2025 – Reigning Music Phoenix
Settantatré anni compiuti lo scorso aprile, lo status di essere una “leggenda vivente” in campo metal, ma ancora l’entusiasmo di un ragazzino alle prime armi con la “dea musica”. Questo uomo si chiama Udo Dirkschneider, storico cantante e fondatore sia dei tedeschi Accept che del suo progetto personale U.D.O.. A distanza di due anni dal suo ultimo lavoro con questa band, Udo torna con un altro progetto, coinvolgendo “nuovi e vecchi amici”. Una “gang” che marcia nei solchi di un heavy metal classico ma che strizza qua e là l’occhio a qualche sonorità contemporanea, senza però snaturare quello che è il personaggio Dirkschneider.

Una voce potentissima e riconoscibilissima che ha conquistato milioni di fan, di bikers, di gente insospettabile. Questo “Babylon” è sicuramente un ritorno al metal iniziale degli Accept, così spensierato e certamente molto più easy listening. Assoluta protagonista è sicuramente la cantante e tastierista Manuela “Ella” Bibert, dotata di una voce eterea e angelica che si sposa alla perfezione con quella ruvida e massiccia di Udo. Il progetto nacque nel 2020, in piena emergenza Covid, per supportare musicisti colpiti da questa terribile malattia che fece davvero troppi morti all’epoca, giungendo inaspettata e stravolgendo la vita di ognuno.
Una band nata per beneficenza ma che poi divenne qualcosa di duraturo per i componenti, quasi tutti provenienti da Accept ed U.D.O., ad eccezione di Manuela. Tre singoli vennero pubblicati tra il 2020 e il 2021 e poi ci fu la pubblicazione del loro primo album. La particolarità della band è che Manuela e Udo si dividono le parti vocali dell’album. “Babylon” viene pubblicato anche in svariate edizioni che soddisferanno anche il collezionista più accanito, visto che la pubblicazione sarà disponibile in vinili di vari colori o CD in edizione deluxe con booklet di 36 pagine.
La ruvidezza degli Accept e degli U.D.O. si avverte soltanto nelle fondamenta sonore. Il lavoro è molto melodico e d’impatto, con ottimi lavori alla chitarra di Stefan Kaufmann e Mathias “Don” Dieth e della sezione ritmica formata da Peter Baltes e da Sven Dirkschneider alla batteria. Il lavoro si apre con la title track “Babylon”, pezzo al fulmicotone che si discosta per velocità elevata dallo standard melodico dell’album, come ad esempio nella ritmata e cadenzata ma certamente più lenta “Dead Man’s Hand”, con le voci di Manuela e Udo che si dividono equamente le parti vocali, supportati ai cori dall’intera band. Se invece cercate l’heavy metal puro e senza compromessi, sarete certamente conquistati da “Metal Sons”, che scuote interamente e fa venire voglia di essere in qualche pub oscuro e metal a tracannare ottime birre bionde teutoniche.
Altro pezzo di questo genere è sicuramente “The Law of a Madman”, brano adatto a potenti “air guitar” o “headbanging”, con un ritornello che esplode come un vero anthem dovrebbe essere. Splendida anche la ballad “Stranger in Paradise”, un piccolo gioiello tutto da gustare. Segnalo anche il pezzo finale “Beyond the End of Time”, così dannatamente Accept. Il brano con il minutaggio più lungo del lavoro, in cui Udo è l’assoluto protagonista, sorretto da un’ottima partitura chitarristica. La band è conosciuta anche come DATOG.
Recensione: Mauro Brebbia
DATOG:
Udo Dirkschneider | lead vocals
Peter Baltes | bass, lead & backing vocals
Manuela “Ella” Bibert | lead & backing vocals, keys
Stefan Kaufmann | guitars, backing vocals
Mathias “Don” Dieth | guitars, backing vocals
Sven Dirkschneider | drums, backing vocals
Tracklist:
- It Takes Two to Tango
- Babylon
- Hellbreaker
- Time to Listen
- Strangers in Paradise
- Dead Man’s Hand
- The Law of a Madman
- Metal Sons
- Propaganda
- Blindfold
- Batter the Power
- Beyond the End of Time

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