Report a cura di Patrizia Bazzani.
La serata si prospettava stranamente pacata e tranquilla, appena arrivata il pubblico era tutto fuorché numeroso e la line up monca di una band. I Graphic Nature hanno infatti annunciato giusto il giorno prima della data italiana lo stop dal tour per problemi economici legati al van.
Sono bastate alcune note della prima canzone in scaletta dei SUMMER HAILSTORM per animare il locale. Il pubblico ha iniziato a popolare il pit e a rispondere agli incoraggiamenti del cantante della band. Dopo aver suonato Deathrone, il loro ultimo singolo, il cantante Marco La Mendola ha notato che il pubblico era ancora timido e ha detto “ok, vengo io da voi” e si è tuffato oltre le transenne per raggiungere il centro del pit ed è stato bravissimo a tenere alta l’attenzione per tutta la durata del concerto e a coinvolgere le persone presenti, ad esempio girando il microfono verso le prime file che cantavano a squarciagola.
Ho trovato i suoni un po’ vuoti e a volte approssimativi a differenza delle canzoni registrate che dimostrano la qualità dei SUMMER HAILSTORM ma la presenza scenica del gruppo lombardo ha scaldato gli animi e proposto un inizio di serata degno di nota.
I LOVE IS NOISE sono stati un’esplosione in tutti i sensi possibili: la loro carica di energia e dirompenza è equivalente ai livelli di emozione e sentimento che portano sul palco. Si passa da
ritmi e voci graffianti al nu metal, da influenze punk dei primi lavori a melodie shoegaze che
rendono l’atmosfera preziosa e malinconica.
La sensibilità del gruppo è uscita anche quando Boutique è stata dedicata ai Graphic Nature che sono stati costretti a ritirarsi dal tour. Una scaletta molto breve ma davvero intensa, che ha toccato le varie sfaccettature musicali del gruppo, che riesce a mettere assieme con grande coesione e coerenza. Secondo me, il momento più alto della serata.
L’atmosfera malinconica continua anche con l’arrivo dei THORNHILL che aprono con The Hellfire Club e Arkangel che mi riportano a certi immaginari legati ai Deftones. L’aria è subito cambiata con Raw, Nerv che hanno portato sonorità e ritmi più intensi e graffianti e nel pit è esploso un moshpit che con il proseguire della serata si è fatto sempre più energico.
Lily & The Moon ha rallentato per un attimo il ritmo della serata creando un’atmosfera magica
grazie alle torce dei telefoni che ondeggiavano nella sala, che ha ripreso subito dopo a scatenarsi
sulle note di Coven e delle tracce successive che hanno alternato momenti di nostalgia a slanci di
energia pura.
La presenza scenica dei THORNHILL è stata minimale ma di grande impatto, infatti la folla non voleva lasciarli andare, chiedendo a gran voce un’ultima canzone mentre il palco veniva smontato.
1. The Hellfire Club
2. Arkangel
3. Raw
4. nerv
5. Views From The Sun
6. Lily & The Moon
7. Coven
8. Viper Room
9. Obsession
10. Casanova
11. Where We Go When We Die
Foto di Giulia Di Nunno.
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