Stasera 1 febbraio 2023 all’Alcatraz di Milano, avverrà la fusione tra il folk power metal piratesco degli scatenati ALESTORM, con il power metal intergalattico dei fantasiosi GLORYHAMMER, due band che nel corso della loro carriera hanno aumentato la schiera di fans. Vederli sullo stesso palco sarà qualcosa di straordinario infatti l’affluenza è molto numerosa, inoltre il palco sarà condiviso da due special guest ovvero gli americani RUMHAOY, assieme ai nostri WIND ROSE portatori di folk metal, andiamo a scoprire come si è svolta questa serata targata Vertigo Hard Sounds.

Con grande rammarico per vari motivi correlati, non riesco ad assistere all’esibizione dei RUMHAOY e WIND ROSE, comunque chiedendo dei pareri tra il pubblico ho saputo che si sono rivelati degli ottimi opener. Non avendo mai visto i RUMHAOY spero di aver occasione al più presto, mentre conoscendo già i WIND ROSE posso immaginare la loro performance energica, che ha riscaldato ulteriormente il pubblico in attesa delle band successive.

Nel locale è stato allestito il palco piccolo e il pubblico è davvero numeroso, tra la folla spiccano fans travestiti da pirati e da unicorni, due schieramenti che stasera si sono riuniti all’insegna dell’assoluto divertimento, che prosegue con un viaggio intergalattico in compagnia dei GLORYHAMMER. Preceduti dalla canzone Delilah di Tom Jones che fa ballare allegramente il pubblico, parte Into The Terrorvortex Of Kor-Virliath intro dell’ultimo terzo disco Legends From Beyond The Galactic Terrorvortex, la tensione si alza e mentre la band entra in scena, si sollevano forti urla e l’immancabile coro “Hoots, Hoots, Hoots…”. I paladini dello spazio ci proiettano nella galassia sulle note di The Siege of Dunkeld (In Hoots We Trust), riaccendendo immediatamente l’euforia in platea, proponendo soprattutto pezzi dell’ultimo disco mentre a metà del set eseguono il nuovo singolo Fly Away e l’inedita Keeper of the Celestial Flame of Abernethy, molto apprezzati dai fans esaltati che scatenano un moshpit stellare e crowd surfing. La band è in grande forma, i costumi sono ben curati e tra loro c’è una buona coesione, l’interazione col pubblico è costante e l’entusiasmo non accenna a diminuire, acceso dalla potenza del loro sound intriso di energia cosmica che si propaga come l’esplosione di una supernova. I riff e assoli di Ser Protelius si abbattono sui fans come una pioggia di meteoriti, addensati dalle nebulose linee di basso emesse da The Hootsman, la ritmica è arricchita dalle melodie abilmente conferite in sede live dal tastierista Michael Barber, mentre Ralathor viaggia sulla batteria alla velocità della luce pestando su piatti e pelli. Infine il nuovo frontman Sozos Michael nelle vesti di Angus McFife V, entrato in formazione nel 2021 dopo l’uscita di Thomas Winkler, si dimostra un buon sostituto sfoggiando una voce pulita e potente, mantenendo vivo l’audience con tanto di armatura e martello gigante. L’entusiasmo del pubblico va in crescendo scatenandosi e cantando, soprattutto negli ultimi tre pezzi tratti dai primi due dischi, infine con la celebre The Unicorn Invasion Of Dundee terminano una performance straordinaria come una congiunzione astrale, con sottofondo l’outro The National Anthem Of Unst, salutano il pubblico con inchino finale raccogliendo una scia di urla, applausi e ovviamente “Hoots, Hoots, Hoots,…”, lasciando il palco ai tanto attesi headliner.

Setlist:
Intro – Into The Terrorvortex Of Kor-Virliath
The Siege of Dunkeld (In Hoots We Trust)
Gloryhammer
The Land of Unicorns
Fly Away
Intro – Also sprach Zarathustra (Richard Strauss)
Keeper of the Celestial Flame of Abernethy
Masters of the Galaxy
Hootsforce
Angus McFife
Universe on Fire
The Unicorn Invasion Of Dundee
Outro – The National Anthem Of Unst 

Dopo che i GLORYHAMMER sono ripartiti sulla loro nave spaziale, attendiamo che ALESTORM attraccano con la loro nave pirata, durante il cambio palco quando viene posizionata la papera gigante si sollevano urla, la tensione è palpabile e nel frattempo di sottofondo ci tengono compagnia i Queen. Dopo We Are The Champions parte l’intro e finalmente ecco gli ALESTORM entrare in scena, i fans esplodono in un boato e quando Christopher Bowes e compagni attaccano con Keelhauled, un’onda sonora travolge la platea trasformandola in un mare in burrasca che non si placherà per l’intero show. Dalla loro nascita nel 2007 ormai sono celebri per le loro performance cariche d’adrenalina, che si rivelano sempre delle furiose scorribande dall’atmosfera festaiola, dove tutti saltano, ballano e cantano a squarciagola senza sosta, alimentati dall’energia sprigionata dal capitano Christopher e la sua fedele ciurma, la sessione ritmica sferrata da Máté Bodor con spumeggianti assoli è travolgente, potenziata dalle tumultuose linee di basso scagliate da Gareth Murdok, mentre le mani di Elliot Vernon e Christopher viaggiano sulle tastiere in un turbine di melodie folk, il tutto è sostenuto dalle impetuose parti di batteria ad opera di Peter Alcorn, infine Christopher tiene in pugno la folla grazie al suo carisma e la sua voce ruvida con l’apporto dei compagno nei cori. Nel corso dello show dal nuovo disco Seventh Rum Of A Seventh Rum eseguono quattro brani tra i quali Magellan’s Expedition e P.A.R.T.Y., acclamate con entusiasmo come tutti gli altri cavalli di battaglia estratti dal resto della discografia, come The Sunk’n Norwegian, Mexico, Pirate Metal Drinking Crew e tante altre che si abbattono come onde sugli scogli mandando i fans in delirio. In brani come Hangover (Taio Cruz cover) e Tortuga fa la sua comparsa il mastodontico Beef Guy, che si aggiunge a questi pazzi scatenati la cui allegria condita con molteplici drink e spaghetti con il ketchup diventa contagiosa, inoltre durante Nancy The Tavern Wench il pubblico diventa parte della coreografia sedendosi a terra e cominciando a remare. Il vascello prosegue la sua inarrestabile corsa in un mare di moshpit e crowd surfing, sino a giungere Shit Boat (No Fans) con la quale terminano la prima parte dello show ritirandosi per una meritata pausa, accompagnati dagli incitamenti degli insaziabili fans. I nostri tornano alla ribalta con un encore di tre brani, iniziando con Drink seguita da Zombies Ate My Pirate Ship e per finire Fucked With An Anchor, terminando una un’incredibile esibizione ad alto tasso alcolico e divertimento, soddisfacendo l’esercito di fans che li ripaga con immense urla e applausi, una volta terminati i saluti la band si ritira mentre Christopher si concede un bagno di folla facendosi trasportare in giro per l’intera platea, con sottofondo la sigla dei Duck Tales.

In questo concerto che ha sfiorato il sold out, la fusione power folk metal tra pirati e unicorni armati di martelli e sciabole gonfiabili, si è rivelata una bomba di allegria e divertimento all’ennesima potenza, immensi complimenti ai GLORYHAMMER e ALESTORM che suonando con passione, hanno raso al suolo l’Alcatraz portandoci in giro per la galassia e i sette mari, degni di nota i RUMHAOY e i nostri WIND ROSE che con grande impegno si sono guadagnati il rispetto del pubblico, aumentando sicuramente la schiera di fans, e, infine ringraziamo la Vertigo hard Sounds per aver organizzato questo fantastico evento. Alla prossima!

Setlist:
Keelhauled
Pirate Metal Drinking Crew
Under Blackened Banners
The Sunk’n Norwegian
Alestorm
Cannonball
What Shall We Do With the Drunken Sailor? (Traditional cover)
Hangover (Taio Cruz cover)
Magellan’s Expedition
Mexico
Tortuga
Nancy the Tavern Wench
Rumpelkombo
Shipwrecked
P.A.R.T.Y.
Death Throes Of The Terrorsquid
Shit Boat (No Fans)

Encore:
Drink
Zombies Ate My Pirate Ship
Fucked With An Anchor
Outro – Duck Tales

 

Gallery completa di Matteo Codarri qui

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