Reigning Phoenix Music – 2024
Negli ultimi mesi, l’ex carismatico e altissimo frontman degli Skid Row, Sebastian Bach, è stato sicuramente un argomento molto discusso nell’ambito hard rock e heavy metal. Prima di tutto, la sua voglia di ritornare – quasi a tutti i costi – nella sua band storica non è stata certo corrisposta dagli ex compagni, ancora scottati dal suo carattere spesso egocentrico.
Tale desiderio ha avuto un assist involontario dopo l’abbandono, per gravi motivi di salute, di Erik Grönwall, un cantante dotato di un’ugola portentosa con il quale la band, proveniente dal New Jersey, aveva registrato il bellissimo disco “The Gang’s All Here”. Mentre tanti, forse anche lo stesso Bach, si aspettavano la chiamata da parte di Bolan, Sabo e Hill, la band sta temporaneamente portando avanti l’attività live con una dichiaratissima fan, la talentuosa e bellissima cantante degli Halestorm, Lzzy Hale.
Il futuro è sempre incerto e nulla è certo per un eventuale ritorno – attualmente molto improbabile – di Mr. Bierk (suo cognome originale) nella band, ma il suo presente è l’uscita di “Child Within the Man“. L’album arriva ben dieci anni dopo il precedente “Give ‘Em Hell” e la prima cosa che si nota, dalle note di copertina e dalle informazioni fornite in precedenza, è che Sebastian ha una nuova casa discografica (dopo l’italianissima Frontiers Records) e un nuovo produttore, Michael “Elvis” Baskette, noto per i suoi lavori con Alter Bridge, Slash feat. Myles Kennedy and The Conspirators e tanti altri.
“Child Within the Man” è uscito il 10 maggio ed è stato anticipato da vari singoli. Undici canzoni che ci restituiscono un Bach davvero indiavolato e grintosissimo. Non c’è particolare sperimentazione sonora e questo lavoro suona certamente come il miglior degli Skid Row, ad eccezione del discusso e mediocre “Subhuman Race”. Gli strumentisti scelti da Sebastian per questo lavoro sono certamente gente che sa il fatto suo. Con lui troviamo infatti Todd “DAMMIT” Kerns al basso, Jeremy Colson alla batteria e Devin Bronson alla chitarra.
Bach non è mai stato un uomo con le mani in tasca e, durante la sua assenza dalla realizzazione di un suo album, è stato impegnatissimo sia come attore sia in teatro, continuando a suonare dal vivo in tutto il mondo sia da solista sia come membro del supergruppo Kings of Chaos. Sul disco hanno suonato anche altri musicisti, tra i quali l’ex compagno negli Skid Row, Rob Affuso.
Il lavoro si apre con la granitica “Everybody Bleeds“, in taluni frangenti anche un po’ oscura, e prosegue con “Freedom“, mid-tempo impreziosito dalla chitarra dell’amico John 5 (che ora suona in una band a cui Sebastian deve parecchio, i Mötley Crüe) e che vede nel video con scene live Bach omaggiare King Diamond. L’oscura ballad “(Hold On) To the Dreams” è accompagnata da un video in bianco e nero che vede ancora la presenza di Mr. Affuso e mostra un Bach in forma vocale smagliante, capace di alcuni acuti davvero degni di nota. Un pezzo che inizia come una ballad, ma che nel proseguimento diventa molto tosta.
Il primo singolo, “What Do I Got to Lose“, è stato scritto in team con Myles Kennedy ed è assai convincente. Sebastian non ha niente da perdere e lo dimostra con questa canzone, che ti rimane impressa per il suo ritornello accattivante e per il video girato nelle highways americane, con la steppa che circonda tutto, e per la compatta prestazione della band. Bach è già in giro per il mondo a promuovere questo lavoro ed è stato in Sud America recentemente come opener dei Mr. Big.
Un pezzo molto duro, con chiare influenze “Judas Priestiane“, è il successivo “Hard Darkness“, che personalmente annovero tra i migliori del lavoro anche per i suoi riuscitissimi cambi di tempo. Sebastian non ha certo badato a circondarsi di straordinari chitarristi per questo lavoro ed ecco infatti l’iconica Orianthi (nota per i suoi trascorsi con Michael Jackson e Alice Cooper, e per la sua relazione amorosa con Richie Sambora, oltre che per le sue composizioni soliste), che schitarra come se non ci fosse un domani in “Future of Youth“, secondo me il pezzo più vicino ai primi “Skid Row” di tutto il lavoro.
L’intenzione è palese e Bach non fa nulla per nasconderla: non vuole deludere nessuno e dimostrare ancora di essere un cantante rispettabile. “Vendetta” e “F.U.” (aka “Fake You”) si muovono all’unisono proprio per questo. La prima ha qualche parte effettata anche troppo, ma si lascia ben ascoltare con il suo ritornello rallentato e ben scandito da Bach. “F.U.” è certamente il pezzo più sleazy di tutto il lavoro ed è come una Lamborghini Diablo lanciata a tutta velocità. L’ospitata del fraterno amico Steve Stevens garantisce un assolo di proporzioni bibliche e assai vincente.
Da citare anche la ballad che chiude il disco, “To Live Again“, con un Sebastian davvero in forma smagliante, che ti invita tra le righe a baciarti con qualcuno/a il prima possibile. Un lavoro certamente diverso dai suoi precedenti, ma davvero un album assai riuscito.
Mauro Brebbia.
Tracklist
01. Everybody Bleeds
02. Freedom (featuring John 5)
03. (Hold On) To The Dream
04. What Do I Got to Lose?
05. Hard Darkness
06. Future Of Youth (featuring Orianthi)
07. Vendetta
08. F.U. (featuring Steve Stevens)
09. Crucify Me
10. About To Break
11. To Live Again
Line-up
Sebastian Bach – voce
Devin Bronson – chitarra
Todd Kerns – basso
Jeremy Coulson – batteria
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