati del tutto: abbiamo continuato (e stiamo continuando) la promozione online del nostro nuovo album “Bite Hard” (che vi consigliamo di ascoltare su Spotify!), abbiamo presentato il lyrics video di “Slowmotional” (https://www.youtube.com/watch?v=UycNzo-mjIk) e stiamo lavorando duramente al booking per riprogrammare le date cancellate ed aggiungerne altre.
Ma adesso parliamo di voi, dei Five Ways To Nowhere: Torino”… una grande città che ha visto nascere un movimento rock/metal molto potente con tante band, ma che non è mai riuscito ad esplodere”…
Personalmente amo Torino anche se risiedo in Val di Susa da diversi anni ormai. Hai ragione, la nostra città ha la fortuna di avere diverse band di alto livello, band che vale davvero la pena di vedere live e di supportare. Purtroppo da queste parti sono ormai pochi i club dove suonare, ma chi è rimasto in pista lo fa davvero offrendo programmazioni di qualità a costi ragionevoli per il pubblico. Quelle rock e metal non sono mai state scene particolarmente “forti” in Italia, però, c’è anche da dire che esiste un underground fervido che non si è mai fermato e che cerca di sostenersi il piùpossibile.
Ci parlate della band. Della nascita. Da dove nasce il vostro stile e delle vostre influenze. Dei componenti, in modo tale da farvi conoscere dai nostri lettori e amici rocker.
Siamo nati a Gennaio 2015, quando Dario Orlando (chitarrista della band fino al 2019) e Charlotte Esse mi hanno chiesto di unire le forze per formare una nuova rock band. La prima line-up si è completata con Fabio Brunetti alla batteria e Silvia Casetta al basso: quest’ultima, purtroppo, ha dovuto lasciare nel 2016 a causa di seri problemi di salute ed, al suo posto, è arrivato Davide Rocco. L’ultimo cambio è avvenuto invece alla fine del 2019, quando Joey Tassello ha sostituito Dario alla chitarra solista.
I cambi di line-up fanno parte della storia di quasi tutte le band: l’importante, a mio parere, è andare avanti sempre e comunque cercando di mantenere dei buoni rapporti tra le persone. Nel nostro caso, nonostante le divisioni artistiche con gli ex membri, posso dire, con piacere, di avere ancora forti legami di amicizia sia con Silvia che con Dario. Parlando delle influenze, io ascolto davvero un sacco di band: sono legato ai Motley Crue sin da quando ero ragazzino, ma negli anni ho spaziato dai Ramones ai Kiss passando dai Metallica. Adoro ascoltare anche le band piùrecenti, come gli Halestorm, Beasto Blanco, Monster Truck, Papa Roach e Danko Jones.
‘Bite Hard’ è il titolo del vostro album pubblicato a marzo. Molto moderno nelle sonorità e nella composizione. Fresco. Un album rock attuale che, anche se attinge a richiami di band che lasciano la loro impronta, cerca di far uscire ciò che siete.
Grazie! Ci hai davvero fatto un ottimo complimento! La nostra idea è sempre stata quella di cercare di proporre qualcosa che suonasse moderno. Sono perfettamente conscio del fatto che nel 2020 non si può inventare nulla, ma credo che, lavorando con cura sui suoni e sul songwriting, si può arrivare a proporre un mix che, in qualche modo, ti possa rendere unico. Un’altra nostra fortuna consiste nel fatto che ognuno ha background musicali diversi: siamo tutti rockers purosangue, ma i nostri gusti personali spaziano dall’hard rock anni 80 al metal, dal crossover anni 90 al punk rock. Queste diverse influenze hanno permesso di generare un mix di idee e di suoni che, credo, ci caratterizza in modo particolare. ‘Bite hard’ è sicuramente figlio di tutto questo, oltre che del tempo trascorso insieme e dei tanti Km percorsi.
Belle sonorità , bel songwriting. Quanto avete impiegato per registrarlo e come sono andate le varie sedute di registrazione?
Grazie di nuovo! Noi siamo entrati in studio con Mark Raptor (il produttore con il quale abbiamo lavorato per questo album) a Maggio 2019: le session di registrazione sono state piuttosto veloci, ma abbiamo voluto investire molto tempo sia nella ricerca dei suoni che nel completamento degli arrangiamenti. Sono una persona molto pignola (e spesso rompicoglioni!), ma ho trovato in Mark un ottimo supporto. Il mix ed il mastering finale, curati sempre da Mark, hanno richiesto molto tempo proprio per la meticolosa ricerca dei suoni e della botta che cercavamo. Crediamo di esserci riusciti, ecco 🙂
Rispetto alle precedenti incisioni di qualche anno fa, bacchettatemi pure se sbaglio, mi sembra che da uno stile con molto richiami al punk siete passati momenti piùcorposi che alternano un aspetto melodico con dinamiche piùcorpose. Noto infatti la diversità dei brani che avete riproposto in versione 2020.
Assolutamente sì! “Bite Hard” è il nostro primo full length, ma contiene pezzi scritti dal 2015 al 2019. Nello specifico, “Obsessed” e “Wildstyle” erano già usciti come doppio singolo (pubblicato dall’etichetta tedesca FemMeropa, a marzo 2017) mentre “Vodka Queen”, insieme alla cover della super hit anni 80 “Bette Davis Eyes” (che sarà presente esclusivamente nelle versioni digipack e vinile dell’album) era stata pubblicata dall’etichetta tedesca SoE Records (la stessa che ha pubblicato “Bite Hard”) nel maggio 2018. Nel corso degli ultimi anni abbiamo cercato di dare una svolta un pò più“dura”, soprattutto alle chitarre, senza mai trascurare l’aspetto melodico: in questo senso devo dire che adoro le melodie che scrive Charlotte, oltre che i suoi testi.
Tutto questo grazie all’amalgama che si sta creando tra voi e le esperienze live? Ho visto delle riprese da concerti in Svizzera, Repubblica Ceca e poi anche tanti in Italia, anche dai nostri amici del Rock’n’Roll di Milano”…
Siamo sicuramente una band che ama stare sul palco. Il live è un’esperienza che permette di creare forti legami tra di noi, sia dal punto di vista musicale che personale. Fortunatamente, riusciamo a suonare parecchio e siamo spesso all’estero: viaggiamo molto e, di conseguenza, trascorriamo molto tempo insieme. Ogni tanto ci mandiamo a quel paese, ma credo sia normale in qualsiasi famiglia! 🙂
Personalmente dedico moltissimo tempo al booking: è un lavoro estenuante e faticoso, non tanto dal punto di vista fisico, quanto da quello mentale, ma è assolutamente necessario. Senza il booking, non ci sarebbero i concerti e quindi, purtroppo, è necessario trascorrere molto tempo nella ricerca dei club, nell’invio letteralmente di migliaia di Email, fare telefonate, etc”…C’è da dire che il lavoro paga e quindi riusciamo ad essere piuttosto attivi live.
Siete soddisfatti di questo lavoro ultimo e perché?
Molto. Il disco è davvero riuscito come avevamo programmato, sia per merito nostro che di Mark Raptor, che ci tengo a ringraziare nuovamente. Voglio anche citare Davide Sesia che ha realizzato la copertina dell’album, che adoro davvero: è un artista eccezionale e siamo molto contenti di aver collaborato con lui. Mi sono occupato io, invece, della realizzazione del booklet e del resto delle grafiche del digipack: non sono bravo a disegnare, ma mi piace lavorare con Photoshop e realizzare grafiche (come quelle per il nostro merch). Sì, lo so, mi lodo e mi imbrodo”…ecco 🙂
Quali sono i brani dell’album a cui siete piùlegati, ovviamente anche in questo caso il perché”…
Personalmente ci sono due pezzi ai quali mi sento molto legato, per motivi diversi. Il primo è “Wildstyle” perché è il primo pezzo che abbiamo scritto. E’ quello con cui chiudiamo tutti i live e forse è anche diventato un pò il nostro anthem. L’altro è “Slowmotional” perché è stata, fin dall’inizio, un pò una scommessa: ricordo che questo pezzo nacque una sera qui a casa. Stavo suonando sul divano (in quella modalità che chiamo “no amp” ovvero chitarra elettrica non amplificata) e, ad un certo punto, mi ritrovo a suonare il riff iniziale del pezzo (che è poi rimasto identico sull’album). Penso “ah, figo!”, poi rimasi sveglio fino a tardissima notte per completare la strofa e l’idea del ritornello. Quando Charlotte mi fece sentire la melodia della voce pensai che avesse trovato uno strano mix tra un pezzo cattivo ed un ritornello melodico: ora posso dire che l’esperimento è riuscito bene!
E in questo tempo strano, secondo vuoi quale sarà il futuro della musica e quale sarà il futuro dei FWTN?
La musica non si fermerà di certo, e noi nemmeno. Questo è sicuro. Non abbiamo idea di quando sarà possibile ritornare a suonare live, purtroppo. La situazione, oltretutto, varia da paese a paese, anche in Europa, e quindi stiamo monitorando le decisioni dei diversi governi in modo da agire in modo reattivo quando si potrà ripartire. Dubito che situazione si sblocchi prima di settembre 2020, per cui, al momento, non abbiamo ancora cancellato le date già confermate per il prossimo autunno. Noi siamo pronti!
Internet è stato prima esaltato, poi demonizzato, adesso per i musicisti è fondamentale per non morire”… che ne pensate?
Concordo con te sul fatto che internet sia fondamentale. Io, personalmente, non l’ho mai demonizzato: l’ho sempre considerato un mezzo per poter arrivare piùrapidamente alle persone, sia al pubblico che agli addetti ai lavori. Curando in prima persona i canali social ed il nostro sito, mi rendo conto, ogni giorno di più, dell’importanza di internet. Al giorno d’oggi si deve essere attivi anche nel mondo virtuale e quindi bisogna dedicare del tempo ai social network come Facebook ed Instagram, senza dimenticare Youtube e Spotify, grazie ai quali è possibile far arrivare la nostra musica anche a persone lontane che, magari, non ci avrebbero mai scoperto.
Grazie ragazzi per il vostro contributo e questa chiacchierata. A voi la conclusione e un saluto ai nostri lettori”…
Grazie a voi nuovamente per lo spazio e per il tempo che vi avete dedicato! Invito nuovamente i lettori ad ascoltare il nostro nuovo album su Spotify:
(https://open.spotify.com/album/7zNYHmxQiBzM1QBNBGakeI)
ed a seguirci su Facebook:
(www.facebook.com/fivewaystonowhere),
su Instagram:
(www.instagram.com/fivewaystonowhereband).
Ci rivedremo presto su qualche palco!
In bocca al lupo ragazzi!!!
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