I Tenebra sono una band di origini bolognesi e rappresentano una interessantissima realtà del nostro panorama underground.

Questa la formazione del gruppo:

  • Silvia Feninno – Voce e Tamburello
  • Emilio Torreggiani – Chitarra
  • Claudio Troise – Basso
  • Claudio “Mesca” Collina – Batteria

Dopo averli visti live, a Mantova, dove si sono resi protagonisti di un’ottima performance, ho avuto l’occasione di porgere loro un po’ di domande.

Vi lascio perciò alla nostra intervista.

Ciao, benvenuti su Long Live Rock’N’Roll. Iniziamo con una presentazione: come nascono e chi sono i Tenebra?

Emilio: ciao! I Tenebra nascono a fine 2017, quando, dopo anni di ricerche infruttuose, tre ragazzi che volevano, da tempo, mettere su un gruppo con sonorità heavy rock, riescono ad incontrare Silvia, la persona con la voce che riesce a fare quadrare il cerchio di questo progetto.

Provenite dal mondo dei centri sociali, in particolare dalla scena che proliferava a Bologna attorno ad Atlantide Occupata. Quanto ha influito questo contesto nella vostra crescita? Raccontateci quale è stato il vostro percorso. Come pensate che si sia evoluta la band in tutti questi anni?

Mesca: io, Emilio e Claudio suonavamo tutti in gruppi del giro hardcore/indipendente/diy. Diciamo che quel tipo di esperienza è utile, perché ti insegna a cavartela da solo e anche ad acquisire un certo numero di competenze, che sono molto utili per una band che è agli inizi, fa un genere di nicchia e soprattutto non ha nessun tipo di budget. Per dire, abbiamo, in buona parte, disegnato noi le nostre grafiche e registrato da soli la nostra musica.

Dopo un primo disco completamente autoprodotto, che anche grazie al nostro amico, Marco Gargiulo, che si è occupato di fare la promozione, ha ottenuto dei buoni riscontri, siamo riusciti a trovare un’etichetta inglese, New Heavy Sounds, che ha prodotto un EP e il nostro ultimo disco “Moongazer”. È stato tutto molto naturale ed organico, senza forzature. Musicalmente penso che il nostro primo materiale fosse più classicamente doom, mentre, col tempo, la cosa abbia assorbito influenze più ampie, come il rock classico, il prog, la psichedelia e altre minuzie da generi e gruppi che ci piacciono e che magari inconsciamente riversiamo nelle nostre canzoni.

Come nasce il vostro nome?

Claudio: in realtà, ci siamo resi conto col tempo, che il nostro nome è piuttosto banale, ma oramai, ci siamo abituati e rimarrà quello. Inizialmente, volevamo un nome in italiano, anche se sapevamo già che la band avrebbe cantato in inglese, che richiamasse il periodo che stiamo attraversando, fatto di una regressione culturale enorme. Tenebra ci sembrava una cosa esotica e calzante. Poi, abbiamo scoperto, che c’erano già duecento band che si chiamavano così!

Ascoltando la vostra musica si sentono influenze di diversi generi musicali, come definireste il vostro sound?

Silvia: banalmente direi che suoniamo rock con una forte componente heavy. È abbastanza evidente che le nostre maggiori ispirazioni provengano dall’hard a cavallo tra ’60 e ’70, ma se si ascolta attentamente si possono notare influenze diverse come la psichedelia, il prog, certo noise, una sottilissima patina jazz.

Avete dei gruppi di riferimento o ai quali vi sentite particolarmente affini?

Mesca: sono davvero troppi da citare, come diceva prima Silvia, peschiamo a piene mani dall’hard fine ’60, primi ’70, ma se venissi in furgone con noi, i dischi che ascoltiamo sono davvero molto vari. Difficile fare un sunto che non escluda qualcosa di fondamentale.

Cosa ascoltano più spesso i Tenebra nel tempo libero?

Emilio: soprattutto blues del delta, molto jazz e parecchio grunge delle origini, come Green River, U-Men e Tad.

Silvia: io sono la più fanatica dell’underground anni ’60 e ’70, band come Jerusalem, Toad, Sir Lord Baltimore, ma ultimamente ascolto anche parecchio honky tonk, tipo Hank Williams.

Claudio: molto prog, molto death metal.

Mesca: mi accodo a Claudio.

Avete pubblicato il vostro ultimo album “Moongazer” ad aprile del 2022. Dopo un anno e mezzo si può probabilmente fare un bilancio. Siete soddisfatti dell’accoglienza che ha ricevuto da pubblico e critica?

Emilio: noi siamo molto contenti dell’album e anche in questo caso dobbiamo ringraziare Marco (Gargiulo, ndr), per l’ottimo lavoro di promozione che ha fatto. Ci sarebbe piaciuto, grazie al fatto di avere un’etichetta straniera, avere avuto più occasioni di suonare in qualche festival estero, ma ci rendiamo anche conto che, purtroppo, i Tenebra non sono il nostro lavoro e dobbiamo costantemente mediare con i nostri impegni quotidiani.

Avete già in programma nuova musica?

Emilio: stiamo lavorando ai pezzi del nuovo disco. Verso la fine di novembre vorremmo cominciare a registrare qualcosa.

Ho da poco assistito alla vostra ottima esibizione a Mantova, avete altre date live imminenti?

Mesca: eccome! A fine ottobre faremo tre date con i nostri ottimi amici Bottomless, il gruppo in cui suona Giorgio Trombino, che ha contribuito spesso, con le sue abilità musicali, alle nostre registrazioni. Hanno da poco fatto uscire il loro nuovo disco “The Banishing”, che è davvero meraviglioso.

Non vediamo l’ora. Saremo il 20 ottobre al Bronson di Ravenna, il 28 al Freakout di Bologna e il 29 al Punky Reggae Pub di Bassano del Grappa!

I vostri brani sono contraddistinti da testi che solitamente si muovono tra il lisergico e l’occulto. Da dove nascono le idee per quanto riguarda le tematiche?

Silvia: i miei testi trattano più che altro sensazioni personali e spesso li penso ispirandomi a quello che mi suggerisce la musica, anche in previsione dei nostri live. Le mie principali ispirazioni sono la letteratura inglese ottocentesca e la stampa underground di fine anni ’60.

Come si sviluppa in genere il vostro processo creativo e compositivo? Avete un’elaborazione metodica o lasciate più spazio all’improvvisazione? Solitamente nascono prima le parole o la musica?

Claudio: normalmente Emilio registra dei demo a casa, con una batteria elettronica, poi elaboriamo i pezzi in sala e dopo questo processo il risultato è spesso parecchio distante dall’idea iniziale. Silvia aggiunge le parole e le melodie alla fine. Alcune canzoni però sono nate anche da jam totalmente improvvisate durante le prove.

Ci sono band che preferiscono la fase compositiva ed in studio, altre che prediligono i live. A voi cosa regala più soddisfazioni?

Emilio: direi che ci piacciono entrambi gli aspetti. Io, in questi anni, mi sono piuttosto specializzato nel registrare i brani, quindi devo dire che l’ambiente-studio mi regala molte soddisfazioni. Poi è ovvio che suonare dal vivo è divertente, soprattutto quando il pubblico è partecipe.

Cosa ne pensate della scena rock underground italiana? Ci sono gruppi emergenti che ultimamente vi hanno stupito?

Silvia: ci sembra un ambiente ancora vivo, anche se determinati spazi, che una volta erano un importante humus per cementificare la scena, oramai non esistono più. In ogni caso, ci sono band davvero forti, posso nominare gli Hyperwülff, i Marnero, i Wasted Cult, i già citati Bottomless, gli Hemp, i Death By Muerte, gli Anuseye di Bari, i Bedsore, gli Assumption, gli Horror Vacui, i Chow, gli Human Colonies, Stefano Pilia, i Dievel, i Gufonero, gli Orbita, i Thedus, Ponte del Diavolo e poi, vabbè, ci sono i Messa, che oramai sono proiettati nell’iperuranio.

Negli ultimi anni si sono affermate prepotentemente le piattaforme streaming ed è completamente cambiata la fruibilità della musica. Cosa ne pensate e come vi rapportate a queste modalità?

Emilio: mah, devo dire che, personalmente, non ho nemmeno un account Spotify, sono vecchio e di certe cose, forse sbagliando, proprio non mi occupo. So che siamo presenti su ogni piattaforma però!

Se ci doveste raccontare un aneddoto divertente? 

Mesca: troppe ce ne sono successe. Forse quella volta in cui siamo finiti a suonare in un agriturismo un po’ fricchettone tra le colline e abbiamo dormito in una capanna nel bosco e c’erano un sacco di animali che facevano versi inquietanti…

La fantasia non si pone limiti. Se poteste scegliere, con chi vorreste fare una collaborazione per un vostro brano?

Emilio: beh, intanto, in “Moongazer”, l’assolo di “Moon Maiden” lo suona Gary Lee Conner, il chitarrista degli Streaming Trees! Per il futuro si vedrà, alla fine, una delle poche cose belle di internet, è che è facile contattare le persone. Sicuramente avremo una sorpresa per il prossimo disco.

Cosa vorrebbero fare i Tenebra “da grandi”? Quali sono i vostri progetti futuri?

Claudio: beh, intanto, prima della fine dell’anno dovrebbe uscire un nuovo split con i Chow e i Firecracker, ma sarà una sorpresa e non voglio svelare troppe cose, poi, sicuramente, vogliamo fare un nuovo disco e suonare dal vivo il più possibile.

Vi ringrazio di avermi dedicato il vostro tempo e di aver concesso ai nostri lettori la possibilità di conoscervi meglio. Lascio lo spazio per concludere a voi con le considerazioni finali.

Emilio: grazie a te per questa intervista e per il live report del concerto di Mantova. Oramai, le recensioni dei concerti, per le band piccole come la nostra, sono una vera e propria rarità! Supportate l’underground!

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