In un inusuale contesto per un concerto metal come quello della Santeria Toscana 31 di Milano va in scena l’esibizione di una delle più intriganti ed innovative band di melodic death metal. Gli Avatar hanno saputo costruirsi negli anni quello che è un vero e proprio genere a sé, riuscendo a creare uno stile inconfondibile pur rimanendo fedele ad elementi chiave che contraddistinguono il melodic death metal. Il loro spettacolo è qualcosa di unico, pieno di sorprese ed elementi che rendono il concerto un vero show dove due ore volano senza neanche rendersene conto. Il merito va principalmente attribuito al frontman della band, l’inimitabile Johannes Eckerström. Oltre ad essere un cantante dalle capacità vocali impressionanti, facendo prova di una maestria senza uguali sia nei clean vocals che nel growl, Johannes ha delle capacità da frontman davvero uniche. Dallo studiarsi lunghe repliche in italiano fino alla vena da comico, Johannes sa come intrattenere il pubblico e rendere un concerto memorabile grazie alla connessione emotiva che riesce a trasmettere con i suoi fan. Che siano i costumi in stile circo diabolico o il trucco macabro, il concerto degli Avatar è qualcosa che va ben al di là di una qualità musicale sopraffina, si riesce a godere di un vero spettacolo visuale da cui è impossibile non farsi prendere. Questo tour, improntato intorno ai pezzi dell’ultimo album “Dance Devil Dance” uscito nel 2023, è un vero trionfo alla carriera degli Avatar che stanno guadagnando fama e riconoscimento nell’intero panorama metal. Personalmente è il mio quinto concerto degli Avatar e ho davvero l’impressione di non averne mai abbastanza… ci fosse un concerto della band svedese di nuovo domani tornerei immediatamente a vederli senza alcuna esitazione e con estremo entusiasmo. In apertura alla band svedese troviamo gli statunitensi Aether Realm, una band di cui le influenze dei Children of Bodom e Wintersun sono davvero pronunciate ed estremamente accattivanti, dando quindi la giusta carica al pubblico per godersi a pieno lo spettacolo unico che stiamo per raccontarvi.

Si spengono le luci e in un boato di entusiasmo salgono sul palco i tanto attesi Avatar. I membri della band svedese hanno il merito di riuscire ad incarnare alla perfezione dei veri animali da palcoscenico… sembrano veramente posseduti da dei demoni! Occhi spiritati e movimenti quasi robotici contribuiscono in modo eccelso a rendere l’idea di personaggi da circo, tema adottato dalla band per questo tour dal nome “The Great Metal Circus”. Gli Avatar non potevano che iniziare con il singolo omonimo del loro ultimo album “Dance Devil Dance”. Fin da subito si notano le qualità canore di Johannes che si destreggia su acuti impressionanti e passaggi in growl tenebrosi. Ma l’entusiasmo del pubblico sale alle stelle nel momento in cui inizia “The Eagle Has Landed”, pezzo con un ritornello estremamente accattivante e facile da cantare su cui tutto il pubblico partecipa muovendo le mani a ritmo con le parole. Dopo due ulteriori pezzi energici tratti dall’ultimo album, ovvero “Valley of Disease” e “Chimp Mosh Pit”, dove Johannes interagisce con il pubblico per la prima volta in italiano prima di quest’ultimo brano scherzando sul fatto di aver studiato la nostra lingua prima del concerto, le luci si tingono di rosso per due classici inimitabili degli Avatar ed estremamente apprezzati da pubblico come “Paint Me Red” e “Bloody Angel”, quest’ultimo un vero capolavoro assoluto della band svedese. Dopo la cortissima e pazza “For The Swarm”, è il momento di un pezzo simbolico come “Puppet Show” in versione prolungata per dare spazio alle ulteriori doti da entertainer di Johannes che scompare per qualche secondo dal palco per poi riapparire a fondo sala e correre verso il mixer al centro del locale. A questo punto Johannes sfodera un palloncino gonfiabile e crea un cagnolino, proprio come un vero clown per rimanere a tema circo. Dopodiché gli viene portata una tromba da un membro della crew e Johannes suona l’inconfondibile parte strumentale che caratterizza maggiormente questo brano anche nella versione da CD.

I pezzi scorrono uno dopo l’altro con un’energia senza uguali e il tempo vola. Vorrei davvero che questo concerto non finisse mai. È il momento di quella che può essere considerata l’unica ballad del repertorio della band, cantata dal solo Johannes mentre suona il pianoforte. Curiosa e molto simpatica la battuta del cantante svedese che prima del pezzo intona una parte di “Anima Mia” dei Cugini di Campagna. Tocco ironico ma altrettanto di classe per un musicista che dimostra di essersi interessato anche allo studio di una parte della musica nostrana. Ci si avvicina alla parte conclusiva del set con l’intrigante e strana “Colossus” tratta da “Hunter Gatherer” per poi passare a uno dei pezzi più amati della carriera degli Avatar, “Let It Burn”. Penso che questo brano possa essere definito il pezzo sui cui fare headbanging per eccellenza. Impossibile non farsi coinvolgere ed imitare il movimento della testa dei musicisti. Un brano che potrebbe tranquillamente entrare nel “Try not to headbang challenge” come livello estremo. Il set si conclude con il pezzo simbolo dell’amatissimo concept album della band “Avatar Country” dal titolo “A Statue Of The King”, dove il chitarrista si veste dell’iconica capa da re e le corona per incarnare il tanto amato re dei cittadini di Avatar Country. Un pezzo tanto folle quanto geniale. La band sparisce per qualche secondo dietro le quinte per il classico break pre-fine concerto. Gi ultimi tre pezzi sono un vero trionfo con l’inconfondibile “The Dirt I’m Buried In” con l’accattivante riff in stile “funky” su cui è impossibile non ballare. Gli ultimi due pezzi della serata potrebbero essere definiti gli inni degli Avatar, ovvero “Smells Like a Freakshow” e “Hail The Apocalypse”. Johannes ha cantato per due ore e sembra non avere accusato neanche un po’ la stanchezza, sfoderando una performance da manuale anche su questi ultimi due brani.

Che dire… una pura goduria! Forse non c’è un vero modo per raccontare un concerto degli Avatar solo con le parole… la particolarità del loro sound e la grande cura del dettaglio per l’aspetto visivo sono elementi che possono essere pienamente goduti soltanto assistendo ad uno dei loro concerti. Invito davvero chiunque ad ascoltare questa band per chi ancora non li conoscesse e soprattutto ad assistere ad uno dei loro live. A mio avviso, siamo di fronte ad una delle band più valide ed originale del panorama melodic death metal attuale.

Setlist
Dance Devil Dance
The Eagle Has Landed
Valley of Disease
Chimp Mosh Pit
Paint Me Red
Bloody Angel
For the Swarm
Puppet Show
When the Snow Lies Red
Do You Feel in Control?
Guitar Battle
Black Waltz
Tower
Colossus
Let It Burn
A Statue of the King

Encore
The Dirt I’m Buried In
Smells Like a Freakshow
Hail the Apocalypse

Si ringrazia Vertigo Hard Sounds

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