L’ex batterista dei Ramones, Marky Ramone, ieri, sabato 18 ottobre, avrebbe dovuto essere il protagonista di una serata di musica, esibendosi al CSA Baraonda, centro sociale autogestito di Segrate (MI).

Il concerto, però, è stato annullato all’ultimo momento.

Infatti, appena prima di salire sul palco, Marky Ramone ha avvertito che non si sarebbe esibito con una bandiera palestinese appesa alle sue spalle. A questo punto, i gestori del Baraonda, centro sociale impegnato nel sostegno al popolo palestinese nel conflitto con Israele, si sono rifiutati di togliere la bandiera posizionata dietro al palco.

Il musicista statunitense, è rimasto sulla sua posizione ed il concerto non è nemmeno iniziato.

Il centro sociale, in seguito all’episodio, ha diramato un comunicato sui suoi canali social per chiarire l’accaduto.

Di seguito il comunicato:

A volte ci vuole poco per trasformare una serata che sembra improvvisamente precipitare in una riaffermazione di ciò che sei e che fai come comunità.

Ieri Marky Ramones al CSA Baraonda non ha suonato a causa del nostro sostegno alla causa Palestinese. Ma andiamo con ordine.

Lo storico batterista con la sua band si presenta al CSA verso le 15. Girano per lo spazio, osservano le molte prese di posizione politiche che trasuda ogni angolo, i murales sulla Palestina e sulle molte altre cause, le bandiere, i comunicati. Girano, osservano, esprimono persino apprezzamento.

Non sembrano esserci problemi poi mentre gli Infiltrados suonano con un megaschermo alle spalle raffigurante la bandiera della Palestina e recante il messeggio: “Cessate il fuoco”. Nulla da segnalare durante lo show dei Lizi And The Kids, che si esibiscono con il vessillo palestinese appeso alle spalle.

Arriva il momento di Marky Ramones, improvvisamente la stoccata: con la bandiera palestinese sul palco si rifiuta di suonare. Una posizione ignava e indifferente a quanto sta accadendo a Gaza e tanto più assurda perché espressa proprio al momento di salire sul palco, non 1 minuto prima.

Lui e il suo entourage sapevano da mesi in che luogo si sarebbe svolto il concerto e la sua connotazione politica, avevano avuto modo di vederlo giorni prima della data, Marky stesso era presente nello spazio dal pomeriggio ed era stato avvisato della bandiera, accettandone la presenza.

Come Collettivo non potevamo ovviamente accettare una tale arroganza e provocazione. La bandiera lì sarebbe rimasta. La rock star poteva tranquillamente tornarsene da dove era venuta.

Il regalo più bello ci è venuto dal pubblico che, alla notizia della nostra decisione di non rimuovere la bandiera e quindi dell’annullamento del concerto, ci ha omaggiati con applausi e apprezzamenti, condividendo in pieno ciò che stavamo facendo.

Grazie a tutte le persone presenti, molte delle quali sono venute da lontano e che nonostante ciò ci hanno sommerso di calore, grazie alle band che si sono esibite e grazie al fan club dei Ramones che, nonostante la delusione, ha capito la situazione e, gestendo gli ingressi, ha rimborsato tutti coloro lo desiderassero.

Non abbiamo piegato la testa in luoghi e situazioni ben peggiori, non lo faremo di certo per assecondare le volontà reazionarie di un pavido artista.

Con la Palestina.

Contro ogni imperialismo.

Le compagne e i compagni del CSA Baraonda”

Le posizioni politiche, nei Ramones, hanno spesso dato vita ad attriti. Joey, cantante della band, era un fiero democratico, mentre Johnny, chitarrista del gruppo, ha sempre sostenuto i repubblicani. Marky Ramone, nella sua biografia “Punk Rock Blitzkrieg: My Life As A Ramone”, racconta alcuni aneddoti legati proprio a questo argomento.

L’artista, che recentemente ha anche comprato una casa nei paraggi di Arezzo, non si è ancora espresso in alcun modo dopo l’accaduto. L’unico post che ha pubblicato sui social, riguarda la conferma del concerto a Venezia in programma stasera.

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