Archiviate le zucche vuote , dolcetto e scherzetto, la notte dell’ Estragon sta per caricarsi nuovamente di stupore e meraviglia, a distanza di pochi mesi dal tour estivo, li abbiamo salutati il 22 giugno 2023 all’Alcatraz, The Winery Dogs tornano stasera 1 novembre a “suonarcele di santa ragione” con il loro solido Hard Rock, e ce n’è per tutti, bassisti, batteristi e chitarristi avvisati, l’intrattenimento è assicurato.

Freschi dal loro nuovo lavoro in studio “lll”, il trio porta in tour nuovo materiale a distanza di 7 anni dal precedente “Hot Streak”, infatti, nonostante la band sia al loro 11° compleanno dalla formazione, la discografia si limita a tre ottimi album, più che sufficienti comunque ad allestire una setlist coinvolgente, anche perché, gran parte dell’intrattenimento è dato dagli individuali virtuosismi dei singoli musicisti.

C’è da sottolineare a proposito della scarsa produzione del gruppo, la quantità enciclopedica dei vari side project di ciascuno di loro, il solo Portnoy nello stesso periodo di attività, porta avanti il progetto con i “Flying Colors” e “Adrenaline Mob”, solo per citarne alcuni, oltre al recente comunicato del suo attesissimo ritorno ai “Dream Theater” che ha mandato in fibrillazione tutti i fan del batterista e della storica prog metal band di New York.

Potremmo scrivere pagine e pagine di onori, riguardo la vasta carriera di questi fuoriclasse, ma stasera la classe è di scena e cercherò di esserne all’altezza nel mio report.

Prima degli headliner, sale onstage Gennaro Porcelli e la sua band, li abbiamo già visti quest’estate esibirsi al Pistoia Blues, mentre il formidabile chitarrista nostrano, lo abbiamo visto occupato in tour anche con Bennato e adesso è in giro con Joe Bastianich nel tour American Beauty.

Le luci si accendono e come potevamo immaginare, Gennaro Porcelli, col suo rock blues “nudo e crudo”, ci porta in un viaggio andata e ritorno da Bologna a Chicago, con omaggi ai suoi beniamini come ad esempio Johnny Winter a cui dedica il brano “Johnny”.

Un pubblico un pò sottotono per questa prima mezz’ora di autentico blues, salvo qualche sporadico incitamento verso Gennaro ed il tastierista Pee Wee Durante, peccato, perché abbiamo assistito ancora una volta ad una autentica performance degna di nota.

Salutati Gennaro e soci, alle 21:00 in punto vediamo salire “i Dogs” sul palco dell’ Estragon, che nonostante il giorno festivo, risulta essere bello pieno, lo si vede e lo si può capire anche dal fragore del pubblico già pronto a spalancare occhi e orecchie.

Ritchie Kotzen, Billy Sheenan e Mike Portnoy, concedono un veloce saluto a Bologna, ma il rock non aspetta e subito fa’ da apripista “Gaslight” tratta proprio dall’ ultimo album lll, un potente “schiaffo” hard rock che mi ricorda molto “Colorado Bulldog” dei Mr Big, d’altronde, 2/3 della band ne hanno fatto parte, Sheenan tutt’ora a dire il vero.

Purtroppo subito dopo l’intro del brano, si nota benissimo Kotzen visibilmente preoccupato ed incerto sulla chitarra e capiamo immediatamente il motivo quando interrompe il live chiedendo al personale dell’Estragon di intervenire perché una persona si stava sentendo male.

Fortunatamente dopo pochi minuti tutto si é risolto ed il ragazzo, che nel frattempo si era ripreso, é stato portato poi in un area del locale meno affollata. Tutto é bene quel che finisce bene quindi ed il live puó proseguire con i tre che salendo sul palco, ringraziano tutti per la collaborazione con pollici in su.

Siamo al primo brano dunque e già assistiamo ad uno scambio fantastico tra Ritchie e Billy, che già ci fa spalancare la bocca, Portnoy da dietro le pelli…fa’ Portnoy, deus ex machina, distinguibile nell’esecuzione ad occhi chiusi, ma le premesse sono già ottime ed è quindi opportuno tenerli ben spalancati.

Tra le urla e corna alzate, parte subito “Xanadu” brano meno tirato di Gaslight, infatti ci lascia lo spazio per cantare insieme il ritornello per portarci sul finale in cui Kotzen verifica il nostro entusiasmo introducendo “Capitan Love”, 4 colpi di hi-hat introducono questo pezzo cadenzato, più rock blues, in cui si può apprezzare ancora di più le doti vocali di Kotzen, che in certe tonalità mi ricorda il grande Chris Cornell.

E’ la volta di “Hot Streak”, title – track del precedente album, un brano con un groove preponderante, ma mai eccessivo, fatto di fraseggi con Sheenan che fanno pensare quasi più ad una jam funk rock, mentre sul brano successivo “Desire”, si torna ad un rock classico, Portnoy incita il pubblico con le bacchette a battere le mani per poi assistere ad un memorabile scambio di assoli tra Billy e Ritchie, dove sul rientro nel refrain canta all’unisono col pubblico.

Seguono “Mad World” e “Stars”, fino ad una brevissima pausa in cui, Kotzen e Portnoy, si divertono e ironizzano provando a dirci qualcosa in italiano. Saranno parolacce ovviamente, e tra gli applausi e le risate, Ritchie annuncia il prossimo pezzo, “Damaged”, il quale ci porta ad un potente, e molto atteso, assolo di Portnoy.

“The Other Side” fa spazio ad un nuovo momento di assolo, stavolta ancora di Billy Sheenan, i riflettori sono tutti per lui ed il pubblico é completamente rapito dall’esibizione, d’altronde, tutta l’intera setlist ha visto i tre virtuosi scambiarsi continuamente in fraseggi e momenti di puro talento personale.

Non di molte parole Kotzen ed il resto della band, a parlare sono gli strumenti, al di lá dei giusti ed i classici ringraziamenti, la band sul palco esegue e strabilia suonando, da dietro la batteria, Portnoy é sempre istrionico, sputa (come di consueto), incalza il pubblico e ringrazia quasi ad uno ad uno (fingendo di conoscerli personalmente). “The Red Wine”, “I’m No Angel” ed “Oblivion” ci accompagnano veloci ad una micropausa, che ci porta ad una laconica “Regret”, in cui il frontman Kotzen, interpreta le prime strofe solo voce e piano, riempiendo tutto l’Estragon di una magica atmosfera, resa ancor piú intensa grazie alla potente voce di Ritchie che quí, dimostra di essere anche un eccellente cantante.

Con l’esplosiva “Elevate” raggiungiamo la fine del live quí al club bolognese che dal ’92 ci regala eventi di altissimo livello, salutiamo dunque anche i “Dogs” col ritornello di Elevate nelle orecchie che ci esorta appunto ad “elevarci” per portarsi ad un livello più alto e più consapevole di noi stessi.

 

Setlist:

  1. Gaslight
  2. Xanadu
  3. Captain Love
  4. Hot Streak
  5. Desire
  6. Mad World
  7. Stars
  8. Damaged
  9. Drum Solo
  10. The Other Side
  11. Bass Solo
  12. The Red Wine
  13. I’m No Angel
  14. Oblivion
  15. Regret
  16. Elevate

 

Live report di Marco Lambardi
Foto di Emanuel Giordani, gallery completa a questo link.

 

 

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