Ho il piacere di chiacchierare con Lorenzo Carlini, musicista, conosciuto per la sua militanza in band metal quali Black Therapy ed Invernoir, tecnico, produttore e artista di ampie vedute. Oggi parleremo principalmente del suo progetto solita DROP ON GLASS

Ciao Lorenzo. Benvenuto su www.longliverocknroll.it! Come stai? e visto che ci siamo buon anno. Siamo all’inizio e ovviamente (molto scontato) ti chiedo dei propositi e progetti artistici per il 2023, visto che l’album ‘Light as a Feather’ è stato realizzato molto tempo fa oramai, di cui ne parleremo un po’ dopo…

Ciao a tutti, dopo tanto tempo passato a sbatterci la testa un modo per lavorare nel mondo musicale l’ho trovato, sono infatti principalmente tecnico e audio e produttore, in questi giorni sto ultimando un trasloco del mio studio di registrazione (Blue Ocean Recording studio, dove ovviamente è stato prodotto “Light as a feather”). La nuova location è più ampia e professionale, per il 2023 spero di poter ultimare i lavori e ricominciare a produrre musica nel nuovo locale.

Allora veniamo al tuo progetto Drop on Glass… è giusto chiamarlo progetto? Da dove nasce l’idea di isolarti e allontanarti (forse non sono due termini adatti) da altri musicisti per intraprendere una strada da solista e creare musica da solo? stanco del rock duro e sonorità heavy e delle tue esperienze precedenti (visto che è giusto cambiare nella vita)?

Sì credo sia giusto chiamarlo progetto, è stato pensato, organizzato e poi realizzato quindi suppongo abbia tutte le carte in regola. Non ho intensione di mollare il metal né tantomeno Black Therapy ed Invernoir, ma sono sempre stato un ascoltatore di ampie vedute, con il passare degli anni la mia cultura musicale è cresciuta e ho cominciato a comporre per caso delle melodie più leggere che non potevo utilizzare nelle mie band metal. Ho imparato con l’esperienza che non è bene forzare e cercare di incastrare nei brani delle idee non inerenti al progetto perciò ho cominciato ad accantonarle finchè un giorno ho deciso di lavorarci e dargli un senso. È così che è nato Drop on Glass.

Light as a feather… molto bello il titolo ed il suo contenuto, per niente leggero e per niente facile. Come una piuma con il vento la tua musica si fa trasportare da emozioni e da momenti intimi… (sei innamorato dai, una figlia… confessa…) Si vede un lavoro molto corposo e studiato nei minimi dettagli dell’emozione. Leggevo che i primi brani di questo album prendono forma nel 2018, molto tempo fa. ci parli della genesi di questo album?

“Leggero come una piuma” ho pensato si sposasse bene per descrivere la sensibilità che è l’argomento ricorrente ed il filo conduttore del disco, una caratteristica umana che spesso siamo costretti a nascondere, a tenere a freno per affrontare una vita dura, in cui dobbiamo essere sicuri di noi, sempre duri, efficaci, senza esitazioni. Questo album è lo spazio in cui sono incanalate le emozioni, l’intimità, i nostri lati più dolci e nascosti. (Non ho una figlia ma in “Like You” si parla di nascita…)

In verità, dal momento in cui ho iniziato (2016?) appunto a lavorare e mettere ordine al materiale che avevo accumulato, la stesura grossolana e strumentale dei brani è durata poco più di due settimane, sono tutti brani molto musicali e improvvisandoci sopra ne sono uscite una miriade di melodie. Da li con queste bozze ho scritto le linee vocali con dei testi che scrivo di tanto in tanto e metto da parte.

Nel 2018 ho pubblicato due di questi brani come una sorta di “demo” e poi ho iniziato a registrare il disco intero. È stata forse questa fase la più lunga di tutte perché ho dovuto inserire le sessioni di registrazione nei buchi di tempo (batterie a Natale, chitarre a pasqua, voci d’estate…)

Non so… ma ascolti ancora Light as a feather? che effetto ti fa dopo questo tempo? ti rispecchi ancora in quel Lorenzo di fine 2021?

È raro che lo ascolto, mi piace cercare sempre musica nuova, è importante anche per il mio lavoro stare al passo con le sonorità. Musicalmente parlando mi ci ritrovo molto, è il mio modo di comporre e suonare che ho sviluppato in anni di ascolti e influenze che sono diventate le pietre miliari del mio essere musicista. I testi sono invece più vecchi, da allora sono cresciuto e la mia vita è cambiata, non fraintendetemi, mi piacciono molto tuttora e mi piacerebbe scriverne altri così ma per fortuna quel periodo è passato e le ispirazioni odierne sono diverse.

Realizzare tutto da solo non credo sia stato facile, non avere la possibilità di confrontarsi potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Quali sono i vantaggi e gli aspetti meno vantaggiosi di o nell’essere una one-man-band (scusa se utilizzo un’espressione veloce)…

È difficile! Il mio ruolo preferito e forse anche quello che mi viene meglio è l’arrangiatore. Quando un mio compagno di band mi presenta un’idea allora mi ispiro e riesco a farla crescere, ovviamente ho sempre composto anche da zero, ma in questa situazione mi sento completamente a mio agio. In questo caso non avevo nessuno, però per fortuna avevo questi spunti di idee accumulate nel tempo che mi hanno reso l’impresa fattibile.

Altra difficoltà è stata l’inglese, ho dovuto far correggere i testi da alcune persone esperte per essere sicuro di non fare errori e ho dovuto studiare bene tutte le pronunce, è una parte del lavoro che di solito svolge un cantante ma non può essere sottovalutata.

La voce non è stata semplice, non sono un cantante e non ero sicuro di riuscirci, ho preso una serie di lezioni di canto in cui ho studiato proprio questi brani qui per poterli registrare correggendo tecnica vocale e pronuncia. Alla fine mi sono convinto anche di cantare visto che il passo era breve…
È stata dura anche dal punto di vista “manageriale”, nel senso che io sono sempre stato uno scriba della musica e si è sempre occupato qualcun altro di cercare contatti, etichette, promozioni… Questa fase la vivo difficilmente anche ora!

Molto profondo e intimo, potrebbero bastare questi due aggettivi per dare un’impronta al disco e alla tua musica o, come sempre, sono troppo superficiale e sbrigativo?

I termini che hai usato racchiudono perfettamente il mio stile, non li trovo affatto superficiali. Secondo me è importante che la musica contenga un messaggio che le persone possono condividere ed in cui possono rispecchiarsi, ho provato a rendere la musica più accessibile che potevo cercando di mantenermi sui miei gusti.

Essendo io un metallarissimo degli anni Ottanta, ascoltando le prime note del disco un sobbalzo l’ho avuto… perchè mi ricordava le sonorità della mia adolescenza, quando NWOBHM e New Wave viaggiavano di pari passo… a volte le due realtà si scontravano però sempre o quasi si riconosceva il valore della buona musica. Hai definito il tuo stile in Emotional Dream-Rock Music… adoro… spiegaci tutto ti prego.

Le influenze che ho provato a combinare sono molteplici: sicuramente si sentono The Cure, sia nel loro periodo più dark che nel loro versante più commerciale, forse i Placebo e gli Dredg per quanto riguarda il modo di fare rock, le melodie malinconiche sono un marchio di fabbrica di Anathema e Katatonia, atmosfere shoegaze e dream-rock di Slowdive e Cocteau Twins, un pizzico di indie con Beach Fossils e Sunflowers Bean, dark e new wave di Joy Division, Diaframma. Mi piacciono anche The Smith, Beastmilk, Depeche Mode, i nostrani Klimt 1918…
Questa musica combinata con i testi molto intimi mi è piaciuto definirla Emotional Dream-Rock.

Ho visto alcuni video ‘Without‘, ‘My Desires Fault‘ e un Lyric e poi altri brani su you tube… che rapporto hai con i video in genere?

Il video diMy Desires Fault l’ha prodotto Adhira Art, un videomaker che conosco da molti anni e con cui spesso collaboro. All’inizio gli chiedevamo sempre dei Lyric video, lui era bravissimo a fare degli sfondi sempre molto elaborati e artisticamente in linea con i nostri gusti. Un giorno abbiamo pensato che se avessimo eliminato i testi sarebbe uscito un video davvero ottimo e così abbiamo fatto. Da quel giorno gli chiediamo i video direttamente senza testi!

Che bello il brano ‘Isole‘. Lo ascolto e riascolto. Colpisce l’anima e mi infonde un senso di infinita tranquillità… Però ti dico che anche ‘Like You‘ non mi dispiace affatto, ‘Without‘, ‘Missed Dreams‘ e ‘Black and White‘. Qual è il tuo preferito o quello che ti rappresenta di più e, naturalmente, perchè?

È sempre difficile scegliere un brano “migliore”… Credo che “My Desires Fault” sia quello più rappresentativo perché dentro c’è un riassunto di un po’ tutte le caratteristiche del progetto, “Like You” è una ballad a cui tengo davvero molto e poi ci sono brani più tirati come “Taste of Hope” e “Without”…

Riesci a portare la tua musica dal vivo, magari avvalendoti di altri musicisti?

Il progetto Drop on Glass è nato come un progetto esclusivamente studio proprio perché non ho intensione di venire meno ai miei impegni con Black Therapy ed Invernoir. Reclutare musicisti professionisti ed organizzare prove non è semplice per chi come noi prova a vivere di musica ed è sempre impegnato in tante situazioni. Spero che un giorno ci sia richiesta tale dal pubblico che di non poter far a meno che iniziare a suonare dal vivo!

Bene Lorenzo, ti ringrazio per la tua pazienza e per essere stato con noi… lascio concludere te questa chiacchierata magari aggiungendo qualcosa che ci è sfuggito a proposito di DROP ON GLASS e inviando un saluto a tutti gli amici e lettori di www.longliverocknroll.it

Grazie a voi per lo spazio e l’attenzione concessi, l’intervista è stata davvero accurata e divertente, complimenti!

Grazie Lorenzo e in bocca al lupo…

https://www.facebook.com/Droponglass/

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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