Nuclear Blast – 2025

A distanza di tre anni da “Eyes of Oblivion”, album che segnò il loro ritorno insieme come band dopo “Head Off”, in questo febbraio 2025 ricco di interessanti e importanti novità discografiche, tornano anche gli scandinavi The Hellacopters. Un nome che non ha di certo bisogno di presentazioni e che può contare su un gran bel numero di fan fedelissimi alle loro vicende. Questo lavoro è certamente diverso e più calmo rispetto ai lavori degli inizi e soprattutto a classiconi della band quali “Toys and Flavors” e tanti altri.

Sempre forgiato con sonorità tipicamente garage rock, ma che strizza più l’occhio a sonorità radiofoniche e commerciali, rispetto a sonorità sleaze e punk. Non che sia una critica, ma questo lavoro non sarà certamente immediato e forse non sarà ricordato tra i caposaldi della band scandinava.

Ci sono però pezzi come “Wrong Face On”, molto ritmata e dall’andamento quasi rockabilly, che ti entra subito in testa, con un ritornello immediato, scandito all’unisono e con ottimi assoli o inserti di tastiere. Un lavoro che è certamente un tuffo nel passato e che strizza palesemente l’occhio, e non solo, ai Kiss, ai Thin Lizzy, agli Sweet o agli Slade degli anni Settanta.

Prodotto dal cantante e leader Nicke Andersson, ma che vede purtroppo l’assenza dell’altro componente storico Andreas “Dregen” Svensson (conosciutissimo anche per la sua militanza nei Backyard Babies o per essere stato per qualche tempo il chitarrista del leggendario Michael Monroe), fuori per un serio infortunio alla mano, che gli impedisce ancora di suonare.

Ci sono pezzi oscuri come “Soldier On”, che sembrano quasi essere fuoriusciti da qualche demo irrealizzato dei Blue Öyster Cult, e pezzi come “Doomsday Dream”, che sembrano quasi usciti dalla penna di Styx, REO Speedwagon o Journey.

Manca la carica punk tipica di Dregen, ma tutto sommato non è un cattivo album. Di certo, non è il loro miglior lavoro. “Faraway Looks” è un pezzo grintoso e suonato con maestria e velocità, ma impregnato di sonorità dense di malinconici momenti.

Ci sono momenti invece più influenzati da cantautori quali Bryan Adams o Tom Petty, e l’esempio lampante è “Do You Feel Normal”. Il lavoro si chiude con un pezzo assai riuscito intitolato “Leave a Mark”, che vanta anche un lungo assolo di Nicke.

Si spera che Dregen recuperi in tempi ragionevolmente brevi dal suo bruttissimo infortunio, visto che, seppur non brutto, la sua assenza in “Overdriver” si fa decisamente sentire. La band è praticamente tornata sul mercato discografico con una formazione molto simile a quella degli esordi.

Chissà che non torni fortemente in auge come i connazionali The Hives, che negli ultimi anni hanno avuto di nuovo un grande successo e gradimento presso il pubblico. 


Mauro Brebbia


“Overdriver” – Tracklist

  1. Token Apologies
  2. Don’t Let Me Bring You Down
  3. (I Don’t Wanna Be) Just a Memory
  4. Wrong Face On
  5. Soldier On
  6. Doomsday Daydreams
  7. Faraway Looks
  8. Coming Down
  9. Do You Feel Normal
  10. The Stench
  11. Leave a Mark

Line-up

  • Nicke Andersson – Voce, chitarra
  • Dregen – Chitarra
  • Dolf de Borst – Basso
  • Anders Lindström – Tastiere
  • Robert Eriksson – Batteria
Mauro Brebbia
Author

Comments are closed.