2024 – UNFD

Negli ultimi dieci anni, i veterani del metalcore Like Moths To Flames hanno costantemente evidenziato le loro emozioni, senza paura di mostrare il loro tumulto interiore ed esprimendolo con musica genuina e potente, a testimonianza della loro incrollabile dedizione e della loro evoluzione creativa. Il cantante Chris Roetter scrive con cruda onestà, incorporando le sue lotte nel lavoro della band, dando vita a una musica che sembra intensamente autentica e di impatto. Il loro ultimo album, “The Cycles Of Trying To Cope“, porta questo approccio ad un livello ancora più profondo, offrendo un’esperienza catartica di undici tracce che si addentra nei problemi personali del cantante.

In merito a questo, Roetter afferma:

Il disco racchiude le tante emozioni diverse che attraversiamo quando cerchiamo di crescere nella vita. Negli ultimi anni, ho davvero cercato di sfruttare alcune di quelle emozioni come catalizzatore per superare qualsiasi cosa stessi attraversando in quel momento. Penso che tutti noi abbiamo i nostri modi unici per affrontare le cose e questi sono i miei

L’album è strutturato attorno a quattro sezioni tematiche: Limbo, Fracture, Disassociate e Melancholia, ciascuna delle quali esplora i demoni del cantante e mostra l’abilità musicale della band. Nonostante queste divisioni, l’album mantiene un’atmosfera coesa, riflettendo il modo in cui le sfide e i dolori della vita fanno tutti parte delle nostre esperienze personali, e suggerendo in definitiva che la luce può emergere dall’oscurità. Musicalmente, la band rimane fedele al suo mix distintivo di aggressività implacabile ed elementi vividi e dinamici, ma la profondità e il ritmo dei testi conferiscono a questo album un tocco del tutto unico.

Il tutto si apre con Angels Weep e Paradigm Trigger in modo esplosivo, piene di urla gutturali, riff groovy e ritmi frenetici, mostrando la band al massimo della sua intensità. I ??testi affrontano la morte e l’incertezza di ciò che si trova oltre, creando un tono oscuro e potente. Con queste prime due tracce, i Like Moths to Flames abbracciano una dissonanza stratificata nel loro sound, fondendo elementi pesanti e progressivi con trame atmosferiche. Questo approccio, che ricorda il loro album del 2017 Dark Divine, mette in mostra la loro capacità di unire elementi melodici ed eterei con una base metalcore più pesante. Over The Garden Wall offre un altro potente successo, con i chitarristi Zach Pishney e Cody Cavanaugh che portano una varietà di influenze dal djent, black metal e hardcore, aggiungendo imprevedibilità pur rimanendo fedeli all’identità della band.

La sezione Fracture segna il primo cambiamento di tono con ballate più malinconiche come Gone Without A Trace e Dissociative Being, che evidenziano la riflessione della band sul peso emotivo della loro musica. Le melodie della chitarra e le voci cariche di emozione creano un’atmosfera densa e inquietante, enfatizzando l’interazione viscerale e dinamica tra elementi strumentali e vocali. L’album torna poi a un tono più brutale con Shepherds Crown, una traccia feroce che definisce una relazione in rovina con la religione, che porta alla morte della fede. Il suono più pesante della band fino ad ora è evidente qui, ed è davvero coinvolgente.

L’ultima parte dell’album continua a seguire questa brutalità sonora con Everything That Once Held It Together e la torbida The Depths I Roam, particolarmente degne di nota per le loro composizioni ricche e complesse. La traccia di spicco, tuttavia, è Kintsugi, che funge da fulcro tematico e musicale. Kintsugi, l’arte giapponese di riparare le cose rotte con l’oro, simboleggia la ricerca di Roetter nel trovare l’oro per riparare il proprio io, una ricerca universale di qualcosa che ci tenga insieme nei momenti difficili. L’impatto emotivo di questo messaggio è davvero importante. L’album si conclude poi con What Do We See When We Leave This Place?, offrendo una conclusione profonda e soddisfacente, assicurando che gli ascoltatori rimangano coinvolti fino alla fine.

Con “The Cycles Of Trying To Cope“, i Like Moths To Flames hanno creato uno dei loro migliori dischi fino ad oggi e un concept di spicco nel genere metalcore, raggiungendo un livello che i loro lavori precedenti non avevano ancora sfiorato. Quest’album suggerisce che attraverso la comprensione e l’accettazione delle nostre cicatrici emotive possiamo tornare ad essere completi; quindi, per chiunque sia alle prese con momenti difficili, offre un rassicurante promemoria che non siamo soli. Ma anche senza la profondità dei testi, l’album si erge da solo come una vera e propria potenza.

 10/10

 

Tracklist:
01. Angels Weep
02. Paradigm Trigger
03. Over the Garden Wall
04. Gone Without A Trace
05. Dissociative Being
06. The Shepherd’s Crown
07. To Know is to Die
08. Kintsugi
09. Everything That Once Held It Together
10. The Depths I Roam
11. What Do We See When We Leave This Place?

Band:
Roman Garcia – batteria
Zach Pishney – chitarra
Chris Roetter – voce
Cody Cavanaugh – chitarra

 

 

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