E’ forse il progetto piùimpegnativo dei SOILWORK: “The Feverish Trinity”, una trilogia di canzoni con video di accompagnamento che, secondo la band, “celebrerebbe le dee della morte babilonesi che un tempo rendevano il mondo un luogo piùfebbrile ed emozionante“. SOILWORK compie gli ultimi passi in questo viaggio che ci ha portato negli abissi e nei lati oscuri dell’umanità , rilasciando l’ultima puntata di questa entità : “Death Diviner”.

“Death Diviner” è l’ultimo capitolo della trilogia “Feverish”, la fine del cammino che “Feverish” e “Desperado” ci hanno indicato. Il tema generale di queste tre canzoni è un tentativo di descrivere l’oltremondo, le emozioni che il tuo corpo non riesce a contenere e le misure disperate che prendi quando senti che c’è qualcosa là  fuori che ti chiama, qualcosa di molto piùgrande di te, ma sai che se potessi raggiungerlo, parlargli, sentiresti un senso di appartenenza per la prima volta nella tua vita. Perché è questo che manca a tutti noi, no? Tutti vogliamo appartenere a qualcosa, ma non è mai giusto. Hai sempre quel prurito, quella sensazione un po’ scomoda che potresti essere molto di più, se solo fossi stato da qualche altra parte, con un’anima gemella che sapeva tutto quello che avevi passato, e non ha mai giudicato nessuna delle tue azioni perché era l’unica cosa che potevi fare in quel momento. Death Diviner non fornisce le risposte. La trilogia della “Febbre” non fornisce le risposte. Ma fornisce un ‘E se?’ che potrebbe cambiare la tua vita.

 

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