Se passate dalla città degli angeli e anche senza conoscere Roby Vitari dei Mindwars, amico da tempo di LLRR e membro ben introdotto nella scena musicale californiana, potete riuscire a godervi molti dei vostri eroi del rock’n’roll in un piccolo palco situato vicino al posto glamour più glamour del pianeta: Hollywood Boulevard.

Basta capitare nel mercoledì giusto del mese ed ecco che le porte del bowling Club “Lucky Strike” si aprono non solo per buttar giù birilli, ma per godere di quasi improvvisate jam sessions tra musicisti di gran fama e classe (a volte i due fenomeni si presentano contemporaneamente).
Hollywood Boulevard è una commistione di glamour ed eventi mondani che all’imbrunire lascia il posto a quello che non può essere pubblicizzato, ossia povertà, senzatetto e uso di droghe sintetiche; nulla di cui aver paura, è solo il lato B della carta patinata che viene usata per pulirsi il culo da politiche sociali non troppo presenti…
Un bowling quindi, ma fornito di palco, di uno stupendo impianto audio e, cosa non scontata, da fonici in grado di garantire un ottimo ascolto in ogni parte del club.

Deus ex machina è il tastierista STEVE FERLAZZO che cura le serate, le scelte musicali, gli ospiti e i media assieme alla moglie KIM FERLAZZO dell’evento chiamato SOUNDCHECK LIVE. Piccola nota del redattore: ingresso GRATUITO SENZA OBBLIGO DI CONSUMAZIONE.

Il signor Ferlazzo, oltre a prendersi cura del lato musicale del Lucky Strike, usa suonare con personaggi come Nuno Bettencourt, Gary Cherone e Avril Lavigne, Steve Vai, Billy Sheehan tanto per nominarne alcuni.

Una volta inquadrato bene chi è che comanda e del perché ne abbia diritto passiamo all’ospite di Febbraio, il grande e inimitabile DOUG PENNICK, voce e basso dei KING’S X

 Raanen Bozzio (figlio di Terry Bozzio)

Poche settimane prima dell’evento l’ospite del mese prepara una sua scaletta di cover da eseguire basata sui propri gusti personali ed invita amici e musicisti a prendervi parte; si può trattare dello sconosciuto trombettista di Minneapolis come della più famosa rockstar da stadio, non ci sono limiti come testimoniano le precedenti apparizioni di Avril Lavigne, Nuno Bettencourt e molti altri.
Il tutto in un’atmosfera rilassata, accogliente e di dimensione quasi casalinga; è infatti possibile scambiare due chiacchiere o bere una birra coi vostri beniamini senza il patos e la confusione di un’arena o un teatro durante un concerto vero e proprio.

Il settantaquattrenne cantante/bassista non rivela la scaletta (ma io la so comunque) e presenta tutti gli ospiti che si avvicendano; i primi dopo il gruppo ospite che scalda la sala includono un altro abituer della scena: GLEN SOBEL, semplicemente batterista Di Alice Cooper, Hollywood Vampires e Sammy Hagar, per dirne pochi.
Glen partecipa a più canzoni in quanto praticamente in pianta stabile nel nostro ormai bowling preferito.

Mentre volano hit come “Burning down the House” (Talking Heads) e “Owner of a lonely heart” (Yes) si palesano altri gioiellini della musica del demonio come CARL RESTIVO al microfono che ogni tanto è stipendiato da Rihanna, Tom Morello, Trent Reznor, Ben Harper, Dave Navarro, Zakk Wilde e qui mi fermo perché la lista è così lunga da diventar noiosa.

Il tributo alle Heart e a Pat Benatar vede l’arrivo di una strepitosa bassista e cantante, la divina JENNIFER JO OBERLE, turnista navigata che compare nel film documentario “Hired Guns” che ci introduce nel, molto spesso non rose e fiori, mondo dei musicisti assoldati dai grandi nomi del rock e del pop.

Il curioso siparietto che mi si propone, mentre aspetto che il nostro ROBY VITARI salga sul palco, coinvolge JAY BOWMAN (Pink, Fatboy Slim, Santana nonché produttore) che mi presenta una chitarra usata durante la registrazione di “Shake Your money maker” dei Black Crowes il cui valore, data l’unicità dello strumento in oggetto (pare un pezzo unico) pare si aggiri sui 180.000$…

(questo sono io)

Il nostro ROBY VITARI si presenta con DOUG PINNICK al basso/voce, PEARL IAN (moglie del celebre SCOTT IAN, Anthrax) voce solista, STEVE FEKETE alla chitarra (Gwen Stefani, America, Avril Lavigne) e il buon FERLAZZO alle tastiere, ci propongono “Refugee” di Tom Petty.

Scaraventato il nostro Torinese/Cosentino giù dal sipario si presenta ai tamburi un altro sconosciuto: GREG BISSONETTE, noto per aver suonato con David Lee Roth e Ringo Starr. Alla chitarra un colpo basso: il divino DOUG ALDRICH (Ronnie James Dio, Whitesnake, Dead Daisies; la canzone è “I don’t live today” di Jimi Hendrix e dall’impianto audio piovono note epiche sulle quali surfa la maestria del Colonnello della 6 corde.

Non si da quartiere e non si chiede quartiere mente si alternano on stage RAANEN BOZZIO (figlio di Terry Bozzio, batterista di Franz Zappa e Missing Persons).

Il protetto e beniamino di Doug Punnik, tale TOMMY BALDWIN che a “tempo perso” agita la 6 corse con Billy Sheehan (David Lee Roth, Mr. Big, Winery Dogs e 826.000 altre top bands, Stephen Perkins (Jane Addiction) e Chuck Wright (Quiet Riot) per dirne alcuni.

Ho saltato dei nomi, ho saltato tanti nomi, ma erano in troppi; erano amichevoli e suonavano bene, suonavano molto bene, cristo se suonavano bene.

Voi non dimenticate di buttare un occhio alla programmazione del Lucky Strike se passate da queste parti, nel frattempo saluti dal Truly Yours, da Roby Vitari e Doug Fuckin’ Aldrich!

 

 

 

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