Nello storico Olympia di Parigi, sul famoso Boulevard des Capucines e letteralmente a due passi dall’Opera Garnier, va in scena un lineup devastante composto da Lamb of God, Kreator e Municipal Waste. Il teatro Parigino è ormai diventato locale di riferimento per i concerti rock e metal da vari anni, e malgrado un acustica che per chi è abituato alla limpidezza del suono di locali come l’Alcatraz di Milano o il Live Club di Trezzo sull’Adda puo’ inizialmente sorprendere (in quanto leggermente rimbombante), il contesto è sempre affascinante e crea un connubio davvero interessante tra la musica classica (che ha fatto la storia di questo teatro) e la musica estrema di stasera.

Mancando a gran malincuore la performance dei Municipal Waste a causa del folle traffico parigino, arrivo giusto in tempo per il momento in cui calano le luci ed entrano in scena i solidissimi Kreator. Colonne portanti del thrash metal e riferimento del genere in Europa (e non solo), la band tedesca ha saputo negli anni guadagnarsi un gran rispetto anche al cospetto di maestri del thrash metal quasi tutti provenienti dalla California, più precisamente dalla bay area di San Francisco. Vedendo il set di stasera infatti, i Kreator non hanno nulla da invidiare ai cugini di genere americani Slayer, Anthrax, Megadeth, Testament o Exodus… offrendo un suono veloce, preciso e aggressivo al pari di questi mostri sacri. Mille Petrozza è un gran frontman e capace di incitare in modo davvero convincente tutto il pubblico, sostenuto da metronomi come Sami Yli-Sirniö alla chitarra, Jürgen Reil alla batteria e l’eroe di serata, il francese Frédéric Leclercq al basso. Il palcoscenico è ornato dai tanto macabri quanto affascinanti teloni di grafiche delle copertine dei Kreator, dove appare il famigerato demone in tutte le sue vesti tenebrose a fare da sfondo ad un suono a dir poco travolgente. Ulteriore elemento di spicco: le luci! Che coordinazione e che livello di qualità! Strabiliante! A ritmo con i brani e estremamente diverse da un pezzo all’altro, il che contribuisce ad enfatizzare ancor di più il set dei Kreator.

Gli acuti di Mille sono ormai un marchio di fabbrica, forse anche di più nelle parti dove incita il pubblico che non nel canto, dove si destreggia con gran maestria su tonalità più basse ma altrettanto incisive. Come menzionato precedentemente, l’Olympia ha la particolarità di quest’acustica che si potrebbe definire non puramente adatta ad un concerto metal ma che nella sua stranezza offre un esperienza di suono intrigante che in realtà non risulta sgradevole…. anzi, ha quasi un effetto di amplificazione del suono che diventa anche più’ avvolgente… è come se ci fosse quindi quello che potrebbe essere definito come un «difetto» sonoro che pero’ è talmente poco pronunciato che offre un esperienza suggestiva che una volta fatta l’abitudine, enfatizza addirittura i suoni in modo accattivante! Perché il suono risulta meno dispersivo e più concentrato in quella che è una sala non estremamente grande e dalla classica conformazione di teatro con una mezzanina che si prolunga in una balconata. La scaletta dei Kreator è un mix di inni assoluti della band come “Hail to the Hordes”, “Satan Is Real”, “666–World Divided”, “Flag of Hate”, “Violent Revolution” e ovviamente “Pleasure to Kill”, ma anche carica di pezzi dell’ultimo validissimo album “Hate Über Alles” come appunto l’omonima traccia, “Strongest of the Strong” e “Midnight Sun” in duetto con Sofia Portanet in esclusiva per le due tappe francesi di Strasburgo e Parigi, a ricreare quindi la versione originale presente nell’album. Devo dire che anche se ho sempre mostrato grande rispetto per i Kreator non mi avevano mai entusiasmato fino in fondo dal vivo… fino a stasera! Per questo concerto devo veramente dire che si sono dimosrati eccezzionali e davvero in gran forma! Come dice Mille… the Kreator has returned!

Setlist

Hate Über Alles
Hail to the Hordes
Awakening of the Gods
Enemy of God
Phobia
Midnight Sun
Satan Is Real
Hordes of Chaos (A Necrologue for the Elite)
666 – World Divided
Phantom Antichrist
Strongest of the Strong
Flag of Hate
Violent Revolution
Pleasure to Kill

Giunge il momento tanto atteso dei Lamb of God, la band di riferimento in assoluto di quello che possiamo definire groove metal. Freschi del loro ultimo lavoro “Omens”, che è risultato decisamente un album con una marcia in piu rispetto al precedente album omonimo “Lamb Of God”, che a parte i due singoli principali peccava un po’ di inventiva sul resto del disco, la band dello stato del Virginia è presente stasera per una singola cosa (parafrasando l’inimitabile Randy Blythe): fare esplodere il palcoscenico! E che dire… fin dai primi pezzi si nota quanto questa intenzione sia più che seria! Un suono travolgente e una carica di adrenalina a mille danno inizio a quello che sarà un concerto devastante! L’unica piccola nota negativa della loro performance, se tale si può definire, è il bilanciamento del suono, perché la batteria risulta per quasi tutto il set decisamente troppo alta rispetto agli altri strumenti e alla voce di Randy… ma allo stesso tempo, dopo vari pezzi, le ritmiche dettate da Art Cruz sono talmente affascinanti che in realtà è quasi un bene che siano messe cosi in rilievo rispetto al solito… ricordiamo che, a parte gli ultimi due album, alla batteria dei Lamb Of God c’era un certo Chris Adler… roba non da poco. Va infatti dato credito ad Art Cruz per essere riuscito a cogliere una tale eredità e a continuare a portare qualità alle percussione dei pezzi dei Lamb Of God. Randy è una furia, probabilmente a fine concerto avrà fatto 10km a forza di correre sul palco… frontman assoluto e capace di destreggiarsi in un growl senza uguali, il set è una pura goduria dal primo all’ultimo pezzo. Ancora una volta, le luci risultano semplicemente spettacolari! Studiate nei minimi dettagli e perfettamente a ritmo con la musica, il che enfatizza ancor di più una performance da manuale della band di Richmond.

Mike Morton ha uno stile particolare che può non essere apprezzato da tutti, ma non si può dire che non sia perfetto per i pezzi dei Lamb Of God! Potenza, groove e riff totalmente incisivi! Certo, mancano assoli di chitarra o virtuosismi spiccati… ma non è quello che uno cerca nei pezzi dei Lamb Of God, dove il vero punto di forza è la ritmica strabiliante e l’incomparabile Randy Blythe alla voce. Devo dire che sono felicissimo di godermi dall’alto dell’elegantissima balconata dell’Olympia questo concerto, perché sia per i Kreator che per i Lamb Of God il vigore nel parterre era a livelli stratosferici… mosh pit, wall of death e crowdsurfing di continuo… senza un attimo di pausa! Bellissimo da vedere da sopra e fantastico per l’atmosfera… ma ammetto che non avrei voluto essere li in mezzo per entrambi i set… il che mi ha permesso di godere quindi a pieno di questo concerto memorabile! Nella scaletta dei Lamb Of God non manca niente: “Walk With Me In Hell”, “Now You’ve Got Something to Die For”, “Omerta”, “512″, “Laid to Rest”, “Redneck”… e i pezzi di spicco degli ultimi album (da sottolineare quanto sia eccezionale “Omens” dal vivo). Cosa chiedere di più? Assolutamente niente! Il set dei Lamb Of God si chiude appunto su “Redneck”, con Randy che incita il pubblico in questo modo prima di sfoderare l’ultimo devastante pezzo: E’ il momento di dare valore ai soldi del biglietto che avete comprato stasera… onestamente, penso che tutto il pubblico fosse già ripagato da questo concerto magistrale… ma la chiusura è davvero da manuale… quella che si può davvero definire come la ciliegina sulla torta!

Concerto epico sotto ogni aspetto… peccato davvero che questo tour non abbia previsto la data in Italia perché avrei davvero voluto che si potesse vedere questo concerto straordinario anche da noi… detto questo, onore ai Kreator e ai Lamb Of God per continuare a portare sui palchi un metal di una qualità sopraffina!

Setlist

Memento Mori
Ruin
Walk With Me in Hell
Resurrection Man
Ditch
Now You’ve Got Something to Die For
Contractor
Omerta
Omens
11th Hour
512
Vigil
Laid to Rest
Redneck

Si ringrazia Live Nation France

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