ELDRITCH – “Innervoid” – Scarlet Records (2023)

Oggi, 17 novembre 2023, gli Eldritch, tornano sul mercato discografico con “Innervoid”, che dopo più di trent’anni di attività, rappresenta il loro tredicesimo album in studio.

L’attesa era tanta, perché per la prima volta, la band livornese, si presenta senza il suo storico cantante Terence Holler, che si è separato dal gruppo lo scorso anno.

A sostituirlo, troviamo quindi la voce della new entry Alex Jarusso, e va da sé, che per la grande novità che rappresenta il cambio del vocalist, a catturare inizialmente l’attenzione, sia la performance del nuovo arrivato.

Partendo dal presupposto che, dopo decenni di Eldritch con Holler, fa effetto non sentire la sua caratteristica e rappresentativa voce dietro al microfono, devo dire che, la scelta di Simone e soci,
sembra essere stata azzeccata, in quanto, la prestazione di Jarusso, appare di alto livello fin da subito.

Il compito di Alex non era certo dei più semplici, perché come è noto, il suo predecessore, era il tratto distintivo di una band che si identificava attraverso la sua voce, ma il timbro del nuovo cantante, è particolarmente adatto alle sonorità intense alle quali ci hanno abituato gli Eldritch con il loro metal.

Il disco, nell’insieme, risulta in linea con gli ultimi ottimi lavori dei toscani, che non hanno voluto portare particolari novità nelle loro composizioni, restando forse in una comfort zone che non fa gridare al miracolo, ma che ha probabilmente permesso un inserimento più agevole di Jarusso e che li mantiene su standard comunque alti a mio parere.

Il loro stile resta inconfondibile, a tratti potente, a tratti irrorato da melodie più dolci, con sempre presente quel retrogusto dark, tipico del loro power-prog metal che si distingue per maturità e personalità.

Questa fatica in studio sembra esser stata prodotta con l’obiettivo di risultare forte e compatta, infatti, con la sua intro e i nove brani, resta sotto i cinquanta minuti di musica, nei quali, pare non esserci spazio per ricami superflui e si va dritti al punto.

Mastering e mixaggio sono a cura di Simone Mularoni, che ancora una volta, si dimostra una garanzia ed è stato in grado, come di consueto, di esaltare il sound della band, che dal punto di vista tecnico si è espressa egregiamente.

Il grande merito degli Eldritch è quello di riuscire ad interpretare le tracce, che si contraddistinguono per un metal classico, donando loro anche una ventata di modernità, grazie ad un sapiente uso di chitarre, tastiere ed elettronica, dosate nel modo più opportuno.

Ottima una sezione ritmica sempre ben presente, sostenuta, che esalta ed arricchisce i brani. La batteria e le linee di basso non si posizionano in secondo piano nell’economia delle canzoni, grazie alla bravura di Raffahell Dridge e Dario Lastrucci. I virtuosismi e i riff non sono mai fini a se stessi ed esercizio di pura estetica, ma sono ben calibrati nell’intreccio di chitarre tra Eugene Simone e Rudj Ginanneschi, che si miscelano ai suoni delle tastiere di Oleg Smirnoff, rivelandosi di impatto, creativi ed armoniosi. Il tessuto melodico è curato nel dettaglio ed avvolge l’ascoltatore.

In definitiva, lo giudico un album ben strutturato, dinamico, non prolisso, ben studiato ed eseguito, nel quale probabilmente mancano dei guizzi che lo facciano spiccare, ma che risulta piacevole, compatto ed equilibrato.

Tracklist:

1 . Innervoid (intro)

2 . Handful of Sand (Right or Wrong)

3 . Born on Cold Ash

4 . Elegy of Lust

5 . To the End

6 . Wings of Emptiness

7 . From the Scars

8 . Lost Days of Winter

9 . Black Bedlam

10 . Forgotten Disciple

Line up:

  • Alex Jarusso – voce
  • Eugene Simone – chitarra
  • Rudj Ginanneschi – chitarra
  • Oleg Smirnoff – tastiere
  • Dario Lastrucci – basso
  • Raffahell Dridge – batteria

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