Per l’ottava edizione di uno dei festival piùriusciti d’Italia, Metalitalia Festival, siamo accolti da un caldo e sole accecante, nella cornice del Live Club di Trezzo sull’Adda, sede ormai fissa e approvata, con un dehors che ospita diversi stand, lo spazio per i meet and greet con le band, bar e cucina.

Mentre la prima giornata ha ospitato band appartenenti a generi piùmetal, il bill della domenica lascia spazio a sonorità  piùblande  e soprattutto sono diverse le band italiane che si alternano in apertura, prima dei big. Metalitalia Festival.

Report a cura di Elena Mecca

Foto a cura di Moira Carola

Bad Bones

Si parte con l’energia e l’adrenalina dei Bad Bones, che assolvono con successo il compito di aprire le danze grazie a pezzi carichi come “Don’t Stop Me” e “Midnight Rider” e far divertire e scatenare il pubblico già  presente in sala, sebbene ancora non numerosissimo. Brani avvincenti, ritornelli catchy, l’atmosfera si surriscalda in men che non si dica; la band capitanata da Max Bone ci fa rivivere le atmosfere hard & heavy di band del calibro di Thin Lizzy, AC/DC, Mötley Crüe. Ottimo lavoro!

Bad Bones setlist:

Don’t Stop Me – Midnight Rider – Me Against Myself – Wild Rose – Road to RNR – Nowhere Girl – Poser – Desperado – Time To Rock – Bad Bone Boogie

Speed Stroke

Si prosegue con una delle band piùamate dell’underground italiano, gli Speed Stroke. Gli emiliani non deludono mai con il loro show coinvolgente, che fa muovere e ballare il pubblico, grazie a un frontman, Jack, che è un intrattenitore nato. La band mette impegno e passione in ogni esibizione, che traspaiono da ogni poro e sono contagiosi. In scaletta non possono mancare i cavalli di battaglia come “Fury”, “Demon Alcohol” e la ballad “From Scars to Stars”. La band mancava dai palchi da qualche tempo, impegnata nelle registrazioni dell’album di prossima uscita, da cui ci presenta in anteprima il brano “Scene Of The Crime”, ed è evidente che in molti ne sentissero la mancanza.

Speed Stroke setlist:

Age Of Rock ‘n’ Roll – The End Of This Fight – Demon Alcohol – From Scars To Stars – Scene Of The Crime – Hot For Teacher (Van Halen cover) – Believe In Me

Rain

Con i Rain le sonorità  si fanno piùgraffianti ed heavy metal, rispetto all’hard rock delle band precedenti e che seguiranno. L’atmosfera si fa ancora piùcalda quando sulle note di “Bang Bus” e successivamente “We Don’t Call The Cops” salgono sul palco le ballerine, Dirty Diana, che accompagnano diversi brani in abiti succinti e balli decisamente sexy, per la gioia degli ometti in sala. Guidati dalla voce di Maurizio Malaguti che si esibisce in tuta e capello arancione, ricordando vagamente l’abbigliamento alla Slipknot, attitudine sfrontata e brani di facile appiglio, la band sa il fatto suo e si è fatta ampia strada su palchi nazionali e internazionali, dal lontano 1980, anno di fondazione, ma senza mai scadere nel banale. C’è anche spazio per la cover di Peace Sells dei Megadeth e si chiude con il cavallo di battaglia “Only For The Raincrew”.

Rain setlist:

Love In The Back – Bang Bus – Whiskey On The Route 666 – Hellfire – Peace Sells (Megadeth cover) – We Don’t Call The Cops – Evil Me – Blackford rising – Spacepirates – Only for the Raincrew

Hell in the Club

Gli Hell In The Club sono un’altra band di punta della scena italiana, tanto amata dal pubblico, che canta ogni canzone, con un Dave alla voce che si muove in continuazione da una parte all’altra del palco (ricordando vagamente a chi scrive un certo Jocke Berg che vedremo piùavanti in scaletta”…). La setlist ripercorre i piùgrandi successi del quartetto come “Bite Of The Tongue” e “Rock Down This Place” o “Devil On My Shoulder”, che fanno scatenare il pubblico in visibilio e gli applausi a fine concerto sono del tutto meritati.

Hell In The Club setlist:

Le Cirque Des Horreurs – Shadow Of The Monster – Proud – Bite Of The Tongue – We Are The Ones – Rock Down This Place – No Appreciation – Devil On My Shoulder

Crazy Lixx

Arriva il momento della prima band straniera del bill, i Crazy Lixx dalla Svezia. Uno show che parte leggermente in sordina rispetto ad altri show a cui la sottoscritta ha presenziato, con un Danny Rexon raffreddato, che però riesce a recuperare quasi subito e il quintetto di Malmö surriscalda gli animi e l’ambiente con i brani estratti dall’album di recente uscita “Forever Wild” insieme a grandi classici come “Blame It On Love” e “Hell Raising Women” dedicata alle ragazze in prima fila. Durante “Silent Thunder”, terzo singolo estratto dal nuovo lavoro, Danny si esibisce con la tuta da aviatore, in quanto il brano è costruito come la colonna sonora di un film alla Top Gun. Accompagnato dal prorompente Joél Cirera alla batteria e i bellocci Jens Lundgren, Chrisse Olsson alla chitarra e Jens Anderson al basso che durante l’encore si esibiscono a petto nudo per la gioia, questa volta, delle donzelle in sala, l’atmosfera festosa ci catapulta direttamente negli anni ’80. Danny si esibisce con la maschera di Jason durante “XIII” e il set si chiude con il cavallo di battaglia “21 ‘Til I Die”.

Crazy Lixx setlist:

Intro – Wicked – Blame It On Love – Hell Raising Women – Break Out – Snakes In Paradise – Wild Child – Walk The Wire – Silent Thunder + Heatseeker – XIII – 21 ‘Til I Die + Ain’t No – Encore: Outro

Phil Campbell and the Bastards Sons

Phil Campbell non ha bisogno di grandi presentazioni; il chitarrista dei Motörhead, poco dopo la morte di Lemmy ed il conseguente scioglimento della band, ha formato i Bastard Sons con i figli Todd, Dane e Tyla, rispettivamente alla chitarra, batteria e basso, e il giovane Neil Starr alla voce.

La loro performance è una pura goduria per i fan dei Motörhead che ritrovano lo stesso sound aggressivo, veloce e carico di riff potenti. La band suona principalmente brani dal primo ed al momento unico album all’attivo “The Age Of Absurdity” ma c’è anche spazio per brani iconici dei Motörhead come “Rock Out”, “Born To Raise Hell” ed ovviamente “Ace of Spades”. Gli assoli sono suonati maestosamente da Phil che dimostra di essere ancora in grandissima forma ed i suoi figli dimostrano di essere all’altezza del nome del padre, suonando con tanta energia e precisione. L’altrettanto giovane cantante Neil Starr è molto bravo ed interagisce con il pubblico con personalità , riuscendo ad attirare l’attenzione anche su di sé. Non possiamo che ringraziare Phil per aver fondato questa band in grado di regalarci altri brani con questo sound inconfondibile che ha segnato un’era del Rock, con la freschezza di tutti i giovani membri della band che apportano la loro energia e vivacità  ad un sound storico.

Hardcore Superstar

Gli Hardcore Superstar sono una delle band piùamate nel nostro paese ed è chiaro che la maggior parte della gente è qui per loro. Accumulano un ritardo di ben 45 minuti per problemi tecnici che fanno impazzire i vari roadies presenti sul palco. Il pubblico si spazientisce ma come partono le note dell’intro “This Worm’s For Ennio”, il ritardo viene completamente dimenticato. La band è in ottima forma, con un Jocke Berg, animale da palco, che non si ferma un attimo e corre costantemente da un lato all’altro del palco, si butta tra le prime file, canta dal bancone e sul finale scende a cantare in mezzo al pubblico. La scaletta ripercorre i maggiori successi della band, partendo con “Moonshine”, il pubblico si scatena su “We Don’t Celebrate Sundays” e “My Good Reputation”, la ruffiana “Someone Special” dedicata all’Italia, la loro seconda casa. Non manca la classica invasione di palco su “Last Call for Alcohol” e brani estratti dall’ultimo album, “Electric Rider”, la titletrack “You Can’t Kill My Rock’n’Roll” e “Bring The House Down”.

Uno degli show migliori della band, a detta di molti, gli Hardcore Superstar si confermano come una delle migliori band Europee del panorama attuale.

Hardcore Superstar setlist:

This Worm’s for Ennio – Moonshine – Electric Rider – We Don’t Celebrate Sundays – Liberation – My Good Reputation – Wild Boys – Someone Special – Last Call for Alcohol – You Can’t Kill My Rock’n’Roll – Kick on the Upperclass – Bring the House Down – Above the Law

Gotthard

Ultima band in scaletta, purtroppo i Gotthard risentono del ritardo accumulato dalla band precedente e in molti abbandonano la venue, complice probabilmente il fatto che, essendo domenica, in molti la mattina dopo devono alzarsi per ricominciare la settimana lavorativa. La band svizzera si presenta sul palco con due coriste e Daniel Loeble degli Helloween alla batteria e ci regala uno show pressoché perfetto, con brani movimentati alternati a pezzi piùsoft.

La performance è di altissimo livello, con un suono pulitissimo e molto coinvolgente.

C’è spazio sia per brani degli ultimi 3 album registrati con Nic Maeder alla voce “Firebirth”, “Bang!” e “Silver” così come per brani dagli album precedenti registrati con Steve Lee, come “Hush”, “Top Of The World”, “One Life, One Soul”, la strappalacrime “Heaven”  che è letteralmente da pelle d’oca. La voce di Nic ha davvero un timbro fantastico perché riesce ad essere allo stesso tempo dolce e potente, ma con un tocco graffiante. Uno show che regala emozioni e trasuda passione, che si conclude con il bis sulla bellissima ed immancabile “Anytime Anywhere”, che coinvolge tutto il pubblico e che dimostra che certi pezzi dei Gotthard sono davvero destinati a rimanere nel tempo.

 

Gotthard setlist:

Bang –  Electrified – Hush – Stay With Me – Feel What I Feel – Top Of The World – Sister Moon – Remember It’s Me – One Life, One Soul – Heaven – What You Get – Starlight – Right On – Mountain Mama – Lift U Up – Anytime, Anywhwere

Un’altra giornata all’insegna del rock ‘n’ roll e noi ringraziamo lo staff del Metalitalia Festival per la passione, l’efficienza e la professionalità  che dimostrano sempre ad ogni evento. Arrivederci all’edizione 2020.

Clicca qui per guardare le foto della prima giornata

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