SKUNK ANANSIE - The Painful Truth - Longliverocknroll.it

2025 – FLG Records

A distanza di nove anni, gli SKUNK ANANSIE tornano con un nuovissimo album intitolato “The Painful Truth”. Tutto è estremamente diverso e nuovo, rispetto al precedente “Anarchytecture”. L’intenzione della band, per questo nuovo lavoro inciso per la neonata etichetta FLG Group (Frontiers Label Group), è di tornare a regalare ai propri numerosi fans un nuovo grande disco.

Ci sono riusciti o non ci sono riusciti?

Innanzitutto, questo è un disco che è molto ricercato e molto vario a livello di produzione. La produzione è curata da David Sitek e personalmente ero molto scettico sulla qualità dell’album, visto che il primo singolo “An Artist Is an Artist” l’ho trovato assai piatto, banalotto e ripetitivo, e già ascoltato troppe volte con nomi minori della new wave anni Novanta.

Il secondo singolo “Lost and Found”, invece, mi ha conquistato senza che potessi opporre resistenza dal primo ascolto. Un giro di basso pazzesco, la voce di Skin, che a volte è dolce e altre volte davvero bell’incazzata, mi hanno davvero convinto. Un pezzo che addirittura va anche a mischiare qualche sonorità swing. Una cosa che non mi sarei mai aspettato da loro, ma che funziona alla grande.

Skin ha presentato questo album dicendo che la “dolorosa verità” (titolo dell’album) è che la band non scriveva un grande album da moltissimo tempo.

“Non mi interessa se siamo stati grandi negli anni Novanta”, afferma la cantante Skin. “Dal punto di vista creativo è irrilevante, perché nella mia bibbia del rock il primo comandamento recita: ‘Se ti adagi sugli allori, appassisci e muori artisticamente, musicalmente e mentalmente. E poi finanziariamente’.”

Il terzo singolo “Shame” è un pezzo davvero ipnotico, e “Cheers” è invece un pezzo davvero vincente, dove indubbiamente riemergono gli Skunk del passato. Molto ballabile e grintosa allo stesso tempo.

“Shoulda Been You” è invece un pezzo che sa coniugare alla grande sonorità reggaeggianti (direi quasi alla Police) con cavalcate sonore che in alcuni tratti mi hanno ricordato i momenti migliori di un’altra grande cantante e grande gruppo, ossia Florence and The Machine.

La band ha tenuto questa primavera un concerto sold out all’Alcatraz a marzo e tornerà in Italia quest’estate per una serie di date molto varie. Skin è legatissima all’Italia, sia per l’ospitata in un hit dei Marlene Kuntz, sia perché è stata giudice di un notissimo talent show musicale, che non sto a citare ma che parafraso col termine “Fattore X”.

Le date italiane degli Skunk Anansie saranno queste:
5/7 – BCT Music Festival, Musa Arena, Benevento
6/7 – Senigallia Festival, Piazza Garibaldi, Senigallia (AN)
8/7 – Roma Summer Fest, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone Cavea, Roma
9/7 – Sequoie Music Park, Parco Delle Caserme Rosse, Bologna
11/7 – Marostica Summer Festival Volksbank, Piazza Castello, Marostica (VI)
12/7 – Villa Bertelli Live, Villa Bertelli, Forte dei Marmi (LU)
13/7 – Brescia Summer Music, Arena Campo Marte, Brescia

Tornando al disco, non si può rimanere insensibili alle vibrazioni che sa regalarti un pezzo come “Fell in Love with a Girl”, quasi orientaleggiante all’inizio e con vari ritmi di tempo ed inserimenti elettronici e di beats, qua e là.

“My Greatest Moment” è un pezzo che si lascia ben gustare e dall’andamento assai lento, con feedbacks chitarristici che sono un po’ il classico tocco in più.

Skin, Skunk Anansie live @ Rimini, 2025 – ph Michele Mattarelli

Chiude questo lavoro, che sicuramente è ben riuscito, la mega ballatona di turno “Meltdown”, dominata dal piano e dalla voce sofferta ed evocativa di Skin (in alcuni tratti). Un pezzo estremamente diverso da ballads storiche della band, come ad esempio “You Saved Me”.

Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà una bella collaborazione tra gli Skunk Anansie e FLG Records. Una band che come la fenice è risorta dalle proprie ceneri e ha saputo centrare in buona parte l’obiettivo di realizzare un grande album.

L’album non è immediato, ma una volta entrato in circolo, ti regala ottimi momenti di grande musica.

Recensione: Mauro Brebbia.

TRACKLIST: