Steve Volta, oltre ad essere un bravo chitarrista, si è rivelato anche una persona con le idee chiare e molto onesto e schietto. Gran bel personaggio, non c’è che dire. Ecco il resoconto di una bella chiacchierata che abbiamo fatto con il chitarrista dei Perpetual Fire e Pino Scotto.

 

Ciao Steve, benvenuto su longliverocknroll.it

“Ciao Andrea, un saluti a tutti voi di longliverocknroll.it !”

Raccontaci un po’ la storia dei Perpetual Fire, dagli albori fino ad oggi

“Ah però… stiamo parlando di preistoria! ahah Scherzi a parte l’idea di questa band nasce da me e dal cantante Roby Beccalli intorno al 2002, anche se prima avevo provato a costruire qualcosa di simile con altre persone è con Roby che il progetto Perpetual Fire prende realmente vita.
Infatti di li a poco realizziamo il primo demo con me alle chitarre, basso e batteria programmata e Roby alla voce. Praticamente eravamo un duo… l’abbiamo mixato a Lucca agli Zenith Studios.
Gasati da questa esperienza e dalla buona riuscita del demo iniziamo a cercare elementi per formare una vera band, così troviamo il bassista Mark Zampetti e il batteria Steve Addis e proprio con questa formazione registriamo il primo album ‘Endless World’ che uscì nel 2006 con la Steelheart Records.
Dopo l’uscita del CD siamo costretti a cambiare drummer e arruoliamo Federico Ria per i concerti di quel periodo.
Arriviamo così al 2008 quando iniziamo a registrare quello che sarà il secondo album, ossia
‘Invisible’… titolo ironico, mi rendo conto… infatti non abbiamo neanche un batterista e chiedo a Marco Di Salvia, con il quale suonavo in un’altra band, se vuole partecipare alle registrazioni come turnista.
Verso la fine del 2008 abbiamo tutte le tracce di ‘Invisible’ registrate ma tutto si blocca… in quel periodo suonavo tantissimo nella band di Pino Scotto, oltre ad essere per me un periodo piuttosto burrascoso a livello personale.
Visto che non sappiamo come procedere e, come altre band in quel periodo, decidiamo di mettere, in download gratuito, l’album sul nostro sito, A quel punto ci contatta la tedesca Ice Warrior Records chiedendoci la licenza per stampare il nostro album!
Ti lascio immaginare la nostra gioia, proprio nel momento in cui ci sentivamo molto ‘invisibili’ una label vuole stampare il nostro CD!
Così è stato: a fine 2011 esce ‘Invisible’.
Nel 2016 registriamo ‘Bleeding Hands’ il nostro terzo album che esce nel 2017 con la label greca Sleazly Rider. Oltre al trio originale abbiamo Cisco Lombardi alla batteria, entrato nella band nel 2009 e il tastierista Mauro Maffioli.
Dopo un po’ di concerti ci buttiamo subito a registrare i nuovi pezzi, siamo nel 2019 ed entro la fine dell’anno il disco è praticamente finito.
Non facciamo in tempo a valutare come farlo uscire e arriva la pandemia… tutto fermo ancora una volta.
Finalmente il 23 aprile 2022 esce ‘Virtual Eyes’ (qui la recensione) con l’etichetta Wanikiya Record di Mr.Jack e finalmente abbiamo una promozione di buon livello, abbiamo già due video e le cose sembrano girare decisamente meglio.”

Ormai ‘Virtual Eyes’ è uscito da diversi mesi, siete soddisfatti del risultato finale?

“Direi proprio di si! Rappresenta ciò che avevamo in mente nel 2018/2019 quando sono iniziati e terminati i lavori sull’album.
E’ stato accolto molto bene sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori e questo ci sta dando tantissima energia e sensazioni positive per il futuro!”

Puoi raccontarci come nasce un vostro brano?

“Quando mi viene una buona idea cerco di realizzare più in fretta possibile un demo completo della canzone, quindi registro basso, chitarre e programmo una linea di batteria. Dopodiché e senza una regola precisa decido se fare io la vocal melody o mandare la base a Roby in modo che la componga lui. Di solito finisce che la maggior parte delle melodie le fa lui. Per esempio su ‘Virtual Eyes’ io ho composto le melodie di tre brani su otto. Appena pronta melodia vocale scrivo il testo e Roby registra le sue parti. Da questo provino iniziamo a lavorare col resto della band ed ognuno mette le sue idee.”

Io penso che una band come la vostra, capace sugli strumenti ma anche estremamente passionale, debba avere la giusta visibilità. Purtroppo oggi più di ieri, vengono issati a portabandiera della musica personaggi a mio giudizio, totalmente inutili e privi di spessore, a discapito di band come la vostra che dovrebbero avere (in un mondo giusto e corretto) spazio e successo. Come vedete la scena rock/metal odierna e secondo voi, come ha dichiarato Gene Simmons, il rock è morto?

“Le tue parole mi lusingano! Diciamo che il mondo del metal e della musica in generale deve sottostare in qualche modo alle leggi dello spettacolo che non sono esattamente giuste e corrette come vorremmo. Diciamo che per molti versi noi siamo stati i primi detrattori di noi stessi non dando la giusta importanza e priorità alla nostra musica… purtroppo è stato così per diversi periodi di questi lunghi vent’anni di Perpetual Fire. La vita è così, è un vortice infinito che ti trascina e a volte non riesci a capire pienamente ciò che stai facendo o a prendere le giuste decisioni o a percorrere la giusta via.
No, il rock non è morto ma non è più quello degli anni d’oro di Gene Simmons perché è la società che è cambiata e in qualche modo tutti dobbiamo adattarci e farcene una ragione… anche il grande Gene! eheh”

Domandone difficile. Puoi dirmi una sola canzone che hai composto che rappresenta Steve Volta, e perché?

“Direi senza dubbio ‘Sirio’, la strumentale del nuovo album, anche se non ha un testo essendo appunto strumentale ha nel suo incedere tante caratteristiche che mi rappresentano, a partire dal titolo, che per me ha un significato particolare.”

Tornando a ‘Virtual Eyes’ come avete intenzione di promuovere il disco?

“Per la promozione siamo nelle sapienti mani di Mr.Jack che ci sta dando un grandissimo aiuto promuovendo il disco in tutto il mondo con passaggi radio, recensioni ed interviste.
Dalla nostra ci siamo impegnati a far uscire abbastanza celermente un paio di video delle canzoni ‘Never Fall’ e ‘A Place in Heaven’ e stiamo preparando un terzo video con delle belle immagini live e altre ambientazioni.
Abbiamo anche e finalmente ripreso l’attività live con il release party del 21 maggio al RNR di Rho e il 18 giugno all’Ufo di Mozzo (BG), due bellissimi locali!
Il 30 luglio suoneremo al Atzwang Metal Fest nel Sud Tirolo vicino a Bolzano insieme ad Anguish Force ed altre fantastiche band.
Ci saranno anche altre sorprese ma non posso svelare nulla per ora.”

 

Mi è piaciuto molto il vostro stile, tra power, heavy, hard rock, lo trovo personale e mai scontato. Come vi definireste come band?

“Sai che in molti ci stanno dicendo questa cosa? Ne sono molto felice!
Devi sapere che soprattutto ai tempi del primo album ‘Endless World’ in molti ci hanno descritto come band con poca originalità e idee scontate… all’epoca mi diede anche un po’ fastidio perché sono convinto che già con quel disco avevamo registrato qualcosa di personale. Effettivamente con questo nuovo album abbiamo compiuto una evoluzione che però non è stata programmata, direi che è più che altro una crescita artistica.”

Ascolti tanta musica? Quali sono le tue influenze principali?

“Tantissima! Appena riesco metto le cuffie e mi immergo nella musica. Roba anni 70-80, metal moderno, album strumentali, jazz, pop (poco…).
Io musicalmente nasco a metà anni 80 con l’hard rock/metal di quel periodo e ancora adesso adoro ascoltare quei dischi! Me li sento tatuati addosso.
Riguardo il lato chitarristico i miei idoli all’epoca erano Joe Satriani, Vinnie Moore, Yngwie
Malmsteen, Steve Vai e Paul Gilbert.”

Una band del passato, e una di oggi, che secondo te rappresentano la musica come forma d’arte, e non semplice intrattenimento.

“Domanda piuttosto difficile… del passato direi i Led Zeppelin, all’inizio non mi piacevano molto, per lo Steve degli anni 80 erano solo dei vecchi dinosauri, poi mi sono reso conto di quello che avevano creato.
Circa una band moderna (si fa per dire…) potrei citarti gli Opeth.”

Che differenza ci sono tra il suonare con i Perpetual Fire, e con il grande Pino Scotto?

“Sono due mondi completamente diversi.
Pino è un’icona del rock nazionale molto particolare per il suo modo di porsi anche al di la della musica che propone.
I Perpetual Fire sono una band che punta tutto sulla musica, siamo partiti da zero brancolando nel buio e cercando di suonare quello che ci piace senza porci chissà quali obbiettivi. Soprattutto per me, solo per il piacere di fare musica propria.”

Puoi anticiparci qualcosa in merito a nuovi dischi, canzoni, o nuovi progetti che ti vedono coinvolto?

“Ho già diverse canzoni su cui sto lavorando per il prossimo album dei Perpetual Fire.
In più vorrei finalmente realizzare un album strumentale pieno zeppo di chitarre, di rock, di metal e di blues. Sono dieci anni che ho in mente questo progetto ma a causa di un serio problema alla mano sinistra ho sempre dovuto rimandare.
Ora che forse la situazione sembra leggermente migliorare voglio fortemente arrivare a questo risultato a cui ambisco da anni!
Sarebbe un sogno che si realizza… l’amore di una vita.”

Ti ringrazio per la disponibilità Steve. Se ti va puoi lasciare un messaggio ai lettori di
longliverocknroll e ai tuoi fans.

“Grazie a te per l’opportunità di avermi dato di raccontare un po’ la mia esperienza musicale!
Un grazie anche a tutti quelli che hanno ascoltato o ascolteranno la nostra musica sia registrata che dal vivo ai nostri concerti. Penso che la miglior condivisione che si possa fare non è quella del tastino ‘condividi’ sui social ma vedere degli artisti esibirsi dal vivo e scambiare con loro emozioni, sguardi e corna alzate al cielo. Sono solo dei piccoli gesti che però possono contribuire a fare stare bene e ad essere più felici sia sul palco che in platea.
Stay strong and never fall!”

 

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