Live Report a cura di Francesco Amato
Galleria fotografica a cura di Massimo Plessi

Si ringrazia MC2Live

Quando sonorità di colore rosso purpureo si sciolgono nella oscura foschia di un denso blu cobalto, sensazioni ed emozioni si amplificano e conducono in luoghi misteriosi, paesaggi surreali, luoghi nella profondità di mente e anima….

Le note si dissolvono, si ricompongono in ritmi lenti, quasi respirazioni del tempo. Il silenzio è interrotto da momenti di alta musicalità, vibrazioni di echi, impressionanti solo di chitarra, voci, suoni, gesti, pian piano si fanno strada rendeno speciale uno spettacolo fatto di bellezza, accuratezza artistica e perfetta simbiosi e sintonia tra artista, perchè di arte si parla, e pubblico in estasi.

MESSA e PARDISE LOST, sul palco insieme, a Padova, Hall, hanno espresso la loro diversa ma comune visione dell’intensità musicale, ammaliando, unendo, attraendo i presenti. Ogni sfumatura diventa un’emozione tangibile, ogni ombra un pensiero che prende corpo.

L’apertura spetta ai MESSA, che giocano in casa, ed in questo caso il famoso detto ‘nemo profeta in patria’ non è rispettato. MESSA sono una realtà consolidata, raffinata nell’eleganza e nella creatività. Un quartetto di incredibile talento e bravura che si spinge sempre più avanti, che osa sfidare i canoni della musica viaggiando tra stili differenti che si piegano alla loro creativita, rendendo tutto così lineare in una complessità così potente e sconvolgente, riuscendo ad assottigliare il confine tra realtà e sogno e lo stesso confine si piega, scompare, esplode. Tutto è intenso, ipnotico, sognante…

Setlist:
Babalon – At Races – The Dress – Immolation – Reveal – Thicker Blood

 

Poi PARADISE LOST, ogni colore si fa voce, ogni suono un frammento di eternità, tra riflessi doom e gothic e il tempo sembra fermasi e ogni istante sembra rallentare. Potente, supremo, corroso.

I brani ripercorrono la storia di una band che da più di 30 anni esprime un suo concetto musicale raffinato e particolare senza mai darsi per vinta e senza guardare indietro; tutto molto denso e carico di significato. Una trama sonora che ha affascinato gli appassionati presenti e non è stata solo musica, ma la estrapolazione di un modo di esprimersi in musica ricercato e singolare, forgiato durante tutta la loro lunga carriera. L’atmosfera si è fatta densa, grazie ai cinque artisti britannici, atmosfera carica di un significato profondo, dove i riflessi stilisitici e peculiari della band hanno plasmato la realtà. Una straordinaria alchimia di un suono potente, supremo, corroso, dove la sinestesia diventa verità e quindi ogni colore si fa voce, e la cadenza di ogni nota vibra come un frammento di eternità, ed è proprio così che deve essere. Il potere unico, il motore trainante, l’elemento esplosivo dell’arte che avvolge ogni cosa e ogni luogo…

Setlist:
Serpent on the Cross – Tragic Idol – True Belief – One Second – Once Solemn – Faith Divides Us / Death Unites Us – Pity the Sadness – Beneath Broken Earth – Nothing Sacred – Tyrants Serenade – Requiem – Mouth – Say Just Words – Encore: No Celebration – Ghosts – Silence Like the Grave

 

Bello aver partecipato, visto volti conosciuti e sguardi, che seppur nuovi, hanno rappresentato lo stesso unico disegno particolare di chi ama condividere un’emozione e la cruda bellezza della musica…

Redazione
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