2024 – Concord Records
A distanza di tre anni dall’ultimo, assai deludente, “Let the Bad Times Roll”, torna una delle band che è sinonimo di spensieratezza e carica allo stesso tempo. Sto parlando dei californiani The Offspring, che mettono a referto il loro undicesimo album.
Ancora prodotto dal leggendario produttore Bob Rock, “Supercharged” è il primo lavoro insieme al nuovo bassista Todd Morse, in qualità di membro ufficiale della band, oltre che alle altre due new entries: il batterista Brandon Pertzborn e il polistrumentista Jonah Nimoy.
La band ha recentemente suonato all’AMA Festival di Romano d’Ezzelino, lo scorso 21 agosto. Uno show che ha intrattenuto un buon numero di spettatori, e che conferma come la band sia un navigato “lupo di mare” nel portare a termine uno show gradevole alla maggior parte del pubblico, nonostante qualche piccola défaillance e prevedibilità.
“Supercharged” è stato pubblicato lo scorso 11 ottobre, e con molto anticipo è già stata annunciata la data italiana, che sarà all’Unipol Forum di Milano, il prossimo 29 settembre 2025, in compagnia di un’altra storica band, i Simple Plan.
Ma torniamo all’analisi di questo “Supercharged”. Il disco è composto da undici canzoni che, tranne “Come to Brazil”, non superano i quattro minuti. In perfetto stile punk rock, la band strizza sempre l’occhio al lato commerciale delle composizioni, senza particolari complicazioni sonore.
I tre singoli apripista “Make It All Right”, “Light It Up” e la già citata “Come to Brazil” hanno già dato una succulenta anteprima sulle intenzioni della band per questo lavoro. I lavori per questo disco sono cominciati, nelle intenzioni del carismatico cantante Dexter Holland, già a settembre 2022, quando in un’intervista dichiarava che la band aveva cominciato a lavorare sul nuovo album. Le registrazioni sono terminate tra un tour e l’altro nel maggio 2024.
La band si è anche trovata a sostituire uno dei migliori batteristi dell’universo, Josh Freese, entrato nei Foo Fighters al posto del prematuramente scomparso Taylor Hawkins. La scelta di Pertzborn è assolutamente azzeccata, visto il suo eccellente contributo a questo disco.
Noodles – partner in crime alla chitarra solista di Holland – dichiarava nel settembre 2023 che questo lavoro sarebbe stato un ritorno alle origini, affermazione che non si discosta molto dal risultato finale e che ci dona una band in forma dal punto di vista della qualità delle composizioni. Dieci composizioni scorrono via con molto piacere e danno la carica giusta per affrontare la giornata o risollevarsi in momenti malinconici e tristi.
Pertzborn e Freese si dividono le parti di batteria, e ciò crea una solida base sonora per la band, grazie all’uso efficace di rullanti e piatti. La copertina sembra quasi quella di un gruppo metal (per tonalità cromatiche ricorda vagamente “Ride the Lightning” dei Metallica), ma probabilmente solo “Come to Brazil”, pezzo tiratissimo, vira su quelle sonorità, pur restando nelle coordinate punk della band. In questo pezzo, inoltre, è ripreso un momento tipico degli show della band: quello in cui Noodles incita il pubblico a cantare “Olé, olé”, accompagnandoli con la chitarra.
Il pezzo che si discosta un po’ dal tono generale del lavoro è “Ok, But This is the Last Time”, che sembra catapultarti nella heavy rotation di MTV degli anni ’90, con un ritornello che non ti dà scampo, vari rallentamenti nel corso del brano e persino qualche inserimento di archi in sottofondo.
Parlando di Metallica e Motörhead, le due band fanno capolino con “Get Some”, un pezzo al fulmicotone che travolge come un toro davanti al colore rosso, accompagnato dai coretti ruffiani di Noodles in sottofondo. Tra i pezzi più riusciti segnalo il conclusivo “You Can’t Get There from Here”, un pezzo più calmo nei bpm, introdotto da una bella intro che accompagna dolcemente verso la fine del lavoro.
Se poi amate la mitica “The Kids Aren’t Alright”, vi ritroverete a cantare e scandire gli “O-oh” anche in “The Fall Guy”, che sembra una “parte due” della canzone originale, e non è affatto un difetto, vista la coerenza con lo spirito della band. Forse una band più prevedibile rispetto a Rancid o Green Day, ma che si difende ancora sapientemente.
Bentornati, The Offspring!
Recensione: Mauro Brebbia
Tracklist:
- Looking Out for #1
- Light It Up
- The Fall Guy
- Make It All Right
- Ok, But This is the Last Time
- Truth in Fiction
- Come to Brazil
- Get Some
- Hanging by a Thread
- You Can’t Get There from Here
Crediti:
- Dexter Holland – voce, chitarra ritmica, basso e tastiere.
- Noodles – chitarra solista.
- Todd Morse – basso.
- Jonah Nimoy – tastiere.
- Brandon Pertzborn / Josh Freese – batteria.
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