Altro giro, altra corsa: seconda serata all’Alcatraz, martedì 11 marzo, per i Subsonica. Dopo il soldout della sera precedente, seguito da altre diverse date tutto esaurito a Bologna, Roma e – non poteva essere altrimenti, a casa a Torino, il club tour dei Subsonica replica a Milano.

In apertura, a definire subito il mood della serata, il duo electro-rock milanese Dolores Motel Etc., con brani dal loro disco di debutto, dal titolo (What a) Spectacular Sadness, e il loro ultimo EP The Truth Shouldn’t Be Bothered By A Good Story, uscito lo scorso anno.

Alle 21.30 finalmente si rispengono le luci: i Subsonica salgono sul palco silenziosi, con una tranquillità che sappiamo essere solo apparente nell’istante in cui parte la prima canzone, Eden. “Iniziamo con qualche brano di Realtà Aumentata, l’ultimo arrivato”, dice Samuel Romano. “Tiriamo tutti insieme un Pugno Di Sabbia”.

 

Si alzano i bicchieri di birra, si inizia a ballare e a passare in mezzo al pubblico per trovare sempre più il proprio posto all’interno di quel piccolo mondo. Noto che il pubblico non ha target di età: davanti a me c’è una bambina accompagnata dal papà, giovani e meno giovani, adulti di ogni tipo. Tra una nota e l’altra mi passa davanti una donna che si accorge della mia maglia di Nine Inch Nails e si ferma dicendomi che al loro prossimo concerto in Italia ci sarà anche lei. È tutto perfetto: è questa la condivisione umana di cui abbiamo bisogno ed è sempre un peccato pensare di essere così indaffarati nella vita per poterla vivere solo ogni tanto.

Dopo Africa su Marte è il momento di Nessuna Colpa e di Colpo di Pistola. E poi “le albe possono essere chiare o possono essere scure”, ed eccola lì Albascura, intensa, dai suoni assordanti. Boosta – al secolo Davide Dileo, si prende un momento per ringraziare il pubblico. “Questo è il nostro ultimo tour… Fino all’anno prossimo. Facciamo trent’anni come band, siamo ancora innamorati di questo palco come allora, ma con voi è più bello”. Ci dice che ora partono i pezzi che ricordano che i Subsonica hanno iniziato a fare musica perché, fondamentalmente, a loro piace ballare. Attaccano con La Glaciazione ed è proprio come ci si aspettava: si illumina la discoball sul palco e tutti, ma proprio tutti i presenti in sala, ballano.

Dopo Nuvole Rapide, Nuova Ossessione, Ultima Risposta e Up Patriots To Arms – canzoni che il pubblico canta dall’inizio alla fine, è il momento di ricordare. “È difficile stare sul palco questa sera, perché se n’è andata una persona che ha sempre creduto in noi”, in riferimento a Sergio Ricciardone, fondatore e direttore artistico del Club To Club, noto festival torinese di musica elettronica. In suo ricordo, i Subsonica eseguono I Cerchi Degli Alberi, che il pubblico ascolta con rispetto prima di lasciarsi andare ad un fragoroso applauso finale.

Max Casacci presenta Sole Silenzioso con un discorso molto sentito su tutto ciò che succede là fuori mentre noi siamo a divertirci. La festa continua ma non dobbiamo dimenticarci del senso di responsabilità comune che abbiamo. “Disobbedire è l’anticamera a ogni forma di fascismo”, parole molto forti che mi ricordano che l’arte è politica sempre, e che è un bene che lo sia.

Arriva il momento delle più conosciute. “È ancora il momento di sognare, dimostriamolo” con Aurora Sogna, Depre, Liberi Tutti e Benzina Ogoshi, con un pubblico in delirio e un Samuel che tenta di avvicinarsi il più possibile alle prime file. “Dedichiamoci a vicenda la prossima canzone”, che è Tutti I Miei Sbagli: cantiamo più forte persino di lui e ci prendiamo il nostro assoluto momento da rockstar.

Poi è quasi l’ora di salutarsi: “siete insaziabili, vi abbiamo abituato male”, scherzano sul palco. Come promesso, ne fanno un altro paio: l’encore è affidato a Strade e Preso Blu. Una serata magica all’insegna dell’elettronica, in attesa di un trentennale altrettanto magico che ci permetterà di riviverla, con la stessa intensità e allo stesso volume.

Foto di Erika Gagliardi

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