Questa sera, sabato 27 gennaio 20 all’Alcatraz di Milano per assistere all’unica tappa italiana, per di più sold-out, del tour europeo dei Periphery e, nonostante le temperature rigide, molte persone non hanno rinunciato a presentarsi fuori al locale ancor prima dell’apertura delle porte.

Crooked Royals

Prima dell’atteso gruppo americano, è il turno dei Crooked Royals, giovanissimi neozelandesi che stanno conquistando il mondo con il loro metalcore innovativo. I brani, tratti dal loro primo album “Quarter Life Daydream”, sono caratterizzati da riff virtuosistici, strutture complesse che sfociano nel djent, una sezione ritmica che a volte si avvicina all’R’n’B e breakdown potenti. A completare questo  sound fresco e originale troviamo le due voci, scream di Lee Mackley e melodica di Chris Carstensen, che si alternano continuamente e risultano perfettamente integrate al resto dell’ottimo lavoro strumentale eseguito dagli altri membri della band. Il pubblico risponde con entusiasmo per tutta la durata della setlist, partecipando attivamente all’esibizione di questi ragazzi, per molti ancora poco conosciuti ma sicuramente tanto apprezzati come supporto ai Periphery. Dopo aver terminato la loro performance con il brano Rumination, la band ha dimostrato di essere una realtà emergente con un grande potenziale, e siamo sicuri che sentiremo ancora parlare di loro in futuro.

Periphery

Ed ecco che arriviamo al momento più importante della serata. Sulle note dell’outro del brano Zagreus, i Periphery fanno il loro ingresso sul palco ed il pienissimo Alcatraz esplode di gioia. La band, spesso considerata uno dei precursori del movimento “Djent”, torna nel nostro paese dopo 6 anni di assenza per presentarci il loro ultimo album “V: Djent Is Not A Genre”; ed è con 3 brani di quest’ultimo che danno inizio alla loro esibizione: Dracul Gras, Wildfire e Atropos. Ci ritroviamo completamente travolti da vocalizzi aggressivi, chitarre taglienti con riff alla Meshuggah e una batteria complessa che ci entra nelle ossa. Il cantante Spencer Sotelo si presenta in una forma smagliante, confermando anche dal vivo di riuscire a cambiare continuamente registro vocale con una facilità disarmante, alternando una voce melodica delicata o acuta, a scream e growl estremamente profondi. La setlist spazia dai brani del nuovo album a quelli più classici della discografia della band: i successi dei lavori precedenti, come Make Total Destroy, Letter Experiment e Marigold, sono stati accolti da forti applausi e scariche di adrenalina. In questo modo, per tutto il concerto i Periphery ci mostrano di essere una band tecnicamente impeccabile, e la loro performance è un vero e proprio tour de force per i sensi. La batteria di Matt Halpern è martellante e precisa e le chitarre di Misha Mansoor, Jake Bowen e Mark Holcomb sono veloci e virtuose. Le interazioni con il pubblico hanno un po’ scarseggiato, tranne quando gli stessi membri della band si sono divertiti a mostrare le “mani a coppino”, ricordando scherzosamente come questo fosse un gesto rappresentativo di noi italiani. Tra i momenti più emozionanti della serata, però, spiccano l’interpretazione acustica di Scarlet ed una versione potentissima di Blood Eagle, chiudendo con quest’ultima l’intera esibizione, durata circa un’ora e mezza.

In conclusione, questa serata all’Alcatraz di Milano è stato un evento imperdibile per gli appassionati di djent e i Periphery hanno dato prova della loro grande tecnica e passione per la musica, regalando al pubblico una serata di puro divertimento.

 

Setlist Periphery

Zagreus (solo outro, per l’ingresso della band)

Dracul Gras

Silhouette (usata come intermezzo)

Wildfire

Atropos

The Scourge

Make Total Destroy

Letter Experiment

Scarlet (Acustica)

The Way the News Goes…

Marigold

Satellites

Blood Eagle

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