A quasi due anni dall’ultima apparizione, torna lo psycho circus degli Avatar sui palchi italiani. E finalmente sia la cornice di pubblico che lo stage sono degni della loro presenza scenica. (Segui il link per la Galleria Fotografica del concerto)

Apre le danze, Old Kerry McKeel, un musicista folk/blues svedese ma con ampie contaminazioni americane, che, con un one man show davvero apprezzabile per energia e tecnica, porta un po’ di old school che da un lato va sempre bene.

Un rapido cambio palco lascia spazio agli Hellzapoppin’. Attesissimo freak show che scalda alla perfezione il pubblico con esibizioni che superano ogni aspettativa.
Tra camminate su cocci d vetro, mangiaspade e camice di forza, i cinque outlaws americani confermano che la soglia del dolore non è un loro problema.

Dopo un intro con atmosfere medievali, ci accoglie Jonas Jarsbly con tanto corona e mantello, seduto su un trono posizionato su una rampa alle spalle della band.  L’assolo del chitarrista accoglie gli altri membri della band che vengono accompagnati da un pubblico ormai prontissimo. Apre “Legend of the King”, prima traccia dell’ultimo lavoro della band svedese, seguita in rapida successione da “Let it Burn” e “Paint me Red” diventate ormai dei classici per chi li segue da tempo.

Un Johannes Eckerström in gran forma, ci ributta nelle atmosfere fiabesche dell’ultimo disco con “King’s Harvest” che dimostra quanto i cinque ragazzi di Göteborg siano eclettici ed imprevedibili. Proseguiamo con “Bloody Angel” e “For the Swarm” che, eseguite senza alcuna pausa, mettono a dura prova le prime file del pubblico. Si continua “The King Wants You”, singolo estratto dall’ultimo lavoro che vede una partecipazione quasi totale da parte del pubblico che ormai riempie l’Alcatraz.

Arrivati quasi a metà  scaletta, possiamo dire che lo stage è ormai in loro possesso. E la conferma l’abbiamo con una sequenza di sette pezzi che guidano chi magari li ha conosciuti da poco, alle loro vecchie sonorità . Da “The Eagles Has Landed” a “Smells Like a Freakshow”, passando per “Reload”, pezzo del loro omonimo album che a breve compirà  dieci anni. Insomma, si passa da atmosfere e sonorità  che strizzano l’occhio al power metal, per finire con riff degni delle migliori band melodic death.

Ci avviamo verso la chiusura dello show con due pezzi di “Avatar Country”. Decidono di salutarci con “A Statue of the King” e “The King Welcomes you to Avatar Country”. Il re viene nuovamente incoronato e la band si congeda. Anzi no. Tutti si aspettano ancora qualcosa e la band non ci delude. “Hail the Apocalypse” chiude in maniera perfetta un live che non ha lasciato deluso nessuno. Sfumature di ogni genere che colorano il loro live con originalità , tecnica, simpatia e tanta modestia che fa veramente bene.

Una band che in pochi anni è diventata una certezza nel panorama metal europeo e mondiale che, sicuramente, non tradirà  le attese e continuerà  a stupirci.

AVATAR
Johannes Michael Gustaf Eckerstrom ”“ Voce
Jonas Kungen Jarlsby ”“ Chitarra
Tim Ohrstrom ”“ Chitarra
Henrik Sandelin ”“ Basso
John Alfredsson ”“ Batteria

Setlist:
Legend of the King – Let it Burn – Paint Me Red – King’s Harvest – Bloody Angel – For the Swarm – The King Wants You – Puppet Show – Tower – The Eagle Has Landed – War Song – Raven Wine – Reload – Smells Like a Freakshow – A Statue of the King – The King Welcomes You to Avatar Country – Hail the Apocalypse

 

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