Milano, 19 ottobre 2025: andare a ballare di domenica è possibile ma solo se sul palco ci sono i Pendulum: la band australiana capitanata da Rob Swire torna in Italia per un’unica data, a distanza di un solo anno dall’ultima volta in cui li abbiamo visti protagonisti su uno dei nostri palchi in totale modalità full band.

Alt Blk Era © Giulia Di Nunno | longliverocknroll.it

Prima di loro il duo Alt Blk Era, direttamente da Nottingham: sono le due sorelle Nyrobi e Chaya Becket-Messam a scaldare il pubblico prima degli headliner, accompagnate da chitarrista e batterista a chiudere il quartetto. Uscite ad inizio anno col disco d’esordio Rave Immortal, suonano e cantano drum’n’bass, il genere definitivo della serata: salgono sul palco con Come Fight Me For It, proseguono con la title track del disco e Run Rabbit a seguire. Coinvolgono il pubblico man mano che l’Alcatraz si riempie a suon di Tissues, My Drummer’s Girlfriend e Upstairs Neighbours, chiudendo con I’m Normally Like This.

 

A quel punto l’atmosfera è giusta per accogliere i padroni della serata: i Pendulum fanno il loro ingresso su Napalm, proseguendo con Save The Cat, dall’ultimo disco Inertia uscito lo scorso agosto. Fanno sul serio con la combo vecchia scuola Propane Nightmares e Come Alive, seguita da una Blood Sugar con all’interno il famoso mix di Voodoo People dei Prodigy che manda sempre tutti fuori di testa.

Pendulum © Giulia Di Nunno | longliverocknroll.it

È curioso rivederli in un tour indoor: la scenografia è minimal, lo show è supportato esclusivamente da luci, a differenza di quanto visto lo scorso anno nella cornice di Sherwood Festival, all’aperto, dove avevano visual di tutto rispetto – su tutti, i fotogrammi dal film Häxan, La stregoneria attraverso i secoli, tra le perle del cinema muto del secolo scorso. Anche il pubblico è, in effetti, in una veste completamente diversa: ci sono i metallari e ci sono i discotecari, in una convivenza civile, pacifica e persino armoniosa che raramente si potrebbe trovare sotto un palco. Continuano con Granite, Colourfast fino a una Encoder dall’outro totalmente e talmente EDM da far tremare il pavimento sotto i piedi.

Dopo Cannibal e Nothing For Free ci sono The Island pt. I e II, ben mixate, e dopo Silent Spinner – tra le vere perle dell’ultimo disco, c’è Halo, registrata con gli scream di Matt Tuck dei Bullet For My Valentine. Ne approfitto per fare un giro tra gli animali più sottopalco, prendendomi tempo per osservare anche quelli poco più calmi, in fila al bar o giù di lì: incontro maglie di At The Gates, Kraftwerk, Queens Of The Stone Age. È sempre il nostro pubblico anche se più sfumato, più variegato, ed è piacevole rendersi conto di come in questi casi non ci si limiti mai ad una sola preferenza, spaziando tra generi che sembrano diametralmente opposti ma che riescono ad unire e coinvolgere tanto quanto l’heavy metal.

Archangel, Witchcraft e Watercolour sono un unico lungo momento di divertimento collettivo in tre atti: ancor più divertente se pensiamo che il modo di ballarle suggerito dalla band stessa è “aprite il circle pit”. C’è un solo encore, ed è Tarantula: dal pogo al ballare ondeggiando sui ritmi reggae il passo è brevissimo e memorabile.

Setlist

Napalm
Save the Cat
Propane Nightmares
Come Alive
Blood Sugar / Voodoo People (Pendulum Remix)
Crush
Granite
Colourfast
Encoder (Hardstyle outro)
Cannibal
Nothing for Free
The Island – Pt. I (Dawn)
The Island – Pt. II (Remix, short version)
Silent Spinner
Halo
Archangel
Witchcraft
Watercolour
Encore: Tarantula

 

Andare a ballare di domenica è possibile e lo è anche per i metallari: l’ingrediente segreto è, come al solito, la qualità della musica suonata e sapere dove trovarla.

Gallery a cura di: Giulia Di Nunno

 

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