Il secondo e terzo giorno del Frantic Fest, nonostante tutte le buone intenzioni di arrivare al sito ad un orario buono per poter sentire tutte le band, ci vede protagonisti di problemi personali ed imprevisti lavorativi per i quali ci salta praticamente mezza giornata di concerti… Riusciamo infatti ad arrivare in entrambi i giorni sempre verso le 19:00, saltando purtroppo le band precedenti…
Il secondo giorno (venerdì 18 agosto 2023) arriviamo sul filo per assistere agli ultimi pezzi dei nostrani Devoid Of Thought, che ci regalano un buon death metal d’ispirazione sci-fi ed evocativo di un immaginario cosmico e spaziale. Vi è un incrocio strano ma intelligentemente studiato tra emozionanti e stressate atmosfere che sfiorano il doom e creative e rapide sfumature di melodic death, con variazioni dinamiche e cambi di tempo quasi improvvisi che risultano fuori dagli schemi ma molto piacevoli e per nulla cacofonici come invece ci si potrebbe aspettare.
Gatecreeper
La prima band ad inaugurare il main stage in questa giornata sono gli americani Gatecreeper, artefici di un death metal più vecchia scuola e con tendenze grindcore, energico e potente, con ritmi serrati e costanti ed una resa sonora di forte impatto. Ciò che si percepisce all’ascolto è equiparabile ad una vera e propria scarica di adrenalina: non un secondo deve essere sprecato; le chitarre sono veloci e i ritmi esplosivi e la voce di Mason si eleva tonante sopra a riff inarrestabili. Al di là di qualche perplessità sulla durata delle canzoni ed un personalissimo senso di confusione ad un certo punto, è stata una buona performance ed il pubblico si è parecchio divertito e ha parecchio scapocciato! SETLIST: Sweltering Madness / Puncture Wounds / Ruthless / Craving Flesh / Starved / Caught in The Threads / From the Ashes / Rusted Gold / Patriarchal Grip / Barbaric Pleasures / Sick of Being Sober / Flamethrower / Boiled Over
Artificial Brain
Si ritorna al tendone per gli Artificial Brain, band che personalmente non conoscevo e devo dire è stata per me la miglior scoperta di tutto il festival. In bilico su un sottile filo teso tra progressive e technical death metal, propongono melodie avvolgenti, divagazioni e mutazioni stilistiche che poggiano su una base aggressiva tipica del genere (con vagonate di blast beat) ma che quasi mai sfocia nella violenza che si percepisce in altre band di questo tipo. L’esecuzione pare infatti essere maggiormente incentrata sulla resa atmosferica e sull’impatto sonoro, per i quali si rendono fondamentali l’armonia e il bilanciamento degli strumenti. E in ciò sono davvero bravi: tutto si intreccia alla perfezione e spicca la capacità delle chitarre un po’ grezze e sporche di riuscire a creare un’inaspettata eufonia unite ad una voce che muta molto spesso, a tratti abissale, in growl e a tratti in scream, in un connubio disorientante ma fortemente evocativo. Si percepisce una buona dose di sperimentazione e molta bravura nel farlo; non è sicuramente una band di facile ascolto, ma è proprio la complessità contorta del loro lavoro a renderli davvero interessanti e meritevoli!
SETLIST: Worm Harvester / Floating In Delirium / Static Shattering / Celestial Cyst / Estranged From Orbit / Vacant Explorer / Absorbing Black Ignition / Moon Funeral
Asphyx
È il momento dei granitici Asphyx pronti ad esibirsi al main stage! Dall’Olanda con estremo furore fino all’Abruzzo per deliziarci con il loro dissacrante death metal dalle influenze doom. Svettano sul palco con un suono crudo, aggressivo e pesante da morire: una vera lezione di Death Metal, puro e genuino come dovrebbe essere. Le chitarre sono macchine da guerra, la batteria è inarrestabile; unica pecca la voce di Martin Van Drunen, capace di urla bestiali ma un po’ sottotono e quasi affaticata durante l’esibizione… L’energia in ogni caso non è mancata e nemmeno la voglia di scherzare con il pubblico, che è accorso numeroso e con la voglia di muoversi e pogare! Insomma, hanno letteralmente infiammato il festival in un concerto eccezionale durante il quale era chiaro che il divertimento era sia sotto che sopra il palco. Dei veri professionisti, sempre al top!
Capra
Torniamo al second stage dove iniziano ad esibirsi i Capra, band della Louisiana con una energica e agguerrita cantante che salta sul palco e non si ferma un secondo! Attivi dal 2016 nella scena hardcore/punk sono un concentrato di suoni velocissimi e note grezze, una voce alta, stressata e scalmanata e riff spavaldi con variazioni di ritmo imprevedibili e a volte fuori da ogni logica. I testi sono ispirati da argomenti sociali, problemi contemporanei ed esperienze di vita personali, narrati per metafore e attraverso storie cariche di rabbia e insofferenza. Bravi a tenere il palco e a scatenare il pubblico che senza indugi si butta in un disordinato e sbilenco pogo che oscilla da una parte all’altra della tenda. Particolari ma di grande effetto, e la cantante ha davvero grinta da vendere! SETLIST: CHSF / Tied Up / The Locust Preacher / Mutt / Medusa / Red Guillotine / Trauma Bond / Loser / Paper Tongues / Torture Ship
I Am Morbid
Di corsa un’altra volta al main stage per l’attesa esibizione degli headliner del giorno, gli I Am Morbid! Capitanata dal carismatico David Vincent, la band è in tour in Europa per il trentesimo anniversario di “Covenant“, il terzo album degli ex Morbid Angel, considerato dai più uno dei più grandi LP death metal di tutti i tempi e un album fondamentale nel genere. C’è un mare di gente sotto al palco, visibilmente in fermento… la band sale sul palco accolta da un boato, e si comincia! Partenza carichissima con Immortal Rites e Fall From Grace; Vincent è scatenato e sfoggia quell’affascinante mix tra uno stile vocale grintoso e aggressivo ed un canto più basso e pulito, mentre le chitarre sfornano assoli incredibilmente veloci e appassionati, e la batteria le segue senza sosta! Seguono alcuni dei grandi classici dei Morbid Angel (i brani suonati sono tutte cover), tra cui Dominate, Blood on My Hands, God of Emptiness, ed una perfetta e personalmente emozionante esecuzione di Pain Divine; il pubblico è scatenato, poga e si diverte insieme alla band, che non manca di interazioni simpatiche e battute tra una canzone e l’altra. “È una celebrazione del death metal vecchia scuola” come dice Vincent, e a conclusione dello show siamo tutti unanimemente concordi che non ci potesse essere modo migliore per concludere questa seconda serata se non con una bella ora piena e coinvolgente di metal anni ’80 e ’90!
SETLIST: Immortal Rites / Fall From Grace / Blessed Are the Sick / Rapture / Pain Divine / Vengeance Is Mine / The Lion’s Den / Sworn to the Black / Maze of Torment / (Guitar solo) / Dominate / Where the Slime Live / Blood on My Hands / God of Emptiness / World of Shit (The Promised Land)
Fulci
Ma il festival non si conclude in realtà qui! Al second stage sta infatti per iniziare a suonare la vera ultima band della giornata, magari non famosa come gli storici I Am Morbid, ma che comunque hanno ben riempito di gente l’area sotto al tendone ed anche oltre! Loro sono i Fulci, nostrana band death metal che vuole omaggiare con il proprio nome il maestro dell’horror Lucio Fulci, e alle quali opere si ispira anche per i temi delle canzoni, spesso declinati in mostri, zombie ed incubi orribili. Anche il visual è studiato per creare un’atmosfera ansiosa e stressante: lo spettacolo include infatti campioni visivi, audio di film, sintetizzatori e pochissime luci per creare uno scenario teatrale. Spiccano un ampio uso del sintetizzatore e l’influenza nelle melodie delle colonne sonore cinematografiche, le quali sono magistralmente rielaborate in chiave strumentale ed alternano momenti di tensione a momenti di calma apparente. Un’interpretazione brutale, sostenuta e incitata da un inquietante growl gutturale. Spettacolo ansiogeno ma molto ben riuscito!
SETLIST: Glass / Tomb / Apocalypse Zombie / Lonely Hearts / Voices / Voodoo Gore Ritual / Tropical Sun / Genetic Zombification / Among the Walking Dead / Matul Tribal Cult / Legion of the Resurrected / Nightmare / Eye Full of Maggots / Immortality Virus / Blue Inferno / Zombi 2
Testo di Giada Barbieri
Fotografie di Lorenzo Benzi
Si ringrazia vivamente tutto lo staff e l’organizzazione del Frantic Fest e la No-Sun Music
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