Stasera 20 Gennaio 2023 lo Slaughter Club di Paderno Dugnano, segnerà sul suo diario un evento davvero importante ovvero il passaggio del mitico MOTOCULTOR FESTIVAL OPEN AIR, che in collaborazione con Vain Productions, Decibel Touring e Access Live, per la prima volta attraversa l’Europa portando come headliner i nostri FLESHGOD APOCALYPSE. Per loro rappresenta un’incredibile opportunità e motivo d’orgoglio per il metallo italiano, un grande salto di qualità raggiunto grazie ai tanti sacrifici che questa band ha fatto dalla nascita nel 2007, incrementando sempre di più la schiera di fans. Il bill del festival è completato dai coreani Dark Mirror Ov Tragedy, dagli ungheresi NEST OF PLAGUES e infine dai W.E.B. dalla Grecia, scopriamo come si è svolta la serata sulla quale posso già anticipare che ha richiamato molta gente.

Come band di apertura abbiamo i DARK MIRROR OV TRAGEDY direttamente dalla Corea del Sud, accolti calorosamente dal discreto pubblico entrano in scena vestiti e truccati tipicamente black-gothic, esordendo con Chapter II: The Possession ci trasportano nella dimensione symphonic black metal. Inizialmente il pezzo inizia con un dolce arpeggio che viene spezzato dallo scream-growl graffiante di Material Pneuma, dopodiché subentrano taglienti riff sprigionati da Senyt e Zahaquiel, dure linee di basso tracciate da Reverof e massicce parti di batteria scagliate da Confyverse, il pezzo è di lunga durata e dai ritmi variabili infatti arriva un’esplosione symphonic black dove riff divengono serrati, gli assoli sono spietati, le linee di basso più profonde e la batteria è unterremoto, il tutto amalgamato dalla parte gothic conferita dalle melodie ad opera della tastierista Genie, che in seguito dominerà il sound rendendolo morbido con toni malinconici, crescendo d’intensità con il sopraggiungere degli altri strumenti e mantenendo un ritmo costante sino alla fine. Dalla nascita nel 2003, la formazione ha subito molti cambiamenti ma sul palco tra di loro c’è una forte intesa, essendo sei elementi hanno poco spazio a disposizione che non gli consente una dinamica tenuta di palco, ma quando si stagliano sulle pedane per incitare il pubblico la risposta e senza dubbio positiva grazie soprattutto al frontman. Questo gennaio hanno pubblicato il quinto disco The Annunciation In Lust, ma decidono di suonare i primi due pezzi del precedente The Lord Of Shadows (2018) di lunga durata terminando con Chapter III: The Annunciation In Lust, di struttura simile al precedente ma ancora più intensa. Con soli due pezzi i DARK MIRROR OV TRAGEDY hanno assolto pienamente l’arduo compito di aprire la serata, conquistando il pubblico visibilmente aumentato che li ripaga con meritati applausi.

Setlist:
Chapter II: The Possession
Chapter III: The Annunciation In Lust

Ora si cambia genere con l’arrivo degli ungheresi NEST OF PLAGUES, nati nel 2014 e portatori di deathcore con all’attivo il secondo disco To Kill A God uscito nel 2022. Anche loro ben accolti partono diretti con Message From Us dando una scossa immediata, il loro massiccio sound è tracciato da furiosi riff sferrati da Máté Breier affiancato dalla tenace Evelin Kövecses, la ritmica viaggia parallela sulle parti di batteria scaturite da Balázs F?r che picchia su piatti e pelli come un martello pneumatico, il tutto è amalgamato dalle solide linee di basso ad opera del frontman Daniel ivanics, che oltre alle corde del basso fa vibrare quelle vocali sfoderando un potente growl. Durante l’intera esibizione spicca la loro dinamica tenuta di palco, in particolare Daniel cerca più volte di incitare il pubblico a fare circle pit ma senza successo, nonostante il sound dirompente di ogni canzone seppur apprezzata, la platea non si scatena a parte un timido circle pit sul finale. A causa dei tempi ristretti hanno dovuto tagliare due pezzi, per il resto macinano un pezzo dopo l’altro con determinazione traendoli dal nuovo disco, tranne Auto-da-fé unico brano dal primo omonimo EP del 2016, infine con la title track To Kill A God, la band di Budapest conclude l’esibizione riscuotendo buon successo dove gli applausi non son mai mancati. 

Setlist:
Message From Us
Helion
Unimprint
Megalomania
Auto-da-fé
Struggle
To Kill A God

Dopo il deathcore si ritorna al symphonic-gothic con i W.E.B. nati nel 2002 in Grecia, preceduti dall’intro prendono posizione con tipici costumi e face painting, ben accolti dal pubblico ancora aumentato senza indugi irrompono con Pentalpha, tratta dall’ultimo quinto disco Colosseum pubblicato nel 2021. L’atmosfera ritorna a essere tenebrosa e appesantita dal loro sound dalle solide basi black metal, dirompenti riff sprigionati da Sakis Prekas e Sextus Argieous Maximus alle chitarre, costituiscono le fondamenta indurite da qualche sfrecciante assolo, mentre la parte symphonic-gothic con melodie atmosferiche è aggiunta in base, la bassista Hel Pyre indurisce la ritmica con robuste vibrazioni, mentre Nikitas Mandolas alla batteria scarica tutta la sua energia alzando il tiro di ogni brano. A un sound di tale calibro si abbina perfettamente il gutturale growl del frontman Sakis Prekas, al quale in base ai brani si aggiunge il graffiante growl di Hel Pyre. Durante la loro carriera hanno cambiato molti componenti ma è evidente che attualmente c’è una buona alchimia, dimostrando una costante interazione rendendo partecipe il pubblico incitandolo a gridare sempre più forte, l’obbiettivo è raggiunto e con il procedere dell’esibizione l’entusiasmo cresce. La maggior parte dei brani proposti è tratta da Colosseum e un paio dal precedente Tartarus (2017), infine terminano lo show con Dragona con sottofondo l’outro Clamor Luna, lasciano degnamente il palco ai tanti attesi headliner raccogliendo meritati applausi.

Setlist:
Intro
Pentalpha
Dark Web
Morphine For Saints
Dominus Maleficarum
Murder Of Crows
Dragona
Outro – Clamor Luna

Dopo le forti esibizioni degli special guest che hanno alzato il livello della serata, finalmente siamo giunti al piatto forte che tutti aspettavamo con ansia, durante il cambio palco accompagnato da un sottofondo di musica classica la tensione cresce, una volta che è tutto sistemato il batterista e la corista prendono posizione suscitando già clamore, seguiti poi dai compagni ecco i nostri mitici FLESHGOD APOCALYPSE impossessarsi del palco tra urla ed applausi. Emozionati ma al tempo stesso carichi al massimo, attaccano sulle note di Fury investendo i fans con un’imponente muro di suono, che si propagherà per l’intera esibizione, grazie alla violenza che sfocia dai loro strumenti come un fiume in piena. Francesco Paoli e Fabio Bartoletti spremono fino all’osso le sei corde lanciando riff devastanti contornati da micidiali assoli, il basso di Paolo Rossi rimbomba nello stomaco cementificando la ritmica, nella quale s’intersecano le melodie e orchestrazioni ad opera del pianista Francesco Ferrini, infine alla batteria entrato in formazione nel 2020 abbiamo Eugene Ryabchenko, il quale milita in altre band e in passato ha suonato come turnista in varie band tra le quali Belphegor e Decapitated, solo questi nomi fanno capire che il suo livello di potenza e precisione è davvero elevato, infatti si dimostra una macchina da guerra che fa tremare il palco senza fare prigionieri. Passando alle parti vocali la gola rovente del frontman Francesco emette un growl incendiario, in contrapposizione con la soave voce da soprano della corista Veronica Bordacchini, limpida ed estesa stempera la violenza del sound ma aumentandone l’intensità, degno di nota il contrasto generato dai duetti con Francesco, inoltre Paolo sfoggia una voce pulita e squillante che spicca in The Fool.

I nostri sono un super concentrato di aggressività e tecnica, espressa ai massimi livelli attraverso un symphonic-technical death metal che esalta ogni singolo fans, la platea nell’insieme forma un esercito che acclama la band con urla, applausi, cori d’incitamento e finalmente del sano moshpit. Francesco e compagni per quanto felici ed emozionati, incitano ulteriormente fomentati dal prezioso supporto, è un continuo dare e ricevere reciproco che si protrae per l’intera esibizione, una sorta di fratellanza talmente solida che ovviamente nasce solo quando una band gioca in casa. Dalle ultime produzioni eseguono Sugar e Monnalisa tratte da Veleno (2019) e il singolo No (2020), spaziando poi dai precedenti lavori suonando Heing Through War, The Violation, Prologue e altre, in generale ogni canzone è un successo infine con The Fool pongono fine a un’esibizione magistrale sotto ogni aspetto: esecuzione, tenuta di palco, interazione, costumi e trucco. Acclamati a gran voce i nostri FLESHGOD APOCALYPSE ringraziano di cuore ritirandosi trionfalmente, per aver tenuto alto l’onore del metallo italiano in questa speciale occasione, terminando nel migliore dei modi il MOTOCULTOR ACROSS EUROPE TOUR 2023.

Che altro posso dire? Traendo le somme il passaggio del MOTOCULTOR ACROSS EUROPE TOUR 2023 ha lasciato nello Slaughter club un segno indelebile, grazie alle performance dei nostri graditi ospiti W.E.B., NEST OF PLAGUES e DARK MIRROR OV TRAGEDY, che meritano sinceri complimenti per aver suonato con energia e passione, facendo crescere di livello la serata e aumentando sicuramente le rispettive schiere di fans. Un’ovazione spetta ai nostri FLESHGOD APOCALYPSE, i quali hanno sudato sangue per dare ai propri fans il live migliore di sempre riuscendoci alla grande, infine un ringraziamento particolare alla Bam Booking in collaborazione con Vain Productions, Decibel Touring e Access Live, e, a tutto lo staff del locale per aver reso possibile un evento di tale importanza, sperando che si potrà svolgere anche nelle edizioni future. Alla prossima!

Setlist:
Fury
Heing Through War
Sugar
Monnalisa
The Violation
Prologue
Epilogue
Minotaur (The Wrath of Poseidon)
No
The Fool
The Egoism
The Forsaking

Gallery completa qui

Testo di Giacomo Cerutti
Foto di Moira Carola

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