Live report di Cerutti Giacomo

Ben ritrovati allo Slaughter Club di Paderno Dugnano per un evento molto speciale, il GRAVE PARTY CELEBRATION ovvero la celebrazione del GRAVE PARTY noto festival che per quasi dieci anni, ha dato luce alla nostra scena underground, la cui edizione del 2022 è stata vergognosamente annullata per problemi logistici e burocratici.

Stasera 10 febbraio 2024 grazie all’unione delle forze di WE FUCKIN ROCK e GRAVE PARTY, possiamo commemorarlo e viverlo come una sorta di resurrezione, ovviamente in versione limitata a sei band rispetto alla moltitudine del festival originario.

Per l’occasione sarà presentato e venduto in anteprima, il libro “Grave Party. Dalla nascita al coma” scritto dallo stesso organizzatore Eric Vieni, dove ne racconta l’assoluta verità senza censure sin dalle origini.

Come ospite speciale della serata pronto a rispondere a ogni domanda, un pilastro importante del metallo italiano ovvero Trevor dei Sadist, inoltre l’evento sarà preceduto da un metal quizzone, e, nel corso della serata ci sarà un estrazione a premi.

Questi ragazzi hanno fatto veramente le cose in grande, mossi dalla grande passione per il nostro amato metallo, sostenerla con ogni mezzo e condividerla creando un’atmosfera di festa, per il piacere di stare in compagnia e goderselo.

Dopo questo preambolo vediamo come si sono svolte le esibizioni delle band, veri protagonisti della serata a cominciare dai FLOWERS IN DARK, nati a Milano nel 1996 aprono il sipario sulle note di Beneath The Tides.

Dopo la pubblicazione di un Demo e un paio di EP, l’anno scorso hanno pubblicato il debut album Celestial Vengeance, sul quale si baserà il repertorio a suon di gothic doom, dove atmosfere cupe e oscure avvolgeranno i presenti.

Il riffing ad opera di lele e Tommy è composto da dolci e tristi note, che divengono pesanti accordi prolungati sino a ritmi più sostenuti, ritornando poi lenti con un andamento ondulatorio, arricchito dal piano e altre sonorità aggiunte in base.

La ritmica è legata dai giri di basso a cura di Mauro, Stefano accompagna l’andamento dei pezzi variando di potenza e velocità, infine Eleonora e Simone completano il tutto con linee vocali opposte, Eleonora ha una voce soave dal timbro sia leggero sia squillante, mentre Simone un growl roccioso e complessivamente si compensano.

Ogni pezzo riceve applausi sino a Over The Shore, con la quale concludono la prima esibizione della serata, dimostrando al meglio il loro valore e aprendo la strada alla band successiva.

Setlist:
Beneath The Tides
Dying Moment
Why?
Crimson Onslaught
Over The Shore 

Dalla malinconia del doom cambiamo registro con i VIDE, band milanese forte della pubblicazione del secondo disco No Compromise uscito l’anno scorso, preceduti dall’intro del compositore Johann Strauss sono accolti calorosamente, e, senza indugi partono con Dust On Your Brain.

Il pubblico riceve una scossa immediata grazie al loro dirompente sound, riff taglienti e assoli sfregianti sfociano dalla chitarra di John Pino Lisi, mentre i giri di basso di Gabriele Kolaz costituiscono una massiccia base.

Daniele alla batteria pesta incessantemente su piatti e pelli dando un ulteriore spinta, infine il frontman Palu aggredisce imponendo un potente growl, complessivamente hanno creato una miscela death – metalcore, conferendo un sapore moderno e una forte personalità oltre a dimostrare notevole tecnica.

Il pubblico è entusiasta sia per il tiro dei pezzi sia per la dinamica presenza scenica e interazione, la band spara un pezzo dopo l’altro sino a eseguire interamente il nuovo disco, ottenendo un riscontro molto positivo, e, con Fight For Us All terminano un’esibizione tenace e diretta raccogliendo meritati applausi.

Setlist:
Intro Johann Strauss
Dust On Your Brain
I’m Tired To Loose
One More KIll
For Nothing
Con tutta la voce
Rimane l’odio
Your Legacy
Fight For Us All

Ora passiamo la parola agli CONSPIRACY OF BLACKNESS il cui percorso inizia nel 2008 a Taranto, come le precedenti band anche loro promuovono il nuovo disco, precisamente il secondo intitolato Pain Therapy uscito nel 2023.

Ben accolti dal pubblico che man mano aumenta, iniziano con Oblivion dando giustamente spazio ai pezzi nuovi, sfoggiando con il procedere dell’esibizione il loro particolare sound, dove la ritmica tracciata dal fondatore Antonio Bortone.

Riff taglienti di stampo moderno sono abbinati a linee melodiche, concatenate con tempistiche variabili ed è anche tastierista le cui sonorità sono aggiunte in base, parallelamente viaggiano profondi e marcati giri di basso delineati da Andrea Caliri.

Il tutto è sorretto dalle scalpitanti piatti e pelli percosse da Francesco Salerno, nell’insieme generano una specie di melodic nu-metal, reso ancora più accattivante dalla frontwoman Grazia Riccardo. Con scioltezza, passa dal pulito al growl facendo trasparire il suo dolore interno, grazie anche alla presenza scenica avvolgendo le canzoni con un velo dark-gotich.

Tempo dopo la nascita della band, Grazia e Antonio si sono trasferiti a Torino dove nel corso degli anni l’hanno riformata, Andrea e Francesco sono gli ultimi acquisti entrati nel 2022-23, tra di loro si è già instaurata una buona alchimia.

Ogni pezzo proposto viene acclamato, infine con Bones terminano una performance di forte impatto, conquistando il pubblico e spianando la strada alle band successive.

Setlist:
Oblivion
Rise
Welcome Death
Last Man Standing
The Moth
Afterlife
Collapsed
Bones

La maggior parte delle band di stasera come la prossima giocano in casa, ora prepariamoci seriamente alla violenza con l’arrivo dei MECHANICAL GOD CREATION, capitanati dall’inossidabile Luciana Catanati prendono posizione attaccando con Illusions.

Avendo già calcato più volte il palco dello Slaughter Club, i fans sanno già cosa aspettarsi mentre coloro che non li conoscono, vengono subito spiazzati dal loro devastante technical death metal, che non gli darà tregua dall’inizio alla fine.

Dalla nascita nel 2006 hanno composto tre dischi, avendo poco tempo a disposizione danno spazio soprattutto al terzo The New Chapter del 2019, ma complessivamente sono tutte delle mazzate sui denti, che esaltano il pubblico grazie anche alla loro forte sinergia e padronanza del palco.

Le sei corde di filo spinato di Deimos e del nuovo arrivato Emanuele Biondi entrato l’anno scorso, scagliano riff laceranti e assoli perforanti senza sosta, amalgamati dalle linee di basso dense come colate di cemento versate da Jesus.

Alla batteria Carlo Molinara è sempre una macchina da guerra che fa tremare il palco, questa micidiale miscela di violenza e tecnica è completata da Luciana, la mattatrice dalle roventi corde vocali che trapana i timpani con un growl bestiale.

I nostri procedono inarrestabili esaltando il numeroso pubblico, che li acclama a gran voce sino all’ultima Overlord (Pt. II), che segna la fine di una prestazione granitica ed eseguita con precisione chirurgica, accompagnati da forti applausi Luciana e compagni possono ritirarsi a resta alta.

Setlist:
Illusions
Daylight Dies
Till The Sun Is No Longer Black
Black Fight
I Am The Goddless Man
Overlord (Pt. II)

Dopo aver ascoltato doom, death, melodic con relative sfaccettature, è giunto il momento di un’abbondante portata di “metall’ pesant’ in dialett’ milanes’”, e, secondo che c’è la può servire? Ovviamente quei pazzi festaioli dei LONGOBARDEATH!

Capitanati dall’inimitabile Ul Mik s’impossessano del palco sollevando gran clamore, senza complimenti danno il calcio d’inizio con Milano fashion week, facendo rapidamente dilagare un clima da festa di paese, questa band è nata esattamente per divertirsi e far divertire.

Dopo un giro nella Milano della moda, qualcuno ha voglia di una partitina a carte? Ecco che buttano giù l’Ass de picc scatenando il pogo, subito dopo la partita in alto i calici per brindare con Bonarda bastarda, una super accoppiata che mette tutti d’accordo.

Sulla breccia dal 1993 la formazione ha subìto molti cambiamenti, ma la loro linfa vitale scorre sempre fluida attraverso gli strumenti, Ul Marco e Nicolai lanciano vagonate di riff e assoli travolgenti, abbinate al viscerale basso di Overteo e al martello pneumatico Alex Mori dietro alle pelli.

Dinamici e coesi fanno dilagare il loro sound scarno heavy-thrash, ma il fulcro della scena è il carismatico Ul Mik che tiene in pugno i fans con disinvoltura e ironia, che nel miglior dialetto milanese racconta storie di paese, temi attuali e insegna pure a mangiare come si deve con All you can shit …Pirla!

Verso fine concerto comincia a salire la fame, l’ideale sarebbe un bel piatto di polenta ma non una polenta qualsiasi, loro ci offrono un paiolo della miglior Polenta Violenta, una bella abbuffata cantata all’unisono.

Avremmo voluto sentire tanti altri classici, purtroppo anche per loro il tempo è tiranno e la festa finisce con City lies, come da tradizione Ul Mik & LONGOBARDEATH hanno segnato un altro traguardo, preparando al meglio il pubblico per la band finale ritirandosi vittoriosi.

Setlist:
Milano fashion week
Ass de picc
Bonarda bastarda
Vegan carnivore revenge
Merda veleno gourmet
Tor de guardia
All you can shit …Pirla!
Polenta violenta
City lies

Siamo giunti al gran finale del GRAVE PARTY CELEBRATION, abbiamo ascoltato band per tutti i gusti e ora siamo pronti per i tanto attesi headliner, nati nel 2006 come tribute band dei Death SS hanno reso sempre più onore ai loro maestri, loro sono i macabri DEATHLESS LEGACY.

Quando entrano in scena, capitanati dalla diabolica sacerdotessa Steva Deathless sul palco calano le tenebre, i fans dimostrano tutto il loro calore e i nostri rispondono con Ora Pro Nobis, tratta dal quinto disco Mater Larvarum pubblicato nel 2022.

Perfettamente agghindati con costumi e lugubri face painting, concentrano lo show sulle ultime produzioni, traendo pezzi come Rituals Of Black Magic, Moonless Night, Altar Of Bones, Litch inclusi i singoli Your Blood Is Mine (realizzato con Steve Sylvester) e Christian Woman.

Il loro sound tiene fede all’heavy metal, dove dominano gli accaniti riffing e assoli di Stg. Bones, affiancato dal ruvido basso delineato da Deadwood Nick, arricchito dal talentuoso tastierista Alex van Eden che espande melodie sinistre simulando anche l’organo di chiesa.

Frater Orion pesta su piatti e pelli dando ad ogni pezzo una marcia in più, ogni componente è ben inserito come il tassello di un mosaico, dove la frontwoman Steva rappresenta la cornice che tiene tutto l’insieme.

La sacerdotessa ha un oscuro fascino magnetico, cattura con la sua voce sia sinuosa sia grffiante, il suo sguardo spiritat, le sue movenze, inoltre assieme all’avvenente performer Revyla fondono musica e teatro, recitando vere e proprie scene in tema con le canzoni.

I toscani hanno messo in piedi uno show a tutto tondo, curando ogni dettaglio da veri professionisti come i loro predecessori Steve Sylvester e Alice Cooper, energia, coinvolgimento e potenza sonora regnano incontrastati.

Inutile dire che l’entusiasmo dei numerosi fans non accenna a diminuire, applausi a volontà sino a Dominus Inferi che segna la fine di uno show di ottima qualità sotto ogni aspetto, i DEATHLESS LEGACY hanno trasformato lo Slaughter Club in teatro dallo scenario metal esoterico, terminando nel migliore dei modi il GRAVE PARTY CELEBRATION.

Posso confermare che la prima edizione del GRAVE PARTY CELEBRATION è andata alla grande, grazie a tutte le band che hanno dato anima e corpo sul palco, dimostrando che in Italia la scena underground è sempre in fermento.

Uno speciale ringraziamento allo staff di WE FUCKIN ROCK, del GRAVE PARTY e dello Slaughter Club, per l’immenso impegno e passione dimostrati nell’organizzazione di questo fantastico evento, raccogliendo i frutti che porteranno a future edizioni. Alla prossima!

Setlist:
Ora Pro Nobis
Rituals Of Black Magic
Absolution
Moonless Night
Your Blood Is Mine
Altar Of Bones
Litch
Christian Woman
The Coven
Dominus Inferi

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