Quarant’anni di onorata e lunga carriera e ben trentasei milioni di album venduti.
Questo è il biglietto da visita dei californiani The Offspring, che ancora una volta sono passati dall’Italia con un’affollata data nel suggestivo parco di Villa Ca’ Cornaro a Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza.
La data è stata quella del 21 agosto e ha inaugurato le cinque serate del mese di agosto del festival, che si concluderà domenica 25 agosto con l’attesissima esibizione dei Sex Pistols insieme a Frank Carter come frontman.
Festa è la parola giusta per questo concerto. Festa che, per il sottoscritto, è iniziata con un fantastico aperitivo a base di spritz “caricati” per bene a 3 euro. In Lombardia, come minimo, costano 6 euro e si beve attraverso numerosi cubetti di ghiaccio.
Una breve passeggiata e si è atteso – per tempi non lunghissimi e per questo plaudo all’organizzazione – di entrare. Subito dentro, sono rimasto conquistato dai mercatini di libri e abbigliamento presenti e direi un po’ meno dai tokens, che speravo di evitare come metodo di pagamento per bevande e cibi. La qualità globale di tutto era davvero ottima e ci si poteva anche divertire usufruendo di una giostra panoramica.
Insomma, una location che sembra ricordare in qualche maniera festival stranieri di maggiori dimensioni e, per il momento, più famosi.
Insieme agli Offspring, si sono esibiti anche i Militaire Gun, band californiana che doveva esibirsi originariamente nello stesso giorno al Circolo Magnolia. Band ancora acerba e con un sound sentito e risentito, che deve ancora crescere. Classico pop punk che non ha particolarmente scaldato gli animi dei presenti, intenti a gustarsi le prelibatezze gastronomiche dell’evento.
Ben altro spessore sono stati i gallesi Neck Deep, certamente più grintosi sul palco e che in alcuni frangenti mi hanno ricordato, pericolosamente, i Sum 41. Da rivedere anche le grafiche usate nei LED dietro il palco. Alla fine, hanno intrattenuto gradevolmente, ma non hanno “spaccato il ghiaccio”, come si suol dire.
Molto attesi erano anche i leggendari Buzzcocks, band londinese attiva dal 1975. Certo, la formazione è completamente stravolta e le parti vocali del compianto Pete Shelley (morto nel 2018) sono ora a carico dell’unico membro originale rimasto, il chitarrista Steve Diggle. La band ha saputo attirare decisamente l’attenzione, anche se obiettivamente almeno otto (stando bassi) su dieci spettatori erano presenti soltanto per Dexter e Noodles.
Alla fine, sono rimasti solo loro a gestire la band, che ha fatto scatenare milioni di fan sulle note di Self Esteem, I Want You Bad o Pretty Fly (for a White Guy), solo per citarne alcuni.
Il cambio palco tra i Buzzcocks e The Offspring ha richiesto un po’ di tempo e, appena è apparsa la scritta The Offspring sui LED dietro il palco, si è capito che il momento tanto atteso stava per giungere. È praticamente sold-out e la gente recepisce tutto il repertorio della band. Certo, la band non è mai stata fenomenale dal punto di vista tecnico, ma ha sempre puntato sulla connessione stretta con i presenti ai loro concerti. Diecimila persone sono state parte fondamentale per la buona riuscita dello show.
Sui megaschermi si sono susseguiti i vari protagonisti dei loro video, anche in versione avatar, come il protagonista assai sfigato del video di Pretty Fly (for a White Guy). L’inizio è stato memorabile con pezzi storici e veloci quali l’opener Come Out and Play e la terza canzone, la velocissima Want You Bad.
Altri momenti da ricordare sono stati il medley di classici del rock come Iron Man dei Black Sabbath e Sweet Child o’ Mine dei Guns N’ Roses, suonati insieme a Blitzkrieg Bop. Pezzi rifatti alla loro maniera, scanzonata e allo stesso tempo molto ossequiosa nei confronti di questi immortali brani.
Anche una pseudo imitazione di Freddie Mercury da parte del mesciatissimo Noodles ha divertito molto il pubblico, come Bad Habit, aperta dall’interludio punk del classico Olé, olé, olé.
Il pubblico si è poi scatenato anche sul mid-tempo di Why Don’t You Get a Job? e soprattutto sulle velocissime The Kids Aren’t Alright e You’re Gonna Go Far, Kid, suonata come prima canzone dei bis. La conclusione è stata affidata al megahit Self Esteem, con la presenza dei loro amati idoli Buzzcocks sul palco.
La sera prima, in Belgio, c’era Yungblud.
Che dire di questo show? La band sa ancora far divertire i propri aficionados e sono stati presentati due pezzi nuovi che stanno già spopolando, come Make It All Right e Light It Up. Tanto mestiere e capacità di intrattenere i propri fan.
Un’altra cosa che sottolineo è stata un non adeguato mixaggio dei vari strumenti che, in alcuni momenti, ha un po’ penalizzato tutto il potenziale dello show. Niente di disastroso, ma probabilmente alcune cose potevano essere corrette.
Alla prossima occasione, The Offspring!
SETLIST BUZZCOCKS:
1. What Do I Get?
2. I Don’t Mind
3. Everybody’s Happy Nowadays
4. Promises
5. Senses Out of Control
6. Sick City Sometimes
7. Autonomy
8. Why Can’t I Touch It?
9. Orgasm Addict
10. Manchester Rain
11. Ever Fallen in Love (With Someone You Shouldn’t’ve)
12. Harmony in My Head
SETLIST THE OFFSPRING:
1. Come Out and Play
2. All I Want
3. Want You Bad
4. Staring at the Sun
5. Make It All Right
6. Iron Man / Sweet Child o’ Mine / In the Hall of the Mountain King
7. Blitzkrieg Bop (*Ramones* cover)
8. Light It Up
9. Original Prankster
10. Bad Habit (with Olé Olé Olé punk version interlude)
11. Gotta Get Away (With Drum Solo)
12. Why Don’t You Get a Job?
13. (Can’t Get My) Head Around You
14. Pretty Fly (for a White Guy)
15. The Kids Aren’t Alright
**Bis:**
16. You’re Gonna Go Far, Kid
17. Self Esteem
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