I SoleDriver sono uno dei progetti più interessanti nati di recente. La collaborazione tra Sweet e Del Vecchio ci ha appena regalato un nuovo album e i due protagonisti sembrano avere tutte le intenzioni di proseguire nel percorso intrapreso.

Proprio con Alessandro Del Vecchio, ho avuto occasione di parlare di questa nuova avventura.

Vi lascio quindi alla nostra chiacchierata.

Ciao, benvenuto su Long Live Rock’N’Roll. Iniziamo con una presentazione: chi sono i SoleDriver e come nasce questo vostro progetto?

Ciao, grazie di averci accolto sul vostro portale. I SoleDriver nascono dall’unione tra me e Michael Sweet degli Stryper. L’idea è venuta a Michael quando l’ho coinvolto nel brano “Push Through” che è uscito in piena pandemia come “Frontiers All Stars”. Ci conoscevamo da anni ma qualcosa deve essere scattato perché mi ha chiesto di scrivere un disco AOR con lui in modo che potesse fare qualcosa di diverso da Stryper o Sweet&Lynch (disco a cui ho poi partecipato come produttore e bassista). L’idea era proprio quella di dare a Michael brani con sonorità classiche e melodiche in modo che potesse esprimersi su un territorio che erano anni che non affrontava, almeno dai tempi della sua militanza con i Boston.

Avete all’attivo entrambi molti anni di musica ed avete accumulato tante esperienze. Tutto questo come si va a miscelare nel progetto?

Sicuramente l’esperienza e i tanti dischi fatti in precedenza ti aiutano a concentrarti su un obiettivo e non scrivere in maniera disorganizzata. Conoscendo entrambi in maniera peculiare il nostro genere, ci ha permesso di poter scrivere liberamente, divertirci ma essere sicuri che avremmo raggiunto una qualità importante, anche perché noi vorremmo davvero che SoleDriver si trasformasse e crescesse tanto.

È appena uscito il vostro album, lo potresti presentare ai nostri lettori?

Il disco è il perfetto blueprint per Michael Sweet e la sua voce unica. Io lo vedo davvero come un disco al servizio di una delle più grandi voci del rock e del metal. Abbiamo scritto tutto assieme e io mi sono occupato di tutti gli strumenti, tranne della batteria che è suonata magistralmente da Michele Sanna.

Il vostro lavoro trova ispirazione o è stato influenzato da qualcosa o qualcuno in particolare? Come nasce l’idea di produrre un album “melodico”?

Da grandi fan del genere, diciamo che mettendo assieme Foreigner, Boston, Journey, Toto, Loverboy e Survivor si va a ispirarsi al top del genere. Un disco melodico nasce dalla voglia di mettere le melodie, soprattutto dei ritornelli, e la voce, al centro focale della scrittura. Tutto gira intorno alla melodia. Anche come parti di chitarra, io ho lavorato al 90% sulla melodia e l’emozione di quello che suonassi e il restante su piccole parti più tecniche, ma sempre al servizio del brano. Quando mi siedo con una chitarra, i due chitarristi che riesco a trasportare da testa a dita sono Neal Schon e Gary Moore, che per me rimangono i chitarristi rock per eccellenza, proprio perché i loro soli sono una canzone nella canzone.

Come si è sviluppato il vostro processo creativo e compositivo in questa collaborazione?

Ho mandato le musiche a Michael che ha lavorato alle melodie coinvolgendo Giancarlo Floridia nei testi. Abbiamo fatto un po’ di ping pong con le idee fino ad arrivare a quello che potete sentire nell’album.

Avete date live imminenti, per promuovere l’album, che volete segnalare ai nostri lettori?

Vorrei dirti di sì, ci lavoreremo se il disco andrà bene!

Quali sono i vostri progetti futuri? Pensate di dar seguito alla vostra collaborazione?

Assolutamente, SoleDriver nei nostri piani non è un one-stand album, anzi!

Ti ringrazio per avermi dedicato il tuo tempo, per aver concesso ai nostri lettori la possibilità di conoscere meglio questo nuovo progetto e per averci presentato il vostro disco. Lascio lo spazio a te per le considerazioni finali.

Siamo noi a ringraziare te e Long Live Rock’N’Roll! Senza supporto non avremmo voce per raccontare chi siamo, Grazie!

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