I Secret Sphere, hanno appena pubblicato, il 10 novembre, il loro nuovo album “Blackened Heartbeat”, per Frontiers Music SRL.
Il disco, che sta ricevendo ottime recensioni, verrà presentato, domenica 26 novembre, al Teatro Alessandrino.
Di seguito la formazione attuale del gruppo, con la quale è stata prodotta quella che rappresenta la loro decima fatica in studio.
Roberto Ramon Messina – voce
Aldo Lonobile – chitarra
Gabriele Ciaccia – tastiera
Andrea Buratto – basso
Marco Lazzarini – batteria
Antonio Agate – orchestrazioni
Marco Lazzarini, batterista della band, ha gentilmente risposto ad alcune mie domande. Vi lascio quindi alla nostra chiacchierata.
Ciao, benvenuto su Long Live Rock’N’Roll. Iniziamo con una presentazione: chi sono i Secret Sphere?
Un saluto a tutti i lettori di Long Live Rock’N’Roll. I Secret Sphere sono una band di ragazzi, all’epoca appena ventenni, nati nello stesso quartiere della stessa città (Alessandria, ndr), fortemente influenzati dalla scena power metal melodica/classica, desiderosi di imbracciare gli strumenti e dire la loro. Era il ’99. Durante quasi 25 anni di attività e qualche cambio di formazione, la band arriva oggi al decimo album in studio con un entusiasmo ritrovato e più acceso che mai.
Avete ormai all’attivo molti anni di musica. Come pensi che si siano evoluti la band e il vostro sound nel tempo?
Penso che la band, negli anni, sia stata in grado di proporre ed alternare differenti sfumature all’interno del proprio stile musicale, senza però mai perdere la matrice predominante: quel Metal melodico e orchestrale, spesso verso lo Speed, che è stato il filo conduttore di un’intera discografia. Talvolta più tendente al Progressive, nel caso di “The Nature of Time” per esempio, fin quasi a toccare l’Hard Rock se prendiamo il coraggioso “Scent of Human Desire”. Possiamo dire che, con il ritorno di Ramon alla voce, la band sia tornata in qualche maniera a concepire gli album come un tempo, rifacendosi ai propri capisaldi storici dei primissimi anni, con un sound chiaramente evoluto e ormai al passo con la crescita personale ed artistica di ognuno di noi.
Ci sono gruppi che sono stati particolarmente d’ispirazione e di riferimento nel vostro percorso?
Parlando dei primi anni di attività, credo che tutta la scena Power Metal sia stata di grossa ispirazione. Senza dubbio band come Helloween, Blind Guardian e Stratovarius, giusto per citarne alcuni, ma anche il lato Prog è sempre stato una grossa influenza. Mostri sacri come Symphony X e Dream Theater. Ultimamente, il sound si è “incattivito” anche a fronte di svariate influenze Thrash Metal, come i Testament, o addirittura più estreme, scandinave.
Sta per uscire il vostro nuovo album “Blackened Heartbeat”, la vostra decima fatica in studio. Lo presenti ai nostri lettori?
Il sound di “BH” trova le sue fondamenta e va ad esaltare il lato più oscuro e cupo della band. I riff di chitarra sono più corposi e massicci, per quanto mi riguarda penso di non aver mai registrato un album così serrato e veloce, parlando delle parti di batteria. Le melodie stesse sono spesso intrinseche di quella sensazione di “oscurità” che penso sia davvero quella caratteristica differente rispetto al passato e che rappresenta appieno questa nuova produzione. La voce di Rob e le orchestrazioni di Antonio fanno da collante al tutto, restituendo parte di quel sound caratteristico che ha accompagnato ogni nostro episodio. Nonostante questo, in definitiva, penso si possa affermare che si tratti dell’album più estremo dell’intera discografia della band.
Avete date live imminenti, per promuovere l’album, che vuoi segnalare ai nostri lettori?
Assolutamente! Partendo dalla più imminente, nonché più importante, il prossimo 26 novembre, domenica, ci esibiremo al Teatro Alessandrino di Alessandria. La particolare occasione sarà proprio la presentazione dal vivo di “Blackened Heartbeat”, nient’altro che un Release Party giocato in casa. Sarà, però, un concerto più elaborato rispetto al solito: con video proiettati per tutta la durata dello show, ad accompagnarci sul palco ci saranno inoltre dei coristi, musicisti addizionali e le ballerine del Liceo Coreutico di Alessandria che andranno ad accompagnare alcuni brani. Da sottolineare il graditissimo ritorno in formazione dal vivo di Antonio Agate, storico tastierista della band, unicamente per questa particolare occasione. Presenteremo inoltre un mini-set acustico. Siamo infine orgogliosi di annunciare che parte del ricavato della serata andrà devoluto in beneficenza a favore del reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale di Alessandria. Oltre questo evento, i cui biglietti sono acquistabili sulla piattaforma Ticketone, a dicembre torneremo finalmente in Giappone per tre concerti, dopo più di quattro anni. Non vediamo letteralmente l’ora!
Come si sviluppa in genere il vostro processo creativo e compositivo? Siete metodici o lasciate più spazio all’improvvisazione? Solitamente nascono prima le parole o la musica?
Il nostro modus operandi è ormai consolidato e durante le ultime produzioni abbiamo avuto modo di renderlo ulteriormente efficace. Aldo è il principale compositore, arrangiatore ed autore della maggior parte dei brani. Assieme ad Antonio (Agate, ndr), arrangiano e pre-producono una prima versione semi definitiva per ogni canzone. A quel punto ricevo il materiale, riscrivo a mio gusto le parti di batteria e talvolta cambio/modifico qualche sezione del brano. Le linee vocali e i testi vengono affrontati in un secondo momento, a composizione già arrangiata e quasi completamente definita. Infine si arrangia ulteriormente a seconda delle modifiche o delle idee dell’ultimo minuto, ma si può dire che una buona fetta della produzione sia già definita dal principio da Aldo e Antonio.
Ci sono band che preferiscono la fase compositiva ed in studio, altre che prediligono i live. A voi cosa regala più soddisfazioni?
Difficile dare una risposta. Credo che per noi il lato compositivo e lo studio siano motivo di grande stimolo e soddisfazione, ma tutto avrebbe molto meno senso se non portassimo poi il nuovo materiale dal vivo. Il palco è e sarà sempre quel luogo dove ci ritroviamo e ci uniamo definitivamente come band, incontrando nuovamente le emozioni e le sensazioni delle origini.
Ci puoi raccontate un aneddoto o una curiosità? Qualcosa di strano o divertente che vi è capitato in questi anni?
Di recente siamo partiti da Alessandria per suonare da headliner ad un festival ad Heilbronn, in Germania: 7 ore circa di guida. Dovendo presenziare sul posto alle 15.30, la partenza era prevista per la mattina molto presto. Va ammesso che la puntualità non è mai stata il nostro forte, difatti ci mettemmo in moto con già troppo accumulo, attaccando il navigatore una volta in viaggio con il seguente orario di arrivo indicato: 15.20. Con circa sette ore di viaggio davanti a noi e due dogane statali da oltrepassare. Sulla carta, missione già impossibile di partenza quella di arrivare puntuali al load-in previsto. Successe invece che le dogane non ci fermarono per accertamenti, non trovammo particolari code durante il tragitto, riuscimmo ad organizzare pause limitate e veloci, insomma per una volta sembrava andare tutto liscio. Difatti ci trovammo a 800 metri dalla venue alle ore 15.25. Incredibile! Peccato che, nell’attesa di superare l’ultimo semaforo, proprio in quel momento, la polizia transennò le strade, bloccando ogni transito, a causa di una manifestazione di camion, autocarri, mezzi pesanti, mezzi di ogni genere, che cominciò a sfilarci davanti al naso, con noi impossibilitati a muoverci. Il tutto durò all’incirca un’ora. Arrivammo alla venute alle 16.30 passate. Non sapevamo più se ridere o bestemmiare, nel dubbio abbiamo optato per entrambe le soluzioni!
Cosa ne pensi della scena metal italiana? Ci sono gruppi emergenti che ultimamente ti hanno stupito?
La scena italiana è sempre stata molto ricca di ottime band e di grandi musicisti, a partire dagli anni ’70 in poi, per quanto riguarda il rock. Non credo sia mai mancata la qualità, nella maggior parte dei casi, quanto la mentalità e l’attitudine di una buona fetta di noi musicisti. Associata chiaramente, ad un sistema culturale nostro, molto differente rispetto ad altri paesi europei, parlando di musica. Oggi non è davvero semplice trovare i giusti spazi per esibirsi e per portare in giro la propria musica, ed è un fatto andato peggiorando almeno negli ultimi 20 anni purtroppo. Ma se ti devo nominare una band, tralasciando i grandi nomi più o meno blasonati, ti porto i The Shameless, un gruppo di quattro ragazzi giovanissimi che ho incontrato ad Isola Rock lo scorso maggio. Seppur agli esordi, hanno dimostrato una personalità non comune e una consapevolezza del proprio sound davvero degna di nota. Ottimi musicisti e coraggiosi nell’affrontare un Prog Rock/Metal davvero poco usuale se considerata la giovane età dei componenti. Mi sono piaciuti veramente molto!
Negli ultimi anni si sono affermate prepotentemente le piattaforme streaming ed è completamente cambiata la fruibilità della musica. Cosa ne pensi e come vi rapportate a queste modalità?
Ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, come ogni cosa d’altronde. Indubbiamente Spotify ti permette di avere in tuo possesso e in tempo reale tutta la musica del globo, è molto bello poter ascoltare interi album direttamente dal proprio dispositivo. Questo da inoltre la possibilità di portare la propria musica alle orecchie di tutti in maniera davvero molto più semplice ed immediata rispetto ad un tempo. Il rischio, tuttavia, è quello di finire in un infinito calderone di produzioni, dal quale non è così immediato riuscire ad emergere o ad essere notati.
La fantasia non si pone limiti. Se poteste scegliere, con chi vorresti fare una collaborazione per un vostro brano in un futuro album? O chi ti piacerebbe come guest sul palco insieme a voi?
Credo che al momento, per quanto bizzarro e strano possa sembrare considerando il nostro genere predominante, sarebbe molto interessante collaborare o avere come guest un cantante di metal estremo. Ci abbiamo pensato già per questo album effettivamente, non è detto che prima o poi capiti la giusta occasione o il brano adeguato.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Sicuramente, al di là dei prossimi impegni di cui ho già parlato, c’è il piano di portare “Blackened Heartbeat” anche e soprattutto fuori dall’Italia. È probabile quindi che nel ’24 organizzeremo qualche tour o eventi sporadici in Europa. Credo, inoltre, che non passerà molto tempo prima che affronteremo nuovamente un discorso di composizione. Staremo a vedere!
Ti ringrazio per avermi dedicato il tuo tempo, per aver concesso ai nostri lettori la possibilità di conoscervi meglio e per averci presentato il vostro nuovo disco. Lascio a te lo spazio per le considerazioni finali.
Ti ringrazio davvero, come ringrazio nuovamente tutti i lettori di questa splendida Webzine per la lettura e per tutto il supporto dimostrato durante questi anni di attività. Vi aspettiamo il prossimo 26 novembre al Teatro Alessandrino per festeggiare assieme l’uscita di “Blackened Heartbeat”. Non capita tutti i giorni di assistere ad un concerto metal a teatro, si tratta quindi di un’occasione da non perdere. Cosa stai aspettando dunque? Corri a procurarti un biglietto!
Comments are closed.