La parola Rammstein è sinonimo di perfezione realizzativa e compositiva. Una sintesi perfetta tra suoni e potenza, un magnifico connubio di creatività  e attualità . Il solito centro della band teutonica, il solito malinconico soffio di inquietudine ed esplosione.

La produzione dei Rammstein è salva dopo l’attesa pubblicazione di questo settimo. Un lavoro davvero importante ed imponente, come del resto siamo abituati da tempo. I suoni sono sempre impregnati di quella violenta e sprezzante venatura industrial che caratterizza da sempre il sestetto Berlinese.

La durezza contemporanea è il leit motif che lega la band e questo ultimo lavoro alle precedenti pubblicazioni. Certo non ci si può aspettare lo stesso, identico, modo di essere degli esordi. Sono trascorsi 23 anni dalla nascita del fenomeno Rammstein ed è giusto che si debba guardare avanti pur lasciando che qualche sguardo volga la sua direzione alle spalle, strizzando giustamente l’occhio al passato di tanto in tanto.

I brani sono solitamente incalzanti e alcuni colpiscono al primo ascolto. ‘Auslà¤nder‘, è molto accattivante soprattutto per l’uso di ripetizioni in varie lingue, tra cui l’italiano, che destano subito interesse tra questo ferroso contesto sonoro e la profonda voce, sempre così ipnotica e inquietante, di Till Lindemann. ‘Sex‘, attrae per il suo ritmo e per il suo incalzare instancabile. Bello il solo di tastiera di Doktor Christian Lorenz e del suo relativo impatto.

L’album è già  primo in classifica in quasi tutto il mondo. Non è un solo un fenomeno mediatico, è una attestazione concreta che il pubblico rivolge ai beniamini berlinesi. Un arrangiamento pressocchè perfetto esalta la bravura dei sei musicisti.

Strano e contaminato ‘Puppe‘. Forse potrei dire super contaminato. Non mi stupisco, non mi meraviglio del suo inizio, non mi meraviglio della mancanza di ossigeno e dalla conseguente apnea che nasce dal sofferto inciso. Splendido! ‘Diamant‘ è un altro prezioso momento di questo lavoro, profondo, intenso, espressivo… Ovviamente da non dimenticare l’introduttiva ‘Deutschland‘ che ben presenta questo durissimo lavoro e inserirei nella playlist personale la conclusiva ‘Halloman‘, cambi di tonalità , cambi di durezza vocale… apprezzabile e penetrante come sempre…

Insomma, cosa aggiungere a queste parole. Nulla. Il marchio Rammstein si conferma un super marchio di fabbrica, unico impressionante, devastante, angosciante. La Neue Deutsche Hà¤rte è salva, l’industrial metal è salvo, e il mondo continua a girare!!!!

www.rammstein.de

Rammstein GBR, Vertigo/Capitol – Maggio 2019

Tracklist:

1. Deutschland
2. Radio
3. Zeig dich
4. Auslà¤nder
5. Sex
6. Puppe
7. Was ich liebe
8. Diamant
9. Weit weg
10. Tattoo
11. Halloman

Band:
Till Lindemann ”“ voce
Richard Z. Kruspe ”“ chitarra, voce aggiuntiva
Paul Landers ”“ chitarra
Oliver Riedel ”“ basso
Doktor Christian Lorenz ”“ tastiera
Christoph Doom Schneider ”“ batteria

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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