Gli Skillet tornano in Italia dopo ben tre anni e mezzo dall’ultima apparizione al Fabrique di Milano nell’ormai lontano Dicembre 2019, concerto in cui gli Skillet necessitarono dell’upgrade di location in quanto inizialmente previsti ai Magazzini Generali ma grazie all’enorme richiesta di biglietti furono quindi poi spostati in un Fabrique che fece addirittura Sold Out! La band di Christian Rock di Memphis gode di una grande popolarità internazionale, con numeri di visualizzazioni da prima della classe nell’ambito rock/metal, oltrepassando in passato anche le 400 milioni di visualizzazioni su YouTube con il loro singolo di maggior successo “Monster”. Con sonorità hard rock tendenti all’alternative e l’aggiunta di una sofisticata base elettronica, gli Skillet hanno saputo nei vari anni attirare una grandissima fanbase, creando pezzi estremamente attraenti e sempre energetici, con temi quasi esclusivamente legati al cristianesimo. Ad accompagnarli in questo tour europeo troviamo la band di Detroit Eva Under Fire e i neozelandesi Like A Storm.
Aprono la serata gli Eva Under Fire, band di hard rock / post-grunge proveniente dal Michigan e capitanata da Eva Marie. Band piacevole, senza niente di eclatante ma allo stesso modo senza particolari elementi di critica. Un hard rock tendente al moderno con sfumature alternative tipiche delle giovani band che sfruttano la classe dell’hard rock aggiungendo una quantità godibile di elementi moderni, senza farne abuso. Il set scorre in modo apprezzabile, coinvolgendo molto il pubblico e dimostrando di essere tutto sommato una band solida che crede fortemente nel proprio sound.
Setlist
Comatose
Heroin(e)
Separate Ways (Worlds Apart) (Journey Cover)
Coming For Blood
Unstoppable
Blow
Tocca ai neozelandesi Like A Storm, band che aspettavo con molto entusiasmo e curiosità. La band di Auckland ha la particolarità di suonare un alternative metal molto catchy in cui inseriscono elementi di musica aborigena principalmente grazie all’utilizzo del didgeridoo, strumento a fiato che riproduce un suono paragonabile a quello di un drone molto basso e corposo. Purtroppo, devo dire che sono rimasto abbastanza deluso… perché quello che si nota è che dal vivo la band risulta molto meno aggressiva che da album con gli elementi strumentali che non spiccano particolarmente… c’è soltanto la voce di Chris Brooks che porta avanti il tutto, grazie ad un timbro molto emotivo e sicuramente particolare, ma lasciato abbastanza in solitaria in un sound quasi dispersivo e poco coeso dalle cadenze decisamente blande… peccato davvero.
Setlist
Chemical Infatuation
Just Save Me
Become the Enemy
Pull Me From The Edge
The Devil Inside
TNT (AC/DC Cover)
Love the Way you Hate Me
Arriva il tanto atteso momento degli Skillet. L’Alcatraz è praticamente pieno e l’entusiasmo sale alle stelle tra il pubblico sulle note del primo pezzo di serata “Feel Invincible”. John Cooper sfodera il solito look con la barba da gladiatore e soprattutto la solita energia devastante, sia nella voce che nell’attitudine. Energia che negli Skillet è davvero onnipresente in ogni membro della band, con la moglie di John, Korey Cooper, scatenata tra chitarre ritmiche e tastiera, così come Seth Morrison alla chitarra solista e la super carismatica Jen Ledger alla batteria, nonché cantante aggiunta su quasi ogni pezzo se non addirittura in lead vocals su alcuni brani specifici. Il palco è bellissimo. Ci sono vari schermi led verticali molto imponenti che proiettano coreografie davvero ben studiate con delle luci molto dinamiche a creare la cornice ideale per il set della band di Memphis. Su pezzi come “Surviving The Game”, John sfodera addirittura un’armatura che gli permette di avere cannoni CO2 su ogni braccio, creando un effetto scenografico estremamente ben riuscito. Che dire, i pezzi degli Skillet funzionano a meraviglia! Ci sono tutti gli elementi necessari per creare un pacchetto esplosivo capace di fare entusiasmare il pubblico su ogni brano. Le tracce sono quasi tutte adrenaliniche… e quelle che non lo sono si possono identificare come delle power ballad bellissime ed estremamente emotive… come “Anchor”. Una delle doti rimarchevoli degli Skillet è la capacità di gestione della parte elettronica… elemento sempre difficile da dosare per fare in modo che sia un punto a favore e non un elemento che snaturerebbe una base strumentale hard rock molto ben concepita. C’è proprio solo quel tocco di classe di synth di Korey, sempre originale e mai invadente che dà quel qualcosa in più per rendere il tutto ancor più bello, senza che il suono risulti eccessivamente moderno. Pezzi come la straordinaria “Hero”, dove Jen lascia temporaneamente la batteria per cantare il duetto insieme a John a bordo palco sono davvero caratteristici e pieni di un significato estremamente profondo… come quello di questo brano appunto, dove John introduce il pezzo spiegando che il suo eroe è Gesù, la persona che l’ha salvato nei momenti più bui e che è sempre stato al suo fianco. La voce dalle tonalità molto alte di Jen crea un contrasto estremamente ben riuscito con la voce più corposa di John… un vero bilanciamento che ha sempre funzionato in tutti i brani degli Skillet fin dal primo album con Jen, “Awake” del 2009. I pezzi sono uno più bello dell’altro con vari brani arricchiti anche dal violoncello suonato da Tate Olsem come “Awake and Alive” o “Comatose”. Inutile dire che il pubblico impazzisce alle prime note di “Monster” e canta all’unisono l’intero pezzo con John. Per quanto gli Skillet rimangano una band relativamente giovane, si percepisce un’esperienza di gestione del set incredibile e una coesione tra i membri della band davvero suggestiva. La passione di questi musicisti è qualcosa che si percepisce lontano un miglio e si vede soprattutto nell’utilizzo di testi mai banali, estremamente profondi e allo stesso tempo quasi sempre positivi all’insegna della speranza e del bene. Gli Skillet sono una coesione perfetta di energia, adrenalina ed emotività, deliziandoci quindi con un set spettacolare.
Il concetto degli Skillet funziona alla perfezione e molto probabilmente sempre così rimarrà. Perché la band del Tennessee ha saputo reinventarsi ad ogni disco creando sempre materiale originale senza mai perdere il suo inimitabile timbro. Grandissimi sotto ogni aspetto!
Setlist
Feel Invincible
Rise
Surviving the Game
Legendary
Awake and Alive
Back From the Dead
Hero
Not Gonna Die
Whispers in the Dark
Psycho In My Head
Anchor
Comatose
Undeafeated
Monster
Rebirthing
The Resistance
Si ringrazia Vertigo Hard Sounds
Sfoglia la Gallery a cura di Monica Ferrari
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