2025 – BMG

A distanza di dieci anni dal precedente lavoro in studio, “Kings & Queens of the Underground”, torna con “Dream Into It”, il biondo punk rocker dal ghigno satanico: Mr Billy Idol. Nove canzoni e trentaquattro minuti, per un disco che non aggiunge né toglie nulla alla sua carriera leggendaria.
La titletrack apre il lavoro. Molto elettronica e con beat incalzante, sembra una riflessione sui suoi eccessi, sulle sue cadute e risalite. Il tutto con un’atmosfera molto eterea, dove anche la leggendaria chitarra del suo alter ego storico, Steve Stevens, passa in secondo piano.

Subito dopo, con “77”, interviene il primo super ospite, vale a dire Avril Lavigne, e il pezzo è più sulla falsariga di “Sk8er Boi” che “Rebel Yell”, sicuramente. Dannatamente commerciale e radiofonica, e non so se sia un bene o un male. Di certo la strana coppia (come la definirei) l’ha già proposta nei principali talk show americani. Solo con la terza canzone, “Too Much Fun”, possiamo riabbracciare il Billy Idol che conosciamo. Dissacrante, grintoso nelle sue scorribande vocali e con una batteria che nelle retrovie fa il suo sporco lavoro. Stevens, ancora gregario, e direi che gregario. Non cerca l’assolo al fulmicotone come in precedenti lavori, ma ad un certo punto la sua chitarra domina la scena.
Altra gradita ospite è invece Alison Mosshart per il midtempo “John Wayne”, così dannatamente anni Ottanta. Sembra di essere stati catapultati in una bella macchina del tempo, quando Billy faceva impazzire tutti con “Eyes Without a Face”, “Catch My Fall” o “White Wedding (Part 1)”.

Ero molto curioso invece di sentire la collaborazione di Billy Idol con un’altra icona pop rock, Joan Jett. “Wildside” è un pezzo che spiazza e che richiede diversi ascolti. Molto pop più che rock e con un ritornello davvero troppo paraculo. Il pezzo che invece mi ha steso, e che per me è il top dell’album, è “Gimme the Weight”, pezzo che si apre con un bel giro di basso e che poi prosegue come un toro liberato a Pamplona. Dimentichiamoci però il Billy selvaggio di tanti anni fa. Apprezziamo invece un Idol (e non fa Achille Lauro come acronimo) più riflessivo e che forse ha inciso questo lavoro perché aveva ancora qualcosa da raccontarci.

Tanto in concerto, sa benissimo che magari tanti manco sapranno cantare a squarciagola questi nove nuovi pezzi, ma che magari sarà una scusa per ritrovarlo su un palco, dopo anche la felice esperienza del supergruppo con vari Sex Pistols. “I’m Your Hero” parte quasi in chiave gospel e con un coro che ricorda pericolosamente qualche canto di montagna, cantato a squarciagola durante estenuanti viaggi in pullman verso località turistiche. Un pezzo che comunque sa intrattenere.

Il pezzo più dannatamente Billy Idol che conosciamo viene posto strategicamente a fine lavoro.
La bellissima e punkeggiante “Still Dancing” ti fa battere il piede a tempo, alzando le corna al cielo.
Bentornato Billy Idol. Non sarà di certo un lavoro fondamentale, ma ci sei mancato come l’aria.

Mauro Brebbia
Voto: 70/100


Tracklist:

  1. Dream Into It
  2. 77 (featuring Avril Lavigne)
  3. Too Much Fun
  4. John Wayne (featuring Alison Mosshart)
  5. Wildside (featuring Joan Jett)
  6. People I Love
  7. Gimme the Weight
  8. I’m Your Hero
  9. Still Dancing

Formazione:
Billy Idol – voce
Steve Stevens – chitarre
Erik Eldenius – batteria
Stephen McGrath – basso
Paul Trudeau – tastiere, produzione
Avril Lavigne, Alison Mosshart, Joan Jett – voci ospiti

Mauro Brebbia
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