È il primo Aprile 2023, l’ArciTom di Mantova si trasforma di nuovo in palcoscenico di musica live. Vision Divine, Secret Sphere, From The Depth, Stranger Vision e LionSoul… per un’unica ed imperdibile serata all’insegna del Power Metal “Made in Italy”. E no, non è un “pesce d’aprile”, ma si tratta della 1° edizione del Tom Power Fest, organizzato da ArciTom in collaborazione con Tom Hell’s Night e Truck Me Hard.LIONSOUL

Band di Bergamo molto giovane fondata nel 2009 dal chitarrista Aurelio Parise che ricopre tuttora il ruolo di chitarrista principale dei Lionsoul. Il cantante Ivan Castelli si presenta con un’asta microfono molto caratteristica, a semi-cerchio e decorata di luci LED dall’effetto davvero stravagante. I LionSoul iniziano con una ventina di minuti di ritardo rispetto alla programmazione iniziale ma i suoni risultano abbastanza ben bilanciati fin dall’inizio, cosa per niente banale per la prima band di un festival ricco gruppi estremamente validi. Come spesso accade alle prime band di ricchi bill, Ivan & Co hanno poco tempo a disposizione per sfoderare la loro performance, ma riescono tutto sommato a dimostrare di essere una band solida capace di onorare al meglio il set di apertura.SetlistHeavenly RideSoldier Through TimeNext GenesisIron WhispersAmber of IllusionShadow Of The Black Horse

STRANGER VISIONTocca ora ai modenesi Stranger Vision. Band composta da 4 membri che, però, vede un’importante influenza delle sonorità di tastiera (questa sera presenti sottoforma di basi registrate), di cui una parte composte anche da Gabriele Sarti. Gli Stranger Vision si caratterizzano con un suono power che dimostra tuttavia un’importante influenza thrash metal, dandogli quel tocco ritmico e sonoro più spinto e pronunciato, in grado di elevare il loro suono ad un livello più incisivo. Anche la voce del cantante Ivan Adami è decisamente imponente, aggiungendo quindi ulteriore enfasi ai pezzi della band. Ivan si dimostra inoltre un grande frontman in grado di interagire molto con il pubblico, anche in maniera scherzosa invitando i fan a salire sul palco al loro posto, scambiandosi temporaneamente i ruoli per godersi l’applauso della band. Vanno inoltre sottolineate alcune parti tecniche di sweep picking e tapping che arricchiscono ulteriormente il loro sound, generando ancor di più entusiasmo tra il pubblico. Rimane quindi impressa un ottima performance in grado di far salire ancor di più l’adrenalina dei fan presenti in sala.SetlistWastelandThe RoadHand Full Of DustThe ThunderThe DeepDesolate Sea

FROM THE DEPTH

Inizia la terza band di giornata, i From The Depth, band di Parma  composta da 5 membri. A spiccare indubbiammente il look del cantante Raffaele “Raffo” Albanese; uno stile a dir poco stravagante e sicuramente unico nel suo genere. Raffo sfodera cappello e stivali da cow-boy, una fisionomia norrena che ricorda senza alcun dubbio quella di un guerriero vichingo e dei vestiti che potrebbero essere sfoggiati da un metallaro in vacanza alle Hawaii. Il bilanciamento dei suoni dei From The Depth si dimostra decisamente migliore rispetto alle due band precedenti e ci permette quindi di godere a pieno del loro power metal tanto classico quanto innovativo. Questo perché, nel loro genere power si percepisce un tocco heavy metal che rende il tutto più esaltante. Fatto divertente, il cantante ha tenuto a specificare a più riprese che i From The Depth sono stati la prima band italiana a parlare di “figa” nelle loro canzoni. I 5 parmensi sono stati anche la prima e unica band della serata ad aver inserito in setlist ben 3 cover: una versione rivisitata in chiave metal di “What Is Love” degli Haddaway, famosissimo brano dance degli anni ’90, “Catch the Fox” di Den Arrow e  l’inno assoluto dei Judas Priest “Painkiller”, ed è soprattutto in quest’ultima che Raffo ha potuto dare libero sfogo ai suoi acuti quasi Halfordiani. Tutto ciò ha riscosso un  enorme successo tra il pubblico. Ed ecco che, con un mix di divertimento e qualità tecnica, i From The Depth ci regalano un set decisamente fuori dal comune; apprezzato da tutti i presenti che, nel frattempo, hanno  riempito la sala in vista dell’immimente arrivo dei pezzi da 90.SetlistImmortalTen YearsWhat Is Love (Haddaway Cover)Streets Of MemorySpread Your FireCatch The Fox (Den Harrow Cover)Drum SoloPainkiller (Judas Priest Cover)The Wheel To Be The Flame

SECRET SPHEREGiunge il momento dei Secret Sphere, band storica di power prog metal di Alessandria, che si distingue per un sound power moderno tendente al pop con accenni prog dalle cadenze lente. La band conta 5 membri ed è capitanata da Roberto “Ramon” Messina alla voce, cantante originario della band ritornato nei ranghi dal 2020 in seguito ad una separazione dalla band di ben 8 anni (periodo in cui la band ha avuto come cantante Michele Luppi, attuale tastierista e corista dei Whitesnake). Avevo aspettative alte per una band di cui il nome è uno dei punti di riferimento per questo genere, e sarò totalmente onesta, sono rimasta un pochino delusa sia per il fatto che le chitarre si sentissero poco, sia per il fatto che mi aspettavo una voce un pochino più incisiva. Tengo a sottolineare che il loro set è stato in ogni caso di alto livello tecnico, ma la distinzione dei vari strumenti era veramente difficile e soprattutto la batteria sovrastava tutto il resto. Diciamo che questo totale sbilanciamento mi ha veramente impedito di apprezzare fino in fondo la loro performance, il che è stato decisamente un gran peccato…SetlistLifebloodWelcome To The CircusAgainst All The OddsRainLie To MeAliveDance With The DevilLegendLady Of Silence

VISION DIVINESiamo giunti agli headliner di serata, gli storici Vision Divine fondati dal chitarrista Olaf Thorsen nel 1998, tuttora colonna portante del gruppo. La formazione attuale della band toscana vede attualmente schierati: Ivan Giannini alla voce, Andrea “Tower” Torricini al basso, Federico Puleri alla chitarra e Alessio Lucatti alle tastiere, oltre che al già citato Olaf. Comincio col sottolineare che, finalmente, il suono si dimostra ben bilanciato fin dalle prime note. Uno dei punti che ci cattura fin da subito è sicuramente la voce di Ivan, il quale, nonostante avesse il difficile compito di succedere a Michele Luppi e Fabio Lione, ha dimostrato questa sera di non sentire per niente il peso dei suoi predecessori, sfoderando una performance davvero sbalorditiva. L’unica osservazione che mi sento di fare è il fatto che non sia stato molto caloroso e coinvolgente con il pubblico… ma per quanto riguarda la parte puramente canora, non c’è sicuramente nulla da dire. Altro punto chiave del loro set è stata senza dubbio la performance tecnica impeccabile di Olaf, di cui è impossibile non rimanere ammaliati. Tutto questo ci conferma quanto i Vision Divine siano ancora una band “faro” del power metal italiano, capace di esprimere al meglio questo genere sotto ogni aspetto.SetlistThe 26th MachineBeyond the Sun And Far AwayGod Is DeadAngel Of RevengeViolet Loneliness3 Men Walk On The MoonThe Perfect MachineThe Secret Of LifeThe MiracleSend Me An AngelEncoreLa Vita Fugge

Il Tom Power Fest si è dimostrato per la sua prima edizione molto valido e, nonostante qualche ritardo di scena, ben organizzato. Un grazie all’Arci Tom di Mantova per aver reso possibile questo evento che, speriamo, possa essere ripetuto anche in futuro.

Live Report a cura di Giulia Gnoni

Si ringrazia l’Arci Tom di Mantova

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