Al sempre suggestivo Forum Mediolanum di Assago va in scena la tappa italiana di un tour che vede come protagoniste due band di una classe senza uguali e una giovane promessa di un talento cristallino. Gli Alter Bridge e gli Halestorm si sono sempre contraddistinti non solo per l’eleganza e la qualità del genere musicale che interpretano, ma proprio per la capacità di portare delle performance sempre più suggestive e qualitative, facendo salire l’asticella letteralmente ad ogni tour. Le esibizioni dal vivo di queste band hanno sempre avuto il merito di generare un enfasi unica nel suo genere, una connessione emotiva con i fan singolare che ha davvero qualcosa di speciale. Non molte band riescono a generare una tale alchimia con il proprio pubblico, una vera capacità nel generare sensazioni che ti rimangono impresse nella mente e nell’anima, creando quella che può davvero essere definita come un emozione pura. Non ho alcun dubbio nell’affermare che entrambi siano tra le band più sensazionali che ci siano all’interno dell’intero panorama metal del nuovo millennio. Gli Alter Bridge e gli Halestorm non hanno sicuramente bisogno di presentazioni… una band con album ormai sempre presenti nella top ten del Billboard 200 e una band vincitrice di un Grammy Award come Best Hard Rock/Metal Performance… non c’è molto altro da aggiungere se non il fatto che questo duo straordinario sia questa volta anche affiancato da una band con un futuro estremamente promettente come i Mammoth WVH, capitanata da niente poco di meno che Wolfgang Van Halen, il figlio del tanto compianto Eddie…

 

Con una grande tristezza nell’aver purtroppo perso la performance dei Mammoth WVH a causa di un traffico veramente al di fuori del normale, arriviamo giusto in tempo per l’inizio dei fantastici Halestorm. Vorrei iniziare la recensione della loro performance con un osservazione personale che penso possa essere davvero significativa come anteprima di quello a cui abbiamo potuto assistere stasera: questo era il mio undicesimo concerto degli Halestorm nel corso degli ultimi 10 anni… e nonostante sia quindi ormai abituato alle performance della band americana, stasera ho avuto una vera e propria pelle d’oca da quello che ho visto sul palco di Milano! Penso che ormai non ci possano essere più dubbi sulla qualità sopraffina e il talento della band di Lzzy Hale… ma proprio per questo ormai ci si aspetta sempre il massimo da musicisti di questo calibro… eppure, ancora una volta e forse più che mai, stasera gli Halestorm hanno davvero superato se stessi! Un suono devastante sotto ogni aspetto e soprattutto una Lzzy Hale in una forma vocale a dir poco strabiliante ci fanno capire fin dall’inizio dei primi brani che questo set avrà qualcosa di epico. L’ultimo album degli Halestorm dal titolo “Back from the Dead” uscito a Maggio ha marcato un ritorno alle origini più hard rock della band di Red Lion, che non ha mai deluso le attese a livello qualitativo ma che aveva forse sperimentato alcuni terreni sonori particolari nei due album precedenti “Vicious” e “Into the Wild Life”. E questo ritorno al sound più aggressivo ha senza alcun dubbio dato agli Halestorm un ulteriore marcia per invigorire ancor di più quelli che erano comunque già pezzi di altissima qualità. E quindi non solo i brani del nuovo album suonati stasera come “The Steeple”, “Back From the Dead” e “Wicked Ways” trasmettono un energia senza uguali, ma anche pezzi come “I Get Off” e soprattutto “Amen” godono di una versione potenziata come mai avevamo sentito prima!

Quest’ultimo pezzo ha inoltre potuto godere di una versione live molto estesa con un duo di assoli di chitarra tra Lzzy Hale e Joe Hottinger davvero strabiliante sotto ogni punto di vista! Dalla coordinazione dello scambio di armonie fino alla tecnica di esecuzione… Lzzy e Joe si alternano le note con una fluidità impressionante e ancora una volta con un suono regolato a meraviglia! Ma focalizziamoci su quella che è veramente la ciliegina sulla torta… la voce inconfondibile e graffiante di Lzzy questa sera ha una potenza senza precedenti! Note vocali tenute una durata impressionante, il suo timbro inconfondibile più accentuato che mai e un intensità che ha davvero dello sbalorditivo fanno di ogni parte cantata da Lzzy una pura goduria per le orecchie! Qualità vocali che vengono ancor più accentuate su una versione quasi totalmente rivisitata di “Familiar Taste of Poison”, con una prima parte cantata quasi interamente a cappella per poi sfoggiare su una parte conclusiva con tutti gli strumenti a creare un crescendo estremamente suggestivo. Ma è proprio nella prima parte a cappella che Lzzy dimostra quanto la sua sola voce possa essere sufficiente a ipnotizzare l’intero Forum… sensazionale!

Non poteva mancare l’ormai tradizionale assolo di batteria di Arejay Hale con le maxi bacchette, introdotte dal tour di “The Strange Case Of…” nel 2012 e mai più abbandonate, così come la classica chiusura di set su “I Miss The Misery”, con l’altrettanto consueta interazione del pubblico ai cori del brano coordinati da Lzzy che si gode tutto l’affetto e l’entusiasmo del pubblico italiano. Che dire… pensavo che sarebbe stato semplicemente l’ennesimo fantastico concerto degli Halestorm… e invece siamo andati addirittura oltre… mi sono davvero emozionato.

Setlist

The Steeple
Love Bites (So Do I)
I Get Off
Mine
Familiar Taste of Poison
Amen
Drum Solo
Back From The Dead
Wicked Ways
I Miss The Misery

 

Arriva il momento degli Alter Bridge, una delle band che stimo di più in assoluto. C’era tanta attesa di sentire come avrebbero reso dal vivo i pezzi dell’ultimo acclamatissimo album “Pawns & Kings” uscito appena un mese fa. Lo ammetto, per quanto trovi quest’album di una qualità di composizione sopraffina, inizialmente percepivo una leggera mancanza di quella parte emotiva che contraddistingue da sempre i pezzi degli Alter Bridge… ma dopo aver sentito l’effetto dal vivo che generano queste composizioni estremamente articolate, devo ricredermi e oggettivamente affermare che siamo di fronte a una struttura melodica che ha dell’impressionante. I pezzi di “Pawns & Kings” sono più complessi, più lunghi e più articolati di quanto visto specialmente negli ultimi due album “Walk The Sky” e “The Last Hero”, e dimostrano un evoluzione di una band che non ha mai mancato di talento in nessuna delle loro uscite, ma che in questo disco ha tirato fuori forse le capacità tecniche più fini di musicisti sensazionali come Myles Kennedy, Mark Tremonti, Brian Marshall e Scott Phillips. Myles lo consosciamo ormai molto bene… mi piace definirlo come il gentleman del metal. Proprio per questo suo carattere estremamente pacato e cordiale, con una classe senza uguali, sia nel canto che nello stile con cui si destreggia tra le melodie di chitarra. E che dire della sua voce… impossibile non innamorarsi della voce di Myles. Che sia con il suo progetto solista, con Slash oppure appunto con gli Alter Bridge, siamo di fronte a una delle più belle voci del genere rock e metal, capace di trasmettere qualcosa di davvero speciale su ogni brano, che siano i pezzi più energici o le ballad più dolci, ci sarà sempre una componente emotiva onnipresente nelle sue corde vocali.

Ed ecco che dopo una prima parte di concerto condito da grandi classici come “Addicted to Pain”, “Ghost Of Days Gone By”, “Before Tomorrow Comes” e brani di “Pawns & Kings” come “Silver Tongue” e “Sin After Sin”, succede una cosa che rimarrà davvero memorabile… Myles prende il microfono per rivolgersi al pubblico e ci anticipa che per ringraziare i fan italiani, che hanno sempre avuto una parte importante nel sostegno degli Alter Bridge, hanno deciso di suonare un pezzo che non suonavano da ben 5 anni… “Shed My Skin”! E qui il pubblico impazzisce dall’entusiasmo… una delle ballad più belle dell’intera discografia degli Alter Bridge stava per essere suonata in esclusiva per l’Italia dopo un eternità… commozione pura! Un pezzo stupendo che nella lunga lista di ballad sensazionali di cui gode la carriera della band di Myles ha davvero un posto speciale… le lacrime di emozione si vedono davvero su una gran parte dei fan presenti stasera e non potrebbe esserci cosa più bella. Ma gli Alter Bridge sono anche e soprattutto una band dalle sonorità heavy! Ed ecco che esplode nuovamente l’adrenalina su “Wouldn’t You Rather” e l’immancabile “Isolation”, in cui Mark Tremonti annuncia ad inizio del brano che avrebbe consegnato la sua chitarra alla persona più rumorosa di tutto il Forum… uno scherzo? Assolutamente no! Alla fine di “Isolation”, Mark si sposta sulla sinistra del palco e si toglie la chitarra per darla alla sicurezza indicando una bambina presente in transenna! La sicurezza aiuta la bambina a scavalcare la transenna per poi consegnarle la chitarra in mezzo all’applauso e la commozione dell’intero pubblico! La ragazza viene poi seguentemente anche invitata a salire sul palco per abbracciare Mark con la chitarra in mano… un ulteriore dose di commozione che fa davvero capire quanto gli Alter Bridge siano oltre che quattro musicisti straordinari prima di tutto quattro persone con un gran cuore!

Giunge quindi il tempo di “Waters Rising” cantato proprio da Mark, che ci fa sentire quanto anche lui abbia un grandissima voce. Non a caso, infatti, Mark dispone del suo side project “Tremonti” in cui è il cantante principale e vanta ad oggi di già ben 5 album che invito vivamente ad ascoltare per chi non li conoscesse ancora. Dopo la titletrack dell’ultimo album “Pawns & Kings” e una versione acustica di un’altra delle più belle ballad degli Alter Bridge “In Loving Memory”, la band di Orlando chiude la prima parte del concerto prima dell’encore con un trittico di grandi classici composto dalla potentissima “Metalingus”, il capolavoro malinconico “Blackbird” e l’immancabile “Rise Today”. La band si ritira dietro le quinte per alcuni minuti prima di tornare sul palco per il gran finale, composto da “Cry of Achilles” e ovviamente il pezzo di maggiore successo della band, “Open Your Eyes”, che chiude nel miglior modo possibile una serata più che memorabile che rimarrà impressa nella nostra mente per molto tempo.

Questo è proprio uno di quei concerti che ti lascia qualcosa di speciale… un sensazione di adrenalina combinata a buon umore e ottimismo, enfatizzato da tutte le emozioni vissute all’interno della stessa serata. Gli Halestorm e gli Alter Bridge hanno una classe infinita, e stasera lo hanno dimostrato un’ulteriore volta con un concerto di una bellezza singolare, senza effetti scenografici esagerati o coreografie esuberanti, semplicemente attraverso la straordinaria bellezza di due progetti musicali che si distinguono per passione, qualità e inventiva. Senza alcun dubbio uno dei concerti più belli dell’anno.

Setlist

Silver Tongue
Addicted to Pain
Ghost of Days Gone By
Sin After Sin
Before Tomorrow Comes
Shed My Skin
Wouldn’t You Rather
Isolation
Waters Rising
Pawns & Kings
In Loving Memory
Metalingus
Blackbird
Rise Today

Encore

Cry of Achilles
Open Your Eyes

 

Si ringrazia Vertigo Hard Sounds

Fotografie a cura di Piero Paravidino

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