Domenica 9 febbraio 2025, il Legend Club Milano ha ospitato il concerto dei SELF DECEPTION, tappa del loro tour europeo. A causa di problemi logistici, le band inizialmente previste in apertura, Eyes Wide Open e TheCityIsOurs, non hanno potuto partecipare. Al loro posto si sono esibiti Endgame e With Hearth, offrendo al pubblico un’ottima introduzione alla serata.
With Heart

Puntuali come gli svizzeri quali sono, gli With Heart danno il via alla serata aprendo con sonorità potenti e piene di carattere. Groove incalzanti, ritornelli melodici, breakdown azzeccati e growl inseriti nei momenti giusti si alternano con grande coesione. Il gruppo ha delle sonorità molto interessanti e le sa esprimere al meglio. Ci regalano una scaletta equilibrata e perfettamente costruita che tocca momenti di forte carica, come riff intensi e breakdown spezza gambe di Gold e Locked Up, e intermezzi tranquilli e quasi romantici come nella prima parte di Sparks in cui il cantante si esibisce accompagnato da una base di pianoforte. Il pubblico, inizialmente un po’ freddo, piano piano si fa trascinare grazie alla coinvolgente presenza scenica del gruppo e del frontman che incoraggia il pubblico e muoversi e tra una canzone e l’altra si apre con discorsi incoraggiati che parlano dei temi trattati nelle canzoni. Gli With Heart sono giovani per formazione ma non per età – come lo stesso cantante ha affermato – e questo sicuramente si nota nella facilità con cui hanno saputo proporre una performance di qualità che rispecchia appieno tutte le caratteristiche del metalcore e che spero di rivedere al più presto.
Endgame

Con il secondo gruppo in line-up passiamo a delle sonorità un po’ differenti. Gli italiani Endgame propongono dei suoni più alt metal uniti a contaminazioni di vario tipo: troviamo infatti alcuni tratti cantati con una metrica molto rap e delle linee di basso ritmate, armonizzazioni melodiche quasi pop e basi elettroniche come riempimento in sottofondo. Sono comunque presenti alcune delle caratteristiche tipiche del genere come i riff nu metal e qualche breakdown. La voce morbida risulta un po’ slegata dalle sonorità musicali che, a mio avviso, spiccherebbero maggiormente con un timbro più deciso e graffiante. Anche il gruppo nostrano lascia spazio a discorsi di introduzione alle canzoni che toccano argomenti profondi e a momenti delicati come l’inizio di The day before goodbye in cui il canto viene accompagnato da una base di violino.
Self Deception

Senza alcun tipo di incoraggiamento o richiesta, dalla prima nota suonata dai Self Deception il pubblico balla, salta e si lascia andare. L’esibizione inizia infatti con due pezzi che ci catapultano direttamente nel mood di completa euforia e divertimento tipici di questo gruppo. In Blood & Scars e The Scandinavian Dream troviamo ritmi incalzanti, breakdown, growl, inseriti dubstep, voce pulita molto armonica – tutti elementi che rappresentano al meglio l’essenza divertente e spensierata ma anche potente del gruppo norvegese.
Nelle canzoni dei Self Deception c’è di tutto e di più ma anche dell’ignoto perché non si sa mai cosa aspettarsi e per me che non avevo una conoscenza approfondita del gruppo, la sorpresa era sempre dietro l’angolo.

Oltre a mostrarsi scanzonato e ironico, il gruppo ci mostra un lato intimo e riflessivo: Intoxicated Haze parla dei problemi di alcolismo del cantante e Hell And Back, dedicata ad un amico che si è tolto la vita da poco, è accompagnata da un incoraggiamento a parlare senza timore dei propri sentimenti e momenti difficili.
Questa del Legend Club è stata l’ultima data del Destroy The Art Europe Tour ma nonostante la verosimile stanchezza, il gruppo si è fermato per un meet & greet finale adorabile, con tanto di firma copie, abbracci, chiacchiere e sorrisi.

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